Cronaca
12 Marzo 2014
Due cittadini ucraini fermati con una bicicletta e un computer rubati, ma non ne conoscevano la provenienza

Ignari del carico illecito, assolti dal tribunale

di Redazione | 1 min

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Sentenza Fiera. La Procura ricorre in Appello

Dopo la sentenza di primo grado con cui il gup Carlo Negri del tribunale Ferrara ha pronunciato l'assoluzione per i cinque accusati per le presunte tangenti tra i padiglioni della Fiera, nei giorni scorsi, la Procura ha deciso di ricorrere alla Corte d'Appello di Bologna per quanto riguarda la posizione dell'ex presidente Filippo Parisini, inizialmente prosciolto dal giudice dopo la richiesta di rinvio a giudizio, chiedendo ai giudici bolognesi di disporne il rinvio a giudizio

Compravendita illegale di auto. Truffa da 4 milioni ai danni dello Stato

Avrebbero esportato indebitamente, principalmente tra Germania e Romania, delle automobili sottoposte a fermo amministrativo, inizialmente acquistate con la scusa di ricavare pezzi di ricambio, ottenendo così un ingiusto profitto di 247.000 euro e arrecando un danno allo Stato pari a circa 4 milioni di euro

(immagine di repertorio)

(immagine di repertorio)

Erano stati fermati nello scorso agosto dalla guardia di finanza mentre trasportavano un carico sospetto su un furgone lungo corso Piave, in zona stadio, tanto che le fiamme gialle avevano deciso di procedere a un controllo per verificare che non si trattasse di merce e materiale di provenienza illecita. Un’ipotesi subito avvalorata dai riscontri con la centrale, che avevano evidenziato una bicicletta, tra le varie accatastate nel furgone, e un computer di cui erano stati denunciati i furti in quelle settimane. È così che i cittadini ucraini D. S. e R. T. sono finiti sotto processo con l’accusa di ricettazione.

Un’accusa che non ha però trovato riscontro durante le udienze in tribunale vista l’assoluzione dei due imputati, entrambi difesi dall’avvocato Emiliano Mancino. Secondo la linea sostenuta dal legale, mancavano infatti gli elementi soggettivi per dimostrare che i due imputati fossero a conoscenza della provenienza illecita del materiale. I due avevano infatti acquistato il carico per poi regalarlo ai familiari in Ucraina, ma nessun elemento in mano all’accusa ha potuto dimostrare la loro mala fede in questo proposito. Durante le udienze gli imputati hanno affermato che i sospetti sorti durante il controllo erano dovuti anche alle difficoltà linguistiche, che avevano creato difficoltà nello spiegare agli agenti delle fiamme gialle per quale motivo trasportassero due oggetti rubati in mezzo al loro carico.

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