Cronaca
21 Dicembre 2013
Maisto: "Bisogna ridare dignità a questi studi e lavori manuali a volte bistrattati"

Centenario Ipsia, un secolo di “saper fare”

di Redazione | 3 min

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L’Ipsia è diventata centenaria. L’istituto professionale di Stato per l’industria e l’artigianato “Ercole I d’Este” ha festeggiato i suoi primi cent’anni stamattina con una cerimonia nella palestra della sede di via Canapa a cui hanno preso parte studenti, insegnanti, personale Ata e autorità cittadine.

“L’obbiettivo è rilanciare l’istruzione industriale – fa gli onori di casa il preside Roberto Giovannetti – che nasce dalla consapevolezza che da questa scuola, una delle più antiche di Ferrara, si sono formate delle personalità importanti”. Mentre al dirigente sta a cuore il futuro imprenditoriale di Ferrara, Carlo Alberto Roncarati, presidente della Camera di Commercio di Ferrara, allarga la prospettiva: “Il nostro è un Paese fortemente manifatturiero che si basa sull’export. Celebrare questo compleanno dimostra la necessità di promuovere le scuole professionali perché il mondo lavorativo ne ha bisogno”. In effetti è stata proprio la Camera di Commercio a istituire la scuola come Regia Scuola industriale di 2° grado in seguito alla legge del 14 luglio 1912 sull’istruzione professionale. “Già allora la Camera di Commercio sosteneva lo sviluppo economico e ora come allora le esigenze sono le stesse” illustra Roncarati che successivamente invita i ragazzi a puntare tutto su qualità e tecnologia che rendono il Made in Italy il terzo marchio più famoso al mondo dopo Coca-Cola e Visa.

“Bisogna recuperare il ‘saper fare’ che in Italia siamo perdendo” è l’appello lanciato invece da Massimo Maisto, più in veste di assessore Area Giovani che in quella di vicesindaco. “Vorrei che Ferrara diventasse non solo una città d’arte e di cultura – continua Maisto – ma anche della creatività e di lavoro creativo non nel senso artistico ma nel senso di chi sa fare le cose”. Un elogio al lavoro manuale, quindi, a cui segue l’invito di “ridare dignità a questi studi e lavori a volte bistrattati” anche come “soluzione alla disoccupazione giovanile”. Dello stesso parere anche l’assessore provinciale alle Politiche e Servizi per il lavoro Caterina Ferri: “Stiamo assistendo non solo alla crisi economica ma anche a una crisi di vocazione che sta attraversando il Paese, occorre capire dove stiamo andando”.

L’intervento più tecnico spetta a Francesco Scafuri, responsabile dell’Ufficio Ricerche storiche del Comune di Ferrara e all’insegnante Mantovani che entrano nel dettaglio della storica sede dell’Ipsia in via Roversella, che ha ospitato l’istituto dal 1923 al 2003, prima di essere trasferito in via Canapa. Inoltre dal primo settembre dello scorso anno le scuole Iti Copernico – Carpeggiani e Ipsia sono state unificate nell’istituto istruzione superiore Copernico-Carpeggiani. Durante l’incontro uno spazio era riservato alle testimonianze di insegnanti ed allievi. L’unico a prendere la parola è stato un commosso ex preside che ha raccontato la sua esperienza presso l’istituto, definito dapprima “ingestibile” mentre poi “ha applicato delle migliorie”.

Sempre per festeggiare le cento candeline, in contemporanea con la celebrazione, era possibile visitare i laboratori allestiti per l’occasione. Così nel ‘laboratorio del cinema’ erano esposte fotografie su vetro della prima guerra mondiale e fotografie della scuola all’inizio degli anni 20 quando era situata nel convento. Il ‘laboratorio per la moda’ è stato trasformato in una bottega del ‘900 con pezzi dell’epoca, per poi passare al moderno con l’esposizione di alcuni abiti creati negli ultimi due anni. Il pezzo forte rimane il ‘laboratorio di fisica’ in cui erano presenti strumenti storici e pezzi unici usati realmente nel laboratorio di fisica del secolo scorso. “Il funzionamento di alcuni strumenti non è nemmeno rintracciabile in internet da tanto sono vecchi” scherza il preside che vuole mettere in luce che questo “patrimonio dell’Ipsia di valore museale” ha permesso anche di sviluppare il lavoro didattico perché “ha richiesto un duro impegno di insegnanti e studenti”.

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