Hacker assolto, era accusato di essersi intascato 22mila euro
È stato assolto, anche a seguito di una tacita remissione di querela, il 54enne ferrarese accusato di essersi intascato 22.500 euro architettando una truffa telematica
È stato assolto, anche a seguito di una tacita remissione di querela, il 54enne ferrarese accusato di essersi intascato 22.500 euro architettando una truffa telematica
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Comune di Codigoro, Regione Emilia-Romagna, Pro loco di Codigoro de Associazione Nazionale Tartufai hanno sottoscritto una convenzione di durata decennale per valorizzare la cultura del tartufo
Era accusato di aver truffato un'anziana di 77 anni riuscendo a sottrarle la somma di 990 euro ma nella mattinata del 9 dicembre un uomo di 43 anni della provincia di Napoli è stato assolto perché non sono state trovate prove del fatto
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Il senatore del Pdl Carlo Giovanardi, l’ex senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni e il segretario nazionale del Coisp Franco Maccari sono stati iscritti dalla procura di Ferrara nel registro degli indagati. L’ipotesi di reato è diffamazione. A sporgere denuncia, lo sorso 28 marzo, è stata Patrizia Moretti, come aveva preannunciato lei stessa all’indomani del sit-in della discordia quando scese in piazza a mostrare ai sindacalisti del Coisp la foto del figlio ucciso.
E proprio quella foto è l’elemento centrale della querela da cui dovranno difendersi i tre neo indagati. Balboni e Maccari sono chiamati in causa per quanto affermato nel pomeriggio del 27 marzo a Palazzo Roverella, a Ferrara, nel dibattito che ha preceduto il congresso regionale del sindacato di polizia che aveva organizzato il sit-in.
Maccari intervenne per puntare il dito contro la “stampa vigliacca e penosa che ha pubblicato cose ignobili, compreso il non voler prendere atto che la foto di stamattina (quella di Federico Aldrovandi mostrata dalla madre durante la manifestazione, ndr) non è stata ammessa in tribunale perché non veritiera”. A Balboni invece si contesta l’affermazione secondo cui “la foto non corrisponde alla verità, è stata usata dal Manifesto (in realtà venne pubblicata da Liberazione e scattata prima dell’autopsia, ndr) per una campagna di disinformazione ma è una falsificazione della realtà” (vai all’articolo).
E invece “si tratta della foto del volto di Federico, ancora vestito degli abiti che indossava al momento della morte, sul lettino dell’obitorio”, spiegherà la madre ai carabinieri incaricati di redigere la denuncia. Una foto scattata di consulenti del pubblico ministero in sede di autopsia e che “a differenza di quantop sostenuto da Maccari e Balboni, è del tutto veritiera ed altresì utilizzata al momento del processo come facente parte del compendio fotografico dei medici legali”.
La seconda querela è indirizzata invece a Giovanardi. Anche qui si cita il relativo articolo di Estense.com (vai all’articolo), che riporta le frasi incriminate del senatore Pdl. Era il 29 marzo e Giovanardi, intervenendo al programma radiofonico “La zanzara “ su Radio24, disse che “quella foto che ha fatto vedere la madre è una foto terribile, ma quella macchia rossa dietro è un cuscino. Gli avevano appoggiato la testa su un cuscino. Non è sangue, ma neanche la madre ha detto che è sangue e neanche lo può dire, perché non è così”.
“Hanno detto bugie – commenta oggi Patrizia Moretti – e continuano a spacciarle come verità quando invece i tribunali hanno detto cose diverse. Non tollero che si infanghi ancora la memoria di Federico”.
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