Politica
29 Novembre 2012
Cisl: "Il decreto 174 azzererà completamente lo stipendio di novembre"

A novembre mazzata da oltre mille euro in busta paga

di Ruggero Veronese | 2 min

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“Ci saranno più di mille buste paga a rischio per il mese di novembre, se non si interviene sul decreto legge 174”. È questo l’allarme dei rappresentanti delle segreterie di Fim Cisl, Femca Cisl e FP Cisl Bruna Barberis, Vittorio Battaglia, Sandra Rizzo e Sonia Uccellatori, che hanno convocato una conferenza stampa per parlare delle conseguenze dei piani per il rientro dei contributi decisi dal governo.

“All’indomani del sisma, come è successo per l’Aquila – ha esordito Sandra Rizzo – il governo è venuto incontro alla popolazione colpita sospendendo i pagamenti dei contributi previdenziali, in pratica dell’Inps. Tutto è andato bene fino al 10 ottobre, quando col decreto 174 il governo ha deciso che questi contributi sarebbero dovuti rientrare entro il 16 dicembre. Si tratta di una mazzata incredibile per aziende e lavoratori, perché il pagamento si concentrerà tutto unicamente nelle buste paga di novembre”. Secondo i rappresentanti Cisl la cifra trattenuta per ogni lavoratore sarebbe tra i 1000 e i 1200 euro, “ai quali si aggiunge la spesa per le imprese. In questo modo rischiamo di azzerare i prossimi stipendi, con buste da poco più di mille euro che finiranno praticamente azzerate. E tutto questo nello stesso periodo in cui sono ripartiti anche i pagamenti di mutui e bollette”.

Difficile quantificare il numero di lavoratori che andranno incontro a questa situazione, dal momento che nelle aree colpite sono presenti un gran numero di piccole imprese non sindacalizzate e delle quali la Cisl non ha dati precisi. Secondo Battaglia però “siamo a più di mille lavoratori nelle imprese legate al sindacato, e in questi casi abbiamo cercato di trovare un accordo coi datori per implementare un piano di pagamento rateizzato, con un prestito non oneroso che l’azienda fa al lavoratore e rate da 100-200 euro ogni mese. Naturalmente però ci sono anche i problemi delle imprese, con una grande mancanza di liquidità causata anche dall’accumularsi dei problemi dovuti al sisma: anche loro hanno difficoltà a fare piani di rientro e a fare accordi con le banche”.

L’accordo privato coi titolari delle imprese sembra quindi l’unica strada percorribile in questo momento dal sindacato, visto che i piani del governo appaiono ormai definitivi. “I lavoratori sono rimasti scandalizzati da tutto questo, e lo vedono come una presa in giro”, spiegano i sindacalisti, con la Barberis ad aggiungere che: “Si cade davvero nel paradosso: proprio perché dall’Emilia Romagna proviene una parte consistente del Pil nazionale si dice che c’è assolutamente bisogno dei contributi dalla nostra regione, senza tener assolutamente conto della situazione contingente. Questa mancanza di preavviso è un problema gravissimo, e metterà molti lavoratori in una situazione di grandissima difficoltà”.

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