Politica
27 Luglio 2012
Gli espulsi di Cento ‘indagano’ sulla trasparenza nel Movimento 5 Stelle

Dieci domande a Grillo

di Marco Zavagli | 3 min

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Cento. “Perché non esiste con voi nessun tipo di dialogo e contradditorio, nemmeno in rete?”. Inizia così il decalogo che Cento in Movimento rivolge a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, fondatore assieme al blogger genovese del progetto politico Cinque Stelle.

Il gruppo di ex grillini era stato defenestrato dal proprio leader a marzo. Si era quindi riorganizzato, a causa della diffida legale a utilizzare nome e marchio “certificati”, con un nuovo nome – “Cento in Movimento” – e un nuovo simbolo, con sei stelle, una in più di prima, quella della coerenza (vai all’articolo).

Ora i reprobi a sei stelle si vogliono togliere qualche sassolino dalla scarpa. O quantomeno cercare di capire perché il loro cammino insieme a Grillo è stato bruscamente interrotto. Lo dicono chiaramente in calce alle dieci domande che pongono sia a Beppe Grillo che al suo mentore, Gianroberto Casaleggio, la mente che disegna le strategie politiche all’interno del Movimento: “non siamo una lista “civetta” – scrivono – che vuole approfittare del momento, come faranno in tanti o peggio, ispirati da meri obiettivi di interesse personale per creare chissà cosa”. Ma si tratta, invece, di “cittadini ed attivisti del MoVimento 5 Stelle, diffidati quattro mesi fa da Beppe Grillo, all’uso del simbolo ed ancora oggi non ne conosciamo il motivo”.

Via allora alle dieci questioni che sperano trovino orecchie attente nella base degli attivisti (http://www.centoinmovimento.it). Si comincia con la domanda di fondo: “perché non esiste con voi (Grillo e Casalleggio, ndr) nessun tipo di dialogo e contradditorio, nemmeno in rete?”. E “chi sono le persone che formano lo “Staff”, come vengono scelte e chi le gestisce?”. “Come mai il Portale non è ancora attivo?”. “Che rapporti, oltre a quelli personali, lega Grillo alla Casaleggio & Associati?”.

Si passa quindi dall’organigramma dei Cinque Stelle agli interrogativi più critici: “Come e da chi vengono decisi i post e le espulsioni?” e “Perché gli stranieri legalmente sul suolo italiano non possono iscriversi al M5S?”. Un tema questo che, dopo l’infelice uscita di Grillo sulla cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia, accalora notevolmente una discreta fetta del suo seguito. Sul punto interviene come sbarramento l’articolo 5 del Non statuto: “Il MoVimento è aperto ai cittadini italiani maggiorenni che non facciano parte, all’atto della richiesta di adesione, di partiti politici o di associazioni…”.

Si passa quindi a “Come pensate di scegliere le persone da candidare alle prossime elezioni politiche? Con quali strumenti?”, “Come verrà redatto il programma nazionale del M5S? Da Chi? Quando?”, “Come pensate di spegnere le derive a volte violente di alcuni che scambiano la rete per un ring?”. Ed infine, quest’ultimo non è un quesito che proviene solo da Cento, “si va o no alle elezioni del 2013?”.

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