Comacchio
13 Luglio 2011
Passeggiata in musica tra le epoche storiche che hanno contraddistinto il genere

La storia del jazz a Comacchio

di Redazione | 4 min

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Comacchio. Conto alla rovescia per Tutte le Strade Portano al Jazz, prima mostra vivente della storia di un genere senza età, al quale sono dedicati due i giorni di manifestazione open air, il 16 e il 23 luglio, nel centro storico di Comacchio.

Piazzette, strade, scorci di grande bellezza accolgono, dalle 21 alle 24, i concerti non stop di sette differenti formazioni di professionisti della scena musicale italiana cui è affidata l’interpretazione di un periodo storico del jazz, una musica nata in strada, cresciuta nei locali fumosi americani e maturata sui palchi dei più prestigiosi teatri di tutto il mondo. L’iniziativa,  propone una passeggiata a tappe, ordinata cronologicamente da Luca Bragalini, musicologo e direttore artistico della manifestazione promossa dall’Assessorato alle Istituzioni culturali della città e organizzato dall’Associazione Cantieri Creativi di Ferrara.  Pensata per il divertimento, ma di ispirazione divulgativa, Tutte le Strade Portano al Jazz,  ha il pregio di  accompagnare il pubblico di ogni età, nel mondo del jazz  e delle sue tante declinazioni stilistiche, evocandone le atmosfere che, in questa prima serata richiamano le epoche del jazz dalle origini al 1945.

La colonna sonora del Novecento

Il jazz è la colonna sonora  dei nostri tempi, ha contaminato e si è contaminato con le arti, le mode e tutto ciò che ha influenzato il mondo occidentale. In poche parole ha scritto una storia ancora aperta, che verrà messa in scena nella piccola Venezia, dove la prima puntata di Tutte le Strade Portano al Jazz vedrà all’opera ben 40 musicisti chiamati ad interpretare quella parte di cammino musicale che va dai campi di cotone all’euforia del dopoguerra. A quell’allegria aperta alla speranza della ricostruzione, è riferito parte del concerto di chiusura della serata che vede protagonista la JBM Big Band di Fabio Petretti,  da anni impegnato nell’attività concertistica e in quella didattica. Dal palco adagiato sul canale, in piazzetta Trepponti, i  25 elementi dell’orchestra propongono  un repertorio di brani caratterizzato dallo swing di Benny Goodman, Glenn Miller,  Count  Basie, Duke Ellington e molti altri nomi eccellenti che, con i  loro indimenticabili motivi fecero ballare il grande pubblico americano e europeo.

Una passeggiata tra le epoche del jazz

Una storia per capitoli, organizzata in “stazioni” musicali si offre gratuitamente al visitatore che, in due ore, può entrare e uscire da diverse epoche del jazz, frutto delle tante contaminazioni culturali di cui si è arricchita la musica durante il suo lungo viaggio. Un’esperienza ancora “in progress”, con musicisti contemporanei, che a Comacchio si sono divisi i periodi storici da interpretare.   Francesco Piu, giovane chitarrista sardo ben noto nel mondo del blues internazionale e definito “una forza della natura” da Guitar Club, apre una pagina musicale sul blues rurale degli albori, utilizzando tra gli altri un particolarissimo strumento con cassa armonica di metallo. Le note di Paolino Alderighi, giovane fuoriclasse del pianoforte jazz, introducono la sua grande passione, il ragtime, nato come musica da ballo nei quartieri a luci rosse di Saint Louis e New Orleans e giunto all’apice del successo alla fine dell’Ottocento. Passando da un tableaux vivant all’altro, si arriva alla postazione dixieland, dove la Jambalaya Six,  street band storica guidata dal clarinettista Vittorio Castelli, uno dei fondatori della popolare e purtroppo chiusa Europa Radio, emittente meneghina completamente dedicata al jazz, si cimenta negli scoppiettanti ritmi della New Orleans degli albori e nelle variazioni ritmiche intervenute fino agli anni Trenta. Un gioco di suoni attraversa Comacchio per approdare a Broadway, alle melodie e alle canzoni cui si ispiravano le improvvisazioni solistiche dei grandi jazzisti, interpre tate per l’occasione dai cantanti  Fabio Calabrò e Laura Bonessa, due voci singolari e di grande fascino. Ed è subito swing. Nato negli anni ‘20, divenuto genere nel ’35 e colonna sonora della grande crisi del ’29, lo swing è affidato  al trio formato da Sandro di Pisa, virtuoso della chitarra, dall’impareggiabile clarinettista Sandro Ferrario e dal contrabbassista Alex Orciari. Non è tutto:  la stazione dedicata alle jam session di Kansas City – la città dove il jazz è cresciuto e dove negli anni Trenta i locali notturni si popolavano di grandi talenti ogni lunedì, giorno di libertà dei musicisti, pronti a sfidarsi a colpi di assoli  nell’intento di procurarsi nuovi ingaggi – vede impegnati tra gli altri il batterista Stefano Peretto, il trombettista Leo Carboni e il sassofonista Claudio Castellari.

Come in ogni mostra che si rispetti il percorso prosegue con un’integrazione di programma dedicato ai più piccoli, nella pescheria dei Trepponti gli attori Romano Sgarzi e Monica Balestra leggeranno brevi e coinvolgenti racconti di Claudio Comini e Roberto Piumini, scrittori per l’infanzia, che hanno come protagonisti i grandi personaggi del jazz. A Palazzo Bellini, al numero 7 di via Agatopisto, si possono inoltre visitare tre mostre:  Painted Black del pittore Alfredo Pini, La storia del Jazz in 100 dischi e Il jazz  in 45 giri.

Per info: Iat  Comacchio 0533 – 314154

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