Attualità
22 Ottobre 2017
Il presidente Mazzini: "I volontari ci hanno permesso di raggiungere un traguardo importante"

Mezzo secolo generosità, i 50 anni di Avis Ferrara

di Redazione | 2 min

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di Simone Pesci


L’Avis nazionale compie 90 anni. Una ricorrenza importante, festeggiata in maniera sentita anche a Ferrara, dove la sede cittadina arriva al traguardo dei 50 anni. Per celebrare la ricorrenza dell’organizzazione volontaria più grande d’Italia, con oltre 4 milioni di donatori, l’Avis ferrarese ha organizzato un convegno incentrato sul tema del dono, che è stato il filo rosso che ha unito idealmente tutti gli interventi.

Da buoni padroni di casa sono il presidente provinciale di Avis Davide Brugnati e il presidente comunale Sergio Mazzini ad aprire le danze. “I volontari ci hanno permesso di raggiungere un traguardo importante – esordisce Brugnati -. Con orgoglio dico che hanno portato un sentimento di solidarietà alla nostra cittadinanza”. Per Mazzini invece il tema del dono è “un messaggio forte”, nato riflettendo su quello che “è stato costruito in 50 e 90 anni”. Il dono che è anche un “supporto nostro nei confronti di temi importanti come salute, lavoro, integrazione e solidarietà”.

Il presidente regionale di Avis Maurizio Pirazzoli prova a spiegare così il motivo dell’esistenza dell’associazione: “Esiste perché esiste il bisogno ed esistono le comunità che danno una mano quando possono, proprio come il buon samaritano ha fatto. Esiste anche perché esiste un rapporto con le istituzioni e i volontari fanno un gesto professionale, competente e formato”. Quindi, il tema del dono, attraverso cui “si entra in una comunità attiva e che può essere uno strumento di integrazione e partecipazione alla stessa comunità”.

Va comunque fatto ancora tanto come spiegano il professore di Unife Antonio Cuneo che evidenzia che “ai ragazzi va data la cultura della donazione e l’educazione perché siano buoni cittadini del domani”, e l’assessore comunale Luca Vaccari: “Uno sforzo maggiore significherebbe fare rete, per accendere la scintilla che c’è dentro ognuno di noi”.

Non hanno voluto mancare neppure il questore Antonio Sbordone – per lui “Avis esiste da sempre, da ancora prima di tutte le tecnologie” – e il vescovo Gian Carlo Perego che per l’associazione di donatori di sangue prevede un futuro “da soggetto di cittadinanza attiva che andrà a coprire il gap fra ciò che si compra rispetto a ciò di cui si ha realmente bisogno”.

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