L’incrocio semaforico in cui ha perso la vita Stefania Gennari
di Giuseppe Malatesta
Codigoro. Caldeggiare la riprogrammazione dell’incrocio semaforico tra le vie Pambianco, Puccini e Amendola: è l’idea che inizia a circolare tra alcuni cittadini, nei giorni successivi all’incidente stradale costato la vita alla 43enne Stefania Gennari, investita da un tir mentre attraversava la strada sulle strisce.
Ciò, va detto, indipendentemente dalla dinamica del sinistro – oggetto di indagine degli inquirenti. L’impianto semaforico pedonale del suddetto incrocio attualmente prevede infatti un doppio e contemporaneo attraversamento pedonale-veicolare: allo scattare del verde per il pedone, anche in caso di attraversamento prenotato tramite l’apposito pulsante, si attiva il via libera anche per i veicoli che si trovano alle sue spalle, che svoltando possono incrociare immediatamente la traiettoria del pedone regolarmente in movimento sulle strisce di attraversamento.
Un meccanismo non certo fuori legge, programmato lì dove il flusso pedonale è meno intenso o la visibilità più agevole, che nel capoluogo codigorese si presenta come unico caso. Negli altri incroci semaforizzati del centro la chiamata pedonale prenotabile mette in pausa del tutto i veicoli e prevede un tempo di attraversamento per soli pedoni, sistema che potrebbe essere esteso anche all’impianto in questione, dopo il recente fatto di cronaca.
“Ben vengano iniziative simili, per renderlo più sicuro e scongiurare qualsiasi rischio, affinché certe cose non accadano più” commenta Antonio Gennari, padre di Stefania, nei giorni scorsi alle prese con un accorato appello ad eventuali testimoni oculari dell’incidente. “Abbiamo avuto qualche riscontro, che è al vaglio di periti e legali” ci risponde in merito.
Dopo le esequie, la famiglia ha pubblicamente ringraziato la comunità tutta per la dimostrazione di cordoglio, affetto e vicinanza ricevuta, e in particolare il sindaco Alice Zanardi e l’amministrazione comunale, il dirigente dell’area tecnica del Comune di Codigoro Alessandro Ghirardini, le forze dell’ordine, le istituzioni locali e non, le associazioni sportive e di volontariato.
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