di Mattia Vallieri
“A chi ci guarda con senso critico dobbiamo ricordare che l’unica alternativa alla destra siamo noi. Se la si vuole sconfiggere bisogna collaborare con il Pd, se ti batti contro fai il loro gioco”. Non usa giri di parole Maurizio Martina alla Festa dell’Unità di Porotto per attaccare gli scissionisti, accusandoli di “dividere il campo del centro sinistra per colpire il Pd e Matteo Renzi, ma in questo modo oggi si aiuta la destra. Il caso Sicilia è emblematico: avevamo tentato di riprodurre la vittoria di Palermo con Leoluca Orlando ma per alcuni non va più bene evidentemente perché siamo vicini alle elezioni politiche”.
L’apertura dell’incontro, sotto il diluvio, è tutta rivolta alla questione agricoltura e alle diverse visite di Martina, Renzi e Gentiloni alle Bonifiche Ferraresi. “La Lega Nord – afferma il vice segretario Pd – ha grosse responsabilità in vicende legate all’agroalimentare nel passato e penso al tema delle quote latte. In questi anni invece grazie al Partito Democratico abbiamo rimesso al centro il ruolo dell’agroalimentare per il rilancio del paese. Siamo consapevoli dell’importanza del agroalimentare in questo territorio, è una sperimentazione multi forme non riassumibile ad un singolo, ma le Bonifiche Ferraresi sono una grande impresa agricola italiana (unica del settore quotata in borsa) e per questo abbiamo grande interesse di partnership e di portare quell’esperienza anche fuori”.
“In questi anni abbiamo dato un grande contributo come paese nonostante le sofferenze agroalimentari europee” prosegue il ministro, convinto che “l’agricoltura italiana ha un grande potenziale e abbiamo battuto tutti i record di esportazione dei prodotti. L’impresa agroalimentare è una leva fondamentale per il rilancio del paese perché lega internazionalizzazione a radicalizzazione sul territorio”.
L’attenzione si sposta quindi sul dibattito interno al partito: “Abbiamo ancora molto lavoro da fare all’interno del Pd – chiosa Martina -. Dobbiamo rappresentare quello che abbiamo fatto in questi anni che ci ha portato fuori dalla crisi economica e sociale e dobbiamo tenere sempre d’occhio il tema del lavoro, continuando ad operare da squadra, ed è questa la vera differenza con gli altri”. Secondo il vicesegretario Pd “gli altri non possono rappresentare come noi la serietà e l’onestà, abbiamo lavorato in questi anni per il bene del paese. Dall’altra parte invece abbiamo pericolose derive estremiste che mi fanno temere per il paese”.
Il ministro passa quindi all’attacco degli avversari politici: “Noi abbiamo dei limiti – dichiara Martina -, ma se telefoni al Pd sai chi ti risponde. Negli altri vedo invece solo grandi e pericolose incognite come l’uscita dall’euro o il reddito di cittadinanza per tutti e poi paga Pantalone. Se al governo dovesse andare Salvini poi altro che sicurezza: temo molto per il Paese vista la sua demagogia”. E ancora: “Abbiamo avversari molto tosti e competitivi che in questi tempi riescono ad avere più ossigeno di quello che dovrebbero. Noi abbiamo la responsabilità di garantire il futuro contro il proteggiti dagli altri e l’alziamo le barriere. Dobbiamo sconfiggerli con una battaglia culturale che non si può fare con la sinistra divisa ma con un grande partito della nazione”.
Il finale è tutto dedicato alla sicurezza, che, a tutti gli effetti, sembra essere uno dei principali argomenti per le prossime tornate elettorali: “Va rivendicato – conclude Martina – quello che stiamo facendo ed è un nodo che va affrontato per non lasciarlo alla demagogia della destra. Grazie al ministro Minniti e all’opera del governo in Ue stiamo gestendo bene una situazione difficile ereditata dai governo di centro destra che ci hanno lasciato il Trattato di Dublino e la legge Bossi-Fini. È un tema che non dobbiamo subire ma spiegarlo e contrattaccare e per conto mio, ad esempio, è sicurezza anche lo ius soli perché declina un’idea di cittadinanza fatta di diritti e doveri”.
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