Attualità
1 Settembre 2017
Michele Tortora: “Il fenomeno non è tale da potersi qualificare come espressione di criminalità organizzata”

Mafia nigeriana. La relazione del prefetto sul fenomeno

di Marco Zavagli | 4 min

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Parole forti quelle del candidato sindaco del centrosinistra che, fiancheggiato da tutti i consiglieri di opposizione e dalla candidata Elajda Kasa, attacca il sindaco Alan Fabbri e tutta la maggioranza non solo per la cartellonistica presente in tutta la città, quanto per l'utilizzo del fondo di riserva per finanziare attività per le quali non capisce il criterio di urgenza applicato

Avrebbe adescato l’amichetta della figlia. “Nego tutto”

Parla e respinge ogni accusa il 49enne ferrarese finito a processo per adescamento di minore, pornografia minorile e corruzione di minorenne, dopo che tra febbraio e novembre 2018 - secondo la Procura - avrebbe adescato una ragazzina di 14 anni, compagna di scuola di sua figlia, prima inviandole foto dei suoi genitali e poi inducendola a fare altrettanto, attraverso lusinghe e regali - come ricariche telefoniche - per provare a ottenere in cambio la sua fiducia

“Ebbene sì, nei Comitati per l’ordine e la sicurezza, Prefettura e forze dell’ordine non hanno mai parlato di mafia nigeriana a Ferrara. Il che non vuol dire che la mafia nigeriana non esista (nè ho mai pensato questa cosa). Nè vuol dire che dietro lo spaccio e lo sfruttamento della prostituzione non ci sia, anche a Ferrara, una organizzazione. E che questa sia, per larga parte, gestita da nigeriani (il che non vuol dire, naturalmente, che tutti i nigeriani siano spacciatori o prostitute). Questo è quello che ho detto (non solo a Ponte qualche sera fa)”.

La replica che l’assessore Aldo Modonesi offre in risposta al nostro articolo sulla mafia nigeriana è esaustiva. Esaustiva per quanto concerne la sua posizione: durante gli incontri con le autorità di pubblica sicurezza, nessuno ha mai tirato fuori il tema. Quindi, se davvero esiste un radicamento della mafia nigeriana a Ferrara, viene da chiedersi perché non se ne parli nei luoghi deputati a farlo. A maggior ragione visto che in parlamento se ne parla come dato assodato.

Modonesi conforta la sua risposta con “una recente risposta scritta del prefetto” che “conferma il tutto”. La risposta è un documento inedito di due pagine che discende da una interpellanza del 20 luglio depositata dal consigliere Matteo Fornasini di Forza Italia in merito all’eventuale esistenza del fenomeno. il tutto confermato anche da una recente risposta scritta del Prefetto).

L’assessore ha ragione: la risposta del prefetto Tortora è datata 2 agosto (ma solo ieri è stata inviata ai gruppi consiliari) e afferma che “il fenomeno, anche se non è tale da potersi qualificare come espressione di criminalità organizzata, viene attentamente seguito da parte delle forze di polizia”. L’esame che arriva da Palazzo Giulio d’Este sottolinea come “l’attenzione al potenziale radicamento nel territorio di forme di criminalità più strutturata e organizzata, anche di origine straniera, rimane molto elevata, tenendo conto, nello specifico, dei particolari fatti di reato e dei contesti che possono ritenersi sintomatici per tali fattispecie”.

Parole quasi opposte rispetto a quelle portate all’esame della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno mafioso dall’Osservatorio sulla Criminalità nel maggio scorso. Ai più non sarà sfuggito nemmeno il contrasto con quanto affermato dallo stesso Tortora in un’occasione pubblica, presenti anche sindaco e questore: si tratta “di un fenomeno che abbiamo notato già da tempo: effettivamente il tema esiste come riscontrato dalla presenza di piccoli spacciatori e controllo della prostituzione gestito da nigeriani”. Era il 20 luglio, nemmeno due settimane prima della risposta formale a Fornasini.

Il 2 agosto invece il “fenomeno” sembra ridimensionato: “da tempo il quartiere Gad è oggetto di particolare attenzione da parte della prefettura sotto il profilo della sicurezza, per le caratteristiche che lo contraddistinguono legate alla forte presenza di residenti di origine straniera, alle criticità specifiche del cd Grattacielo e della stazione ferroviaria e alla diffusione in alcune zone di fenomeni di spaccio e di prostituzione”.

L’analisi di tali elementi e dell’andamento della criminalità nell’area è stata “più volte condotta, nella sede del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, producendo – grazie al costante coordinamento con l’Amministrazione comunale – una articolata strategia di contrasto e di prevenzione che si sviluppa, nella cornice del Patto per la Sicurezza di Ferrara, sui doversi livelli di intervento, nelle forme della sicurezza integrata e della sicurezza partecipata”.

Per quanto attiene alle attività di repressione e di prevenzione, il prefetto parla di “mirata e sensibile attenzione” da parte delle forze dell’ordine, “volta a cogliere i segnali dei fenomeni di illegalità e criminalità che vi si riscontrano e del loro sviluppo nel tempo”. Cosa ben diversa dagli interventi sporadici lamentati invece da Tagliani.

Anzi, Tortora parlava già allora di “attività quotidiana di controllo del territorio” e di un “frequente svolgimento di servizi straordinari dedicati”, con la “conseguente applicazione sul fronte sanzionatorio di tutte le misure previste, anche utilizzando gli strumenti innovativi resi disponibili dalle normative più recenti in materia” (leggi daspo urbani, ndr).

Anche qui la dichiarazione cozza con le recenti decisioni di intervenire massivamente in zona Gad da parte di Polizia e Carabinieri, con il costante patttugliamento cui si assiste in questi giorni.

La relazione termina parlando del “potenziale coinvolgimento in tali percorsi criminosi delle persone richiedenti protezione internazionale ospiti in particolare nelle strutture della città di Ferrara”, osservando come “le attività di mediazione culturale, istruzione e integrazione sociale svolte nei confronti dei suddetti stranieri da parte dei gestori dell’accoglienza, oltre al costante controllo sulle condotte mantenute nell’ambito delle strutture stesse – con l’applicazione anche di misure sanzionatorie da parte di questa Prefettura nei casi di mancato rispetto delle regole – costituiscono un forte presidio di prevenzione al riguardo, confermato, peraltro, dai riscontri dell’attività di polizia”.

Ma la risposta all’interrogazione del consigliere di Forza Italia non è ancora completa. Si attende il ‘referto’ della questura. Referto che potrebbe ancora una volta capovolgere le dichiarazioni prefettizia.

Appena una settimana prima, infatti, il capo della Squadra mobile Andrea Crucianelli commentava un maxi sequestro operato a Ferrara: un chilo di droga suddiviso in 85 ovuli termosaldati, trovati in un appartamento di via Porta Catena, con arresto di un giovane africano di 30 anni.

“Una quantità di droga – dichiarava in proposito Crucianelli – importante e anche preoccupante. Questo ci fa capire come anche Ferrara sia diventata una città di smistamento da attenzionare”.

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