Politica
26 Agosto 2017
Aspro dibattito alla festa dell'Unità. "Fondamentale confronto costruttivo tra le parti perché il rischio di vittoria dei populismi è alto"

Prove di disgelo tra Pd e sindacati su pensioni e lavoro

di Redazione | 4 min

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Sono la riforma Fornero ed i due temi spinosi di lavoro e pensioni al centro dell’incontro inaugurale della festa Pd ‘Porotto Insieme’ che ha visto confrontarsi, in modo anche a tratti aspro, da una parte le due deputate democratiche Marialuisa Gnecchi (capogruppo commissione lavoro e coautrice con Cesare Damiano del libro ‘Pensioni: la riduzione del danno’) e Paola Boldrini e dall’altro, in rappresentanza delle tre sigle sindacali, Cristiano Zagatti (Cgil), Massimo Zanirato (Uil) e Walter Chessa (Cisl).

Non sono mancate all’interno dell’incontro vere e proprie frecciatine lanciate dai sindacati, come nel caso di Massimo Zanirato: “Sono diversi anni che non venivo più invitato a partecipare ad una festa Pd – lamenta il segretario Uil -. Prima fase del governo Renzi non mi pare si avesse molta voglia di parlare con le organizzazioni sindacali viste piuttosto come intralcio alla sua opera di rottamazione. Con il Pd sono stato molto critico perché dall’altra parte ci sono valori che non ci rappresentano e dobbiamo stare molto attenti”.

È lo stesso Zanirato a porre alcune questioni sul tavolo: “E’ eresia provare a governare industria 4.0 o pensare di lavorare qualche minuto in meno e lavorare tutti? – domanda il sindacalista Uil -. Possiamo muovere delle critiche per il bene del centro sinistra? Io non godo nel vedere che la Lega Nord vince in qualche comune o quando a Codigoro si fanno certe uscite incomprensibili oppure ad Argenta si esternalizzano scuole senza senso”.

A coadiuvare nella polemica il segretario della Uil ci ha pensato il suo omologo della Cgil Cristiano Zagatti: “Sono molto preoccupato – introduce il sindacalista Cgil -. Abbiamo un problema di rappresentanza e gli incentivi alla lotta alla povertà ed al lavoro necessitano di coperture economiche, senza le quali questi progetti risultano inutili e fanno perdere consenso a chi li fa. La riforma del lavoro è antitetica alla Cgil, quale è la vera vocazione del Pd? Le risorse sono state distribuite verso le imprese ed è cresciuta la disuguaglianza”. Secondo Zagatti “il pezzo tecnico ha sovrastato la volontà politica. Discutiamo in questa regione del patto per il lavoro e poi abbiamo tavoli aperti in provincia per esternalizzazioni con appalti che abbassano il costo del lavoro”.

Rispondono in coro ai sindacalisti le due deputate del Pd Paola Boldrini e Marialuisa Gnecchi con l’obiettivo di provare a raggiungere un disgelo con i sindacati: “E’ fondamentale ritrovare un confronto costruttivo tra le parti perché il rischio di vittoria dei populismi è alto – dichiarano entrambe le deputate -. Va fatto un lavoro vero e serio con le organizzazioni sindacali attraverso i tavoli aperti e la fase 2, già in programma, dopo l’intesa e l’approvazione del verbale del 23 settembre dello scorso anno sul sistema pensionistico”. Proprio Marialuisa Gnecchi poi sottolinea di “essere stata in disaccordo con Renzi quando ha considerato le organizzazioni sindacali come orpello. Credo se ne sia accorto anche lui che quello è stato un errore”.

Minimo comune denominatore tra le parti è stato senza dubbio la bocciatura tout court della riforma Fornero etichettata da Walter Chessa (Cisl) come “danno immane che oggi stiamo cercando di mettere a posto ma abbiamo dovuto fare 8 salvaguardie e se volessimo risolvere il problema servirebbero 80 miliardi. La riforma Fornero è servita per fare cassa ed è stata l’emblema della tecnocrazia che non ha tenuto conto della crisi, del contesto economico e della situazione dei giovani”.

Un pensiero ripreso anche da Zanirato che attacca: “Io non mi accontento dell’eravamo sull’orlo del baratro, quella porcata lì l’ha votata anche il Pd – tuona il segretario Uil -. L’aumento dell’età pensionabile blocca l’ingresso sul mercato del lavoro ai giovani e abbiamo dei rappresentanti del Pd, da Morando a Nannicini fino al consigliere economico nostrano del governo (Marattin ndr), che per loro va bene così ed è giusto aumentare l’età pensionabile con l’aumento dell’aspettativa di vita”.

“La riforma Fornero non è una riforma delle pensioni ma una manovra economica per trovare soldi che dovevano servire per sistemare i conti e pensioni dei giovani ma non è stato così” spiega Marialuisa Gnecchi, provando a giustificare poi il voto del Pd sulla riforma. “Quando siamo passati da Berlusconi a Monti c’è stata una situazione di sollievo nel paese ed il Salva Italia non è stato visto subito come disastro – dichiara la capogruppo Pd in commissione lavoro alla Camera -. L’opinione pubblica quando si votò la manovra Fornero era tutta attenta a salvare il paese e gli esodati vennero fuori successivamente dal Mille proroghe”.

“E’ una follia aver immaginato, senza neanche passare dal Parlamento, un meccanismo di riduzione e aumento dell’età pensionistica in base all’aumento dell’aspettativa di vita perché questo genera insicurezza” commenta ancora Gnecchi, concludendo con una bordata. “Ci stiamo dannando l’anima sul tema dell’aspettativa di vita ma i governi sono in balia di chi porta loro i conti (il riferimento diretto è principalmente Tito Boeri presidente dell’Inps ndr) – chiosa la deputata Pd -. Sono anni che viviamo con questi suggerimenti molto pericolosi che poi ci costringono ad impegnare anni e risorse per sistemare errori”.

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