Cronaca
21 Luglio 2017
Decisione a sorpresa del collegio giudicante. Alla sbarra un giovane accusato nel 2013 di aver costretto una 14enne a un rapporto non consensuale

Violenza su minore in fuga, i giudici riaprono l’istruttoria

di Daniele Oppo | 2 min

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tribunale, la legge è uguale per tuttiDoveva arrivare la sentenza, invece i giudici sono usciti dalla camera di consiglio con un ordinanza per la riapertura dell’istruttoria. Non sono bastate dunque le prove finora portate a processo per prendere una decisione sulle accuse di violenza sessuale su una minorenne in fuga mosse a carico di un ragazzo oggi 23enne.

Il colleggio – composto dai giudici Vartan Giacomelli (presidente), Debora Landolfi e Sandra Lepore – pensa sia necessario integrare l’istruttoria sentendo gli assistenti sociali che accolsero la ragazza e la aiutarono al momento della denuncia.

Il fatto risale al luglio 2013: la giovane – scappata da una struttura di accoglienza – si recò in una stazione dei pullman alla ricerca di un ragazzo di cui era innamorata. Lì trovò un gruppo di altri ragazzi a cui chiese informazioni e tra i quali c’era anche l’odierno imputato, (difeso dall’avvocato Filippo Sabbatani). Proprio lui – allora 19enne – si offrì di ospitarla a casa nel caso non fosse arrivato l’amico. E così accadde. I due fumarono della marijuana e nella camera da letto di lui – ha raccontato la giovane, allora 14enne – si sarebbe consumato un rapporto sessuale da lei non voluto.

Il racconto però non è bastato: lei stessa ha affermato di essersi ritrovata il mattino dopo in uno stato di confusione rispetto all’accaduto, dubbiosa anche di fronte al fatto che la madre del ragazzo – i genitori erano in casa – le portò la colazione. L’imputato dal canto suo ha ammesso il consumo di marijuana ma ha categoricamente rigettato ogni contatto di tipo sessuale, raccontando anche di come lei le chiese il numero di telefono il mattino dopo e apparisse piuttosto serena.

Nella scorsa udienza del 5 luglio il pm aveva chiesto la condanna 5 anni di reclusione, riconoscendo le attenuanti anche per via della ‘vivacità’ della ragazza. L’avvocato difensore nell’udienza di giovedì mattina ha invece chiesto l’assoluzione o, in subordine, il minimo della pena. I giudici invece hanno ritenuto il quadro probatorio non sufficiente per decidere in un senso o nell’altro, fissando una nuova udienza per il 20 settembre, decisione accolta con molta soddisfazione dalla difesa.

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