Politica
20 Luglio 2017
Zaghini sposa la proposta di Marattin: “I proventi dalla vendita di azioni non sono soggetti ai vincoli del pareggio di bilancio”

Conflitto di interesse. “Una authority anche a livello locale”

di Redazione | 3 min

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di Eric Zaghini, sindaco di Berra

Non mi pare che Luigi Marattin abbia detto nulla di straordinario. Credo che l’intervento faccia seguito ai rilievi dell’Anac solo per una coincidenza temporale, in realtà le dice da dieci anni, motivo per il quale non ci vedo malizia nelle sue parole.

Negli ultimi dieci giorni Marattin aveva lanciato una proposta per il territorio, quella dell’area di crisi industriale complessa e oggi ne fa una seconda per stimolare un dibattito. Preso atto di una situazione bicefala in cui i comuni sono al tempo stesso regolatori e proprietari, una soluzione per evitarlo potrebbe essere quella di cedere al mercato le partecipazioni in queste società e reinvestendo per fare cose utili per territorio e aggancia questa proposta a quella della crisi industriale complessa.

È una cosa non molto distante a quella che tempo fa, in piena crisi Berco, io e Filippo Parisini – allora sindaco di Ro – andavamo dicendo io per il territorio copparese. Non è quindi grande novità. Evidentemente ogni tanto c’è bisogno di dar sfogo al dibattito e ritengo che il tema esista davvero. Per questo non vorrei che la discussione venisse liquidata frettolosamente.

Oggi i comuni sono in grossa difficoltà e servono risorse per investimenti. Accanto a questo va detto che i proventi dalla vendita di azioni o partecipazioni non sono soggetti ai vincoli del patto del pareggio di bilancio, perché sono computati sia in entrata che in uscita. Sono quindi risorse fresche che possono davvero sviluppare investimenti.

Accanto a questo va ricordato che il tema partecipazioni non si esaurisce parlando del solo comune di Ferrara. Ci sono altri comuni che a vario titolo sono soci di Hera o di altre società e fanno fatica a dismettere le proprie azioni nonostante ci siano indicazioni contrarie che chiedono di ridurre il numero delle partecipate.

Altro tema è vendere quando il mercato consente di farlo a prezzo vantaggioso e oggi la quotazione delle azioni Hera è ai massimi e bisognerebbe approfittare di questo momento. È chiaro che la scelta è libera e ritenere che sia più utile conservare la propria partecipazione azionaria perché dà dividendi che aiutano a sostenere la spesa corrente.

Le due opzioni sono legittime entrambe, ma rimane la curiosità di un settore, quello dei servizi pubblici locali in cui regolatore e regolato coincidono come in Atersir. È difficile a questo punto riuscire ad affidare il servizio a chi offre la miglior prestazione al minor prezzo. In questo momento è un meccanismo virtuoso che manca. E non possiamo nemmeno dire che avviene lo stesso a livello nazionale, dove invece ci sono le authority che sono, o dovrebbero essere, autorità indipendenti, per regolare il mercato, la concorrenza e la tutela dell’utente. Servirebbe magari una authority anche a livello regionale, composta ad esempio composti da esperti universitari con incarichi non rinnovabili che hanno il compito di fare gli affidamenti e le gare.

A questa ipotesi indipendente credo che nessuno si potrebbe sottrarre. È chiaro che non sono decisioni che si possono prendere nell’arco di un pomeriggio. Per quanto riguarda Ferrara, non mi sembra che Tagliani sia stato riottoso a dismettere le partecipazioni del Comune. Quando c’è stato bisogno di vendere Ferrara ha venduto. Penso che Tagliani non ritenga che il tempo sia maturo o forse che lo debba fare un sindaco a due anni dalla fine del proprio mandato. Dismettere un patrimonio stimabile intorno ai 40 milioni di euro è una scelta che dovrà fare un consiglio comunale con un orizzonte temporale più ampio.

Ecco perché credo che questo tema – far entrare i privati nel mercato sei servizi e reinvestire in progetti sul territorio magari agganciati a finanziamenti statali – ritornerà di sicuro nel prossimo futuro e lo vedremo permeare di sé le campagne elettorali dell’intera provincia.

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