Si avvicina il momento, dopo quattro anni terribili, dell’acquisizione di Carife da parte di Bper. E Cristiano Zagatti, segretario generale della Cgil Ferrara, assiema alla segreteria territoriale Fisac e alla Rsa Fisac Nuova Carife,coglie la palla al balzo per lanciare un appello ai futuri acquirenti e ai dipendenti, per rinsaldare con i clienti il rapporto di fiducia deterirato dalle ben note vicende.
“Si tratta di una grande opportunità – dice Zagatti – per rilanciare sul nostro territorio l’idea di una banca moderna ma tradizionale, che accompagni il tessuto economico locale con, al contempo, le risorse di un grande gruppo nazionale e l’attenzione al territorio di un istituto con origini e radicamento locale”.
Zagatti parla della ferita inferta dalle vicende Carife, difficile da rimarginare. “E’ una ferita – spiega – che ha lacerato anche trasversalmente il tessuto sociale, mettendo l’uno contro l’altro clienti e dipendenti, con il paradosso di lasciare spesso nell’ombra le responsabilità di un pugno di dirigenti che hanno abbandonato la missione storica della Cassa di Ferrara per imbarcarsi in una scellerata navigazione in mare aperto; ma la Cassa era un rassicurante battello da fiume, non una arrogante nave da crociera di lusso.
“Sarebbe troppo facile dire a Bper di restituire ai clienti (azionisti, obbligazionisti) quello che altri hanno tolto. Troppo facile – continua il sindacalista – ed anche irrealistico. Più sommessamente, chiediamo a tutti gli attori della vicenda di approfittare di quanto è successo e di quanto sta succedendo nel mondo bancario per segnare un cambio di passo. Che non vuol dire andare più veloce, ma andare rispettando i segnali stradali, anche quando sembrano intralciare la marcia. Il mondo delle banche non sembra imparare dai propri errori. Sul versante del credito, al netto della grave crisi economica, ha prestato fiumi di denaro non restituito alle grandi famiglie del cosiddetto “capitalismo di relazione”, che (le statistiche lo dimostrano) hanno alimentato il grosso delle sofferenze a livello nazionale. Sul versante della raccolta, le pressioni commerciali quotidiane, alla ricerca del risultato di breve periodo (che passa attraverso la vendita del prodotto e non attraverso la soddisfazione del cliente), sono ricominciate subito anche dove la bruciante tragedia del risparmio tradito avrebbe dovuto tenerle lontane”.
La richesta agli organi dirigenti di Bper è dunque di “guardare al futuro con lungimiranza, senza indulgere ai vizi atavici del sistema, figli della perversa logica della massimizzazione del profitto di breve periodo”. Ai lavoratori, invece, la Cgil chiede “di forgiare un patto quotidiano coi propri clienti, che riallacci il legame spezzato con la corda della loro professionalità e della loro coscienza, che rimane e va oltre il padrone di turno”.
“Sappiamo che non sarà facile – conclude Zagatti – anzitutto per quelle centinaia di persone che hanno scelto di rimettere in gioco la propria vita fuori dalla banca per salvare la banca. Non sarà facile nemmeno per quei tanti lavoratori corretti che sono rimasti, per troppo tempo, tutti associati in maniera umiliante ai risultati della malagestio di altri. Eppure sappiamo che proprio a partire dai lavoratori, che pagheranno inevitabilmente il prezzo più duraturo del disastro, potrà nascere e crescere un nuovo patto basato sulla fiducia”.
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