Economia e Lavoro
23 Giugno 2017
Zagatti si rivolge alla futura dirigenza e ai dipendenti per rilanciare l'idea di una banca vicina al territorio

Carife, appello Cgil a Bper: “Rinsaldare rapporto di fiducia con i clienti”

di Redazione | 3 min

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Tre miliardi e quattrocentomila euro. A tanto ammonta il differenziale tra i risparmi dei ferraresi il i prestiti che chiedono alle banche. "A Ferrara - scrive Samuel Paganini di Fisac Ferrara - si raccoglie denaro che si presta altrove". Un "paradosso in una provincia economicamente fragile come la nostra" con i risparmi dei cittadini che "spesso finanziano attività non presenti sul nostro territorio"

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Rendicontare con chiarezza e trasparenza i risultati raggiunti, condividere con gli stakeholder gli obiettivi che indirizzano le scelte aziendali e impegnarsi per mettere al centro persone, bisogni e valorizzazione dei territori: sono i principi sui quali il Gruppo Hera ha costruito il proprio bilancio di sostenibilità 2023

Si avvicina il momento,  dopo  quattro  anni  terribili,  dell’acquisizione di Carife da parte di Bper. E Cristiano Zagatti, segretario generale della Cgil Ferrara, assiema alla segreteria territoriale Fisac e alla Rsa Fisac Nuova Carife,coglie la palla al balzo per lanciare un appello ai futuri acquirenti e ai dipendenti, per rinsaldare con i clienti il rapporto di fiducia deterirato dalle ben note vicende.

“Si tratta di una grande opportunità – dice Zagatti – per rilanciare sul nostro territorio  l’idea  di  una  banca  moderna  ma  tradizionale,  che  accompagni  il  tessuto economico  locale  con,  al  contempo,  le  risorse  di  un  grande  gruppo  nazionale  e l’attenzione al territorio di un istituto con origini e radicamento locale”.

Zagatti parla della ferita inferta dalle vicende Carife, difficile da rimarginare. “E’  una  ferita – spiega – che  ha  lacerato  anche  trasversalmente  il tessuto sociale, mettendo l’uno contro l’altro clienti e dipendenti, con il paradosso di lasciare  spesso  nell’ombra  le  responsabilità  di  un  pugno  di  dirigenti  che  hanno abbandonato  la  missione  storica  della  Cassa  di  Ferrara  per  imbarcarsi  in  una scellerata  navigazione  in  mare  aperto;  ma  la  Cassa  era  un  rassicurante  battello  da fiume, non una arrogante nave da crociera di lusso.

“Sarebbe  troppo  facile  dire  a  Bper  di  restituire  ai  clienti  (azionisti,  obbligazionisti) quello che altri hanno tolto. Troppo facile – continua il sindacalista – ed anche irrealistico. Più sommessamente, chiediamo  a  tutti  gli  attori  della  vicenda  di  approfittare  di  quanto  è  successo  e  di quanto sta succedendo nel mondo bancario per segnare un cambio di passo. Che non vuol dire andare più veloce, ma andare rispettando i segnali stradali, anche quando sembrano intralciare la marcia. Il mondo delle banche non sembra imparare dai propri errori. Sul versante del credito, al netto della grave crisi economica, ha prestato fiumi di denaro non restituito alle grandi  famiglie  del  cosiddetto  “capitalismo  di  relazione”,  che  (le  statistiche  lo dimostrano)  hanno  alimentato  il  grosso  delle  sofferenze  a  livello  nazionale.  Sul versante della raccolta, le pressioni commerciali quotidiane, alla ricerca del risultato di  breve  periodo  (che  passa  attraverso  la  vendita  del  prodotto  e  non  attraverso  la soddisfazione del cliente), sono ricominciate subito anche dove la bruciante tragedia del risparmio tradito avrebbe dovuto tenerle lontane”.

La richesta agli organi dirigenti di Bper è dunque di “guardare al futuro con lungimiranza, senza  indulgere  ai  vizi  atavici  del  sistema,  figli  della  perversa  logica  della massimizzazione  del  profitto  di  breve  periodo”. Ai lavoratori, invece, la Cgil chiede “di  forgiare  un  patto  quotidiano  coi  propri  clienti,  che riallacci  il  legame  spezzato  con  la  corda  della  loro  professionalità  e  della  loro coscienza, che rimane e va oltre il padrone di turno”.

“Sappiamo che non sarà facile – conclude Zagatti – anzitutto  per  quelle  centinaia  di  persone  che  hanno  scelto  di  rimettere  in  gioco  la propria vita fuori dalla banca per salvare la banca. Non sarà facile nemmeno per quei tanti lavoratori corretti che sono rimasti, per troppo tempo, tutti associati in maniera umiliante ai risultati della malagestio di altri. Eppure sappiamo che proprio a partire dai  lavoratori,  che  pagheranno  inevitabilmente  il  prezzo  più  duraturo  del  disastro, potrà nascere e crescere un nuovo patto basato sulla fiducia”.

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