Attualità
9 Aprile 2017
Convegno di Fidapa all’interno del Weekend della pace. Daniele Lugli ha raccontato il loro impegno civile

Rosa Genoni, Alda Costa, Emma Thomas: tre donne esempi di pace

di Redazione | 4 min

Leggi anche

Acqua e siccità: “Un bravo sindaco dovrebbe pianificare una strategia efficace per il futuro”

“Di acqua si parla solo quando accadono i disastri. Quello che spesso non fa l’uomo è programmare interventi necessari e quanto mai urgenti”. Così Stefano Calderoni, presidente del Consorzio Bonifica pianura di Ferrara, sulla gestione delle risorse idriche nel territorio estense. “Ecco cosa dovrebbe fare un bravo sindaco: pianificare una strategia in grado di risolvere problemi futuri”

L’Ordine dei Commercialisti incontra il comandante della Finanza

Il presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed esperti contabili di Ferrara, Riccardo Carrà, e Susanna Zaniboni, consigliere con delega ai rapporti con uffici fiscali, hanno incontrato il colonnello Gabriele Sebaste, nuovo comandante della Guardia di Finanza di Ferrara

di Lucia Bianchini

“Rosa Genoni, Alda Costa, Emma Thomas: eleganza, impegno, spiritualità” è questo il titolo del convegno che Fidapa (Federazione italiana donne, arti, professioni, affari) ha organizzato all’interno del weekend della pace, a Palazzo della Racchetta. Incontro in cui Daniele Lugli, fondatore del movimento non violento di Ferrara, ha raccontato il ruolo della donna come mediatrice di pace  in particolare nelle due guerre mondiali, portando tre grandi esempi: Rose Genoni, Alda Costa e Emma Thomas.

“Mi sono interessato all’apporto che le donne hanno dato alla pace, a rendere più civile la nostra società- spiega Lugli-, convinto che l’unica vera grande rivoluzione e trasformazione  che ho visto nella mia vita sia stato il mutamento della condizione femminile”.

Rosa Genoni di famiglia modesta e numerosa, fa carriera come sarta, diventando negli anni ‘30 la promotrice del made in Italy. Socialista, insegna alla scuola professionale femminile “Umanitaria” di Milano, di cui diventa direttrice di corso e partecipa come rappresentante delle scuole di cucito italiane ad una riunione del partito operaio a Parigi. Si dimetterà dal ruolo per non giurare fedeltà al fascismo.

Ancor più importante è però la sua partecipazione al convengo de L’Aia del 1 maggio 1915, promosso dalla lega nazionale per la pace e la libertà. All’incontro partecipano 1135 delegate e l’unica italiana è proprio Rosa Genoni, che accompagna la presidente del convegno ad incontrare i capi di stato europei.

Rosa è grande amica di Anna Kuliscioff, ritratta su “L’Avanti” proprio con gli eleganti abiti cuciti per lei dalla sarta.

Allo scoppio della guerra in Libia Rosa Genoni  si dedica all’assistenza delle donne rimaste a casa, e durante il conflitto si adopera per aiutare i soldati al fronte, le famiglie italiane e tedesche, assiste i profughi italiani del Belgio dopo l’invasione.

Nel  1948 scrive al Conte di Bernadotte, mediatore dell’Onu per la questione Palestinese, auspicando la pace tra arabi ed ebrei in Israele.

Altra donna a cui Daniele Lugli ha dedicato uno spazio nella sua conferenza è Alda Costa, che definisce come la miglior dirigente socialista di Ferrara, grande organizzatrice di partito e di sindacato, che molti hanno rivisto nel personaggio di Clelia Trotti de “Le cinque storie ferraresi” di Giorgio Bassani.

Seppur sorvegliata in modo strettissimo Alda Costa continua la sua attività di antifascista per ricostruire le fila dell’antifascismo, soprattutto grazie all’aiuto del magistrato Antonio Buono che nel carcere di Copparo le fa incontrare con l’avvocato Alberto Savonuzzi a cui passa le indicazioni per rintracciare i socialisti che in clandestinità stavano ricostruendo il partito.

Alda costa si oppone già contro la prima guerra mondiale, come si vede da alcuni suoi articoli sul giornale ‘Bandiera socialista’. Si opponne fermamente nel 1917 all’invito per le insegnanti di portare le classi alla proiezione di un film sulla presa di Gorizia e in una lettera alle colleghe chiede loro: “Mostriamoci degna del nome di educatrici rifiutandoci. È tempo che nell’indirizzo educativo della scuola si faccia sentire il nostro pensiero e si faccia pesare la nostra volontà”. Solo poche altre insegnanti seguiranno il suo esempio, nonostante l’autorevolezza della Costa.

È ingiustamente licenziata per il suo atteggiamento contrario al regime, vince la causa ma rassegna volontariamente le dimissioni; è arrestata, mandata in confino, strettamente sorvegliata e brutalmente aggredita, ma nonostante tutto mantiene sempre la sua posizione e i suoi ideali.

La terza figura presentata durante l’incontro è Emma Thomas, che dopo aver insegnato per trent’anni a Londra e per quindici in una scuola quacchera in Svizzera, a fine guerra arriva in Italia dove conosce Aldo Capitini, inventore del centro di orientamento sociale, assemblee di cittadini in cui si discutono i problemi della cittadinanza insieme alle autorità: sindaco, prefetto, questore, industriali, a chi ha un ruolo nella comunità. La Thomas, sulla scia di questa iniziativa, insieme a Capitini stesso crea il Cor, centro di orientamento religioso. In un appartamento con una grande sala si tenevano le riunioni tutte le settimane: le sedie sono in circolo e vi partecipano persone dalle idee molto diverse.

Queste riunioni sono seguite con attenzione dalla questura, Capitini era stato incarcerato durante il fascismo, quindi vi è sempre un agente di guardia,  che la Thomas chiama a partecipare attivamente alla riunione, non limitandosi a sorvegliare dalla porta.

“Una frase di Capitini da l’idea di chi sia stata Emma Thomas- conclude Lugli-: ‘Emma Thomas insisteva sempre sul valore dell’individuo, sulla sua singolarità. Ognuno di noi ha un contributo unico e indispensabile e nessuno lo può dare al suo posto. Tra le persone che ho incontrato Emma t

Thomas possedeva idee sicure e liberamente formate e tuttavia desiderava quotidianamente di rivederle , correggerle e approfondirle’”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com