Eventi e cultura
27 Marzo 2017
Luca Zarattini selezionato per la Biennale dei Giovani Artisti. "La mia opera fa respirare la valle comacchiese perduta"

Un artista ferrarese tra i talenti del Mediterraneo

di Elisa Fornasini | 3 min

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Luca Zarattini

Ci sarà anche un ferrarese tra i protagonisti della ‘Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo’, evento europeo che raccoglie ogni due anni un centinaio di talenti under 35 dell’Europa, del Medio Oriente e del Nord Africa nelle varie discipline.

Il 33enne Luca Zarattini, nato a Codigoro e cresciuto tra Comacchio e Ferrara, volerà insieme ai 27 artisti italiani selezionati in Albania per partecipare alla 18esima edizione della manifestazione che si terrà dal 4 al 9 maggio a Tirana e Durazzo.

Ad organizzare la trasferta dell’arte made in Italy sarà proprio il Comune di Ferrara che dal 2004 ricopre il ruolo di ente coordinatore del comitato italiano dell’associazione Bjcem che organizza la biennale per promuovere il dialogo interculturale e offrire sostegno alla creatività giovanile dei ragazzi che abitano le diverse rive del Mediterraneo.

L’ambasciatore estense, come preannunciato, sarà il pittore Luca Zarattini che ha vinto il bando di selezione locale con un’opera che ricorda la sua terra. Che profuma di essa. Perché “l’arte non deve dare solo la possibilità di vedere il mondo con altri occhi, ma deve saper ricreare l’atmosfera e far sentire l’odore dell’oggetto rappresentato, un oggetto reale ma traslato in un’altra realtà”.

È la convinzione di Zarattini che con il suo “Interno 7” ha voluto rendere “omaggio al territorio comacchiese in onore delle mie radici e di mio nonno Emilio, il primo a dirmi che gli facevo respirare quelle sensazioni, di quando era un guardiano di valle”.

Interno 7

Il dipinto, realizzato con tecnica mista su tavola (colla, cemento, stucco, olio, smalti e cera), ripropone infatti “l’interno di un casone delle valli di Comacchio, edifici vissuti dai pescatori 40 anni fa e ora lasciati a deperire in mezzo all’area protetta del parco del Delta”. Una protesta contro il loro abbandono? “Forse sì, c’è la nostalgia e la voglia di rilancio. È per mostrare quello che rimane delle nostre tradizioni, dove una volta c’era vita e ora c’è solo il ricordo”.

Una reminiscenza toccata con mano nell’aprile dello scorso anno quando Zarattini, con la guida di uno degli ultimi guardiani di valle, Pier Carlo Farinelli, ha visitato in barca i casoni, per dare il via alla sua ricerca, artistica e personale, prendendo qualche appunto disegnativo. Gli schizzi si sono trasformati in quadri e la serie di interni che è uscita dalle mani e dalla mente dell’artista si è rivelata perfetta per il tema del concorso del Mediterraneo: la casa.

Gli interni delle abitazioni sono la specialità di Zarattini, diplomato al Dosso Dossi e laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Tra i suoi ultimi progetti spicca infatti “Carte di interni ferraresi” dove cattura l’anima delle case dei concittadini che si sono prestati al progetto.

Il primo a mettere disposizione la propria dimora è stato Giorgio Cattani, con cui condivide lo studio in via Vecchie, poi Lucio Scardino “e da lì è scattato il passaparola che mi ha permesso di incontrare decine di famiglie ferraresi che mi hanno ospitato nelle loro case” racconta l’artista che sta esponendo queste carte a Roma fino al 18 aprile anche se il percorso è ancora work in progress.

Ma cosa vuol dire essere un giovane artista oggi? “È un mestiere difficile, ma non sono tempi facili per nessuno. È una passione a cui sto dedicando la mia vita e che è diventata una professione a tempo pieno. Nonostante le difficoltà mi sta andando bene, ho appena inaugurato a Verona una mostra di dipinti su lastre di ottone dedicati al jazz e nell’aria c’è una personale alla galleria ferrarese Fabula Fine Art. La biennale segnerà un momento importante nella mia vita perché mi permetterà di conoscere coetanei di tutta Europa e non solo, per condividere arte ed esperienze”. E l’essenza dei casoni perduti.

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