Economia e Lavoro
23 Marzo 2017
Benasciutti: "Non conosce bene le dinamiche delle aziende, polemica non aiuta ad arrivare ai risultati"

Voucher. Confesercenti controreplica al segretario Cgil

di Redazione | 3 min

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Paolo Benasciutti

Botta e risposta nel giro di una giornata tra il segretario della Cgil Cristiano Zagatti e il presidente di Confesercenti Paolo Benasciutti, ovviamente sull’abolizione dei voucher lavoro.

E se Zagatti ieri ha attaccato anche l’associazione e il suo presidente sulla differenza tra semplificazione e deregolamentazione del lavoro, questa volta è Benasciutti a riprendere la parola: “Dispiace constatare che a fronte di un nostro intervento impostato su argomentazioni oggettive che portavano al tavolo della discussine la reale dimensione del fenomeno da una parte, e delle concrete esigenze del mondo delle imprese dall’altra, la risposta del segretario Cgil sia puramente sul piano politico ed ideologico – afferma Benasciutti -. La polemica non aiuta certo ad arrivare a risultati, e lo strumento dei voucher ha dato comunque risposte al mondo delle imprese quando il peso burocratico ed oneroso di una assunzione era spropositato rispetto all’occasionalità della prestazione. Uno strumento a cui sono ricorsi imprese ed associazioni, con la consapevolezza che non si trattava di alternativa ad un inquadramento per lavoro a tempo determinato o stagionale, e che la stessa Cgil, da quanto abbiamo appreso dai media, ha utilizzato”.

“Come Confesercenti – afferma il presidente – abbiamo sempre dato indicazioni precise ai nostri associati su quali siano le disposizioni che regolamentavano l’uso dei voucher, in particolare in caso di lavoro accessorio, tant’è che negli ultimi due anni durante le verifiche che gli ispettori hanno effettuato presso ditte nostre associate, in un solo caso è stato rilevato il disconoscimento del lavoro accessorio per ricondurlo al lavoro subordinato”.

“Altresì – prosegue il presidente dell’associazione degli esercenti – riteniamo inopportuno dare a prescindere un giudizio di scorrettezza dell’utilizzo di uno strumento normato, si tratta piuttosto di valutarne la legittimità o meno nella sua applicazione, cosa che va fatta all’interno di ogni situazione e rimandiamo quindi al mittente il riferimento all’onestà intellettuale. Piuttosto ci piacerebbe capire quali sono queste ‘decine di forme contrattuali’ che andrebbero a sostituire i voucher, forse il segretario Zagatti non conosce bene le dinamiche delle aziende o, forse come spesso capita in questo paese, si considerano tutte le aziende alla stregua di grandi imprese dove il più forte elemento strutturale può più facilmente consentire la programmazione anche nel lavoro. Peccato che il nostro paese si regga sulle micro e piccole imprese, dove tra l’atro la stessa Cgil è molto poco rappresentativa. Poiché in un clima di grande competizione, in un contesto di forte globalizzazione, il costo del lavoro è determinante per la sopravvivenza dell’impresa, anche a noi sarebbe piaciuto avere al nostro fianco la Cgil per chiedere una riduzione del cuneo fiscale, salvaguardando lavoro e retribuzioni. Così come ci sarebbe piaciuto averla al nostro fianco quando abbiamo raccolto le firme per ‘Liberaladomenica’ – conclude Benasciutti -, un percorso di legge ad iniziativa popolare per contenere le aperture domenicali delle attività del commercio, cosa che purtroppo non è avvenuta”.

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