Economia e Lavoro
21 Febbraio 2017
Il segretario Vancini: "Incentivi dispersivi, servono risorse mirate e non a pioggia"

Legge di bilancio. Confartigianato: “Solo 24milioni per le imprese ferraresi”

di Redazione | 2 min

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Giuseppe Vancini

La legge di bilancio per il 2017 e il relativo decreto fiscale stanziano quatto miliardi e mezzo di euro per la competitività e lo sviluppo. Ma, dati Ufficio Studi Nazionale Confartigianato alla mano, Giuseppe Vancini, segretario generale della sezione provinciale, guarda al 2017 con preoccupazione, «non intravvedendo reali strumenti per la crescita».

Secondo Confartigianato, che ha valutato l’impatto della manovra sulla platea delle imprese fino a cinquanta dipendenti, in funzione della tipologia e degli ambiti di intervento ammissibili, «l’effetto prodotto a Ferrara sarà di appena 24 milioni di euro». Che ripartiti sulle 36 mila imprese del territorio equivalgono a poco più di 600 euro annui per azienda.

«Diciamo che non si può parlare di svolta». In sintesi: «Sono dispersivi». E se le misure previste, secondo l’ufficio parlamentare di bilancio, dovrebbero consentire un aumento del Pil pari allo 0,3% per il 2017/18 e dello 0,1per il 2019, si «può dedurre che il risultato, considerando anche i costi burocratici per arrivarvi, nelle migliori delle ipotesi non sarà superiore all’investimento». La Confartigianato non ha dubbi: «La politica degli incentivi concepita sotto forma di detrazioni per ristrutturazioni, ecobonus e supporto all’auto imprenditorialità, aiuteranno le singole imprese, non l’economia. Lasciando al palo quelle di piccole e medie dimensioni, che costituiscono il tessuto imprenditoriale del territorio e che in questi anni hanno retto l’urto. Verso di loro manca la fiducia». Il che, «e non è un gioco di parole, crea sfiducia e disincentivazione negli imprenditori. Bisogna puntare non tanto e non solo sul numero degli addetti, o sul livello già raggiunto di innovazione e crescita – incalza Vancini – , ma su quello raggiungibile».

La proposta: «È necessario individuare specifici ambiti di intervento, come il Made in Italy o la manifattura, dove l’Italia in Europa è seconda solo alla Germania, e Ferrara ha una vocazione consolidata». Diversamente, questo il succo, i 24 milioni di euro, rischiano di tradursi in risorse «a pioggia», in ‘poco’ a ‘tanti’, invece che il ‘giusto’ alle Pmi che hanno prospettive di programmazione, progettazione, lungimiranza». Il tutto mentre accanto alla mortalità delle aziende, che «non esonera il nostro territorio», la pressione fiscale non accenna a diminuire, «togliendo anzi liquidità alle imprese, aumentandone i costi di produzione, mettendo a rischio l’occupazione». La conclusione: «E’ ovvio che tutti gli aiuti sono i benvenuti, ma i grandi numeri, se resi inutili, non portano a nulla e bisogna avere il coraggio di dirlo. Serve una distribuzione mirata».

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