Cronaca
8 Febbraio 2017
Mauro Fabbri avrebbe dovuto risarcire la donna per 500mila euro dopo aver tentato di ucciderla nel 2010

Commissiona l’omicidio dell’ex fidanzata al compagno di cella

di Redazione | 3 min

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Ha commissionato l’omicidio della ex fidanzata al compagno di cella, pattuendo come compenso circa 75mila euro tra contanti (25mila euro), un’auto Renault Koleos e un trattore Lamborghini. A incastrarlo sono state una serie di intercettazioni ambientali in carcere e le indagini dei carabinieri.

A Mauro Fabbri, un 60enne di Ponte Rodoni che sta già scontando all’Arginone una condanna di 8 anni e 6 mesi per lesioni aggravate e tentato omicidio della ex – un episodio avvenuto nel 2010 a Mirabello – è stata notificata questa mattina una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere sempre per tentato omicidio firmata dal Gip a conclusione delle indagini coordinate dalla Procura di Ferrara (dal procuratore Cherchi e dal pm Cavallo).

All’epoca – era il 16 marzo del 2010 – Fabbri aggredì per vendetta la donna con la quale aveva avuto una relazione durata un anno e mezzo (lei nel 2010 aveva 52 anni) colpendola più volte con un coltello sotto casa. Un’aggressione brutale che la disperata resistenza della donna, che riportò gravi lesioni, ha evitato finisse in tragedia. In seguito lei ha vinto la causa civile, che ha condannato Fabbri a risarcirle 500mila euro.

E’ a quel punto che probabilmente Mauro Fabbri ha maturato l’idea di eliminare la ex fidanzata, pensando di eliminare in questo modo anche l’obbligo di risarcirla. Durante l’ora d’aria ha conosciuto un detenuto bulgaro al quale ha confidato i suoi propositi, commissionandogli l’omicidio dietro la promessa di una cifra di denaro e di due veicoli. Il bulgaro, che stava scontando una pena di circa 7 anni di reclusione per truffa, avrebbe a sua volta contattato suoi conoscenti all’esterno che si sarebbero occupati del ‘lavoro’, ma nello stesso tempo si è rivolto al Magistrato di Sorveglianza rivelando i propositi di Fabbri. Ai carabinieri risulta comunque che una prima ‘tranche’ di 25mila euro fosse già stata versata dai familiari di Fabbri alla famiglia del bulgaro, convinti dallo stesso Fabbri a consegnare il denaro come atto di beneficenza verso una persona molto bisognosa conosciuta in carcere.

A quel punto i militari, in collaborazione con la Polizia Penitenziaria, hanno messo Fabbri e il bulgaro nella stessa cella, con l’intenzione di intercettarne le conversazioni, che hanno dato pieno riscontro a quanto rivelato dal bulgaro. L’ex fidanzata nel frattempo ha manifestato più volte la preoccupazione di sentirsi minacciata, nonostante il suo aggressore si trovasse in carcere, così sono stati intensificati i controlli attorno alla villa della donna, che hanno portato a verificare come nei paraggi si aggirassero i familiari del bulgaro, probabilmente per effettuare sopralluoghi.

Una volta avuto chiaro il quadro della situazione (anche con perquisizioni di Fabbri, del bulgaro e dei rispettivi nuclei familiari), i carabinieri hanno ottenuto dalla Procura l’ordinanza notificata stamane all’uomo. “La posizione del bulgaro – hanno spiegato il comandante provinciale dell’Arma Desideri e il colonnello De Martino in confrerenza stampa – al momento non è presa in considerazione, ma sono in corso accertamenti”. Nonostante il bulgaro abbia avvertito gli inquirenti, infatti, nel frattempo aveva già incassato la prima ‘tranche’ di quanto pattuito con Fabbri.

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