Cronaca
26 Gennaio 2017
La cooperativa Vivere Qui prende atto delle criticità. Blitz di Nicola Lodi nell'alloggio: "Degrado allarmante"

Migranti stipati in appartamento: “Li trasferiremo altrove”

di Redazione | 3 min

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Della situazione critica dei migranti stipati in 12 e a volte anche in 14 nell’appartamento di 150 metri quadri di viale Cavour 51 si è interessato anche Nicola Lodi della Lega Nord dopo che Estense.com ha sollevato il caso. Con un ‘blitz’ nell’alloggio al quinto piano dello stabile, il responsabile sicurezza e immigrazione del Carroccio ha potuto “tranquillamente confermare le lamentele del condominio”, ma anche le condizioni di sovraffollamento e di precarietà igienica in cui vivono i richiedenti asilo ospitati nella struttura, documentandole fotograficamente.

“Ho visionato l’appartamento – spiega Lodi – e ancora una volta si può confermare il fallimento dell’accoglienza. Degrado, puzza, sporcizia e migranti  lasciati alle proprie sorti. Nessuno è al corso di italiano, nessuno è impegnato a pulire dove vive. Ci troviamo di fronte a sporco a terra, immondizia, cucina fatiscente che rimane in piedi per miracolo, stoviglie sporche ovunque, acqua a terra in bagno, camere con letti alla meno peggio, condizioni igieniche gravi, basta vedere che per preparare i pasti si appoggia un asse di legno su water e wc. Ci sono addirittura porte senza in vetro, sicuramente rotto in precedenza. Da mesi questi appartenento è abitato e si può notare lo stato di degrado allarmante, mancano persino  le tende. Non si può definire questo appartamento un luogo di vita e inserimento. La cooperativa che gestisce questo alloggio sono certo da mesi non entra in questo tugurio. Chiediamo che le autorità verifichino con estrema urgenza la condizione igienica, che si ripristino porte, finestre e che si renda questo alloggio “umano””.

Dal canto suo la cooperativa sociale che gestisce l’alloggio, Vivere Qui, attraverso una nota del presidente Thomas Kuma, ha voluto chiarire di aver preso atto della situazione e che “pertanto di sta provvedendo a tasferire gli ospiti in altra struttura”. Ma ha voluto anche precisare che “la situazione abitativa della struttura di accoglienza straordinaria (Cas) situata in viale Cavour 51 a Ferrara, che gestisce in quanto componente dell’Associazione Temporanea di Imprese, risponde ai criteri fissati dal capitolato d’appalto relativo al bando pubblicato dall’Azienda Servizi alla Persona di Ferrara”.

“Il numero di posti messi a disposizione – sostiene la cooperativa – rispondono all’esigenza di accoglienza straordinaria decretata dalla Prefettura di Ferrara, per far fronte alla necessità di accogliere e gestire nuovi arrivi di richiedenti protezione internazionale. Lo stato dell’appartamento è essenziale e adeguato alla convivenza di più persone. Fin dall’inizio si è provveduto ad accogliere le richieste dei vicini, cercando di creare le migliori condizioni per la convivenza. E’ purtroppo evidente che non si è riusciti a contenere la conflittualità ed i disagi”. Ed è per questo che solo ora si sta provvedendo al trasferimento dei migranti in un’altra struttura: “Ciò avverrà – aggiunge Thomas Kuma – non appena firmato il contratto ed allacciate le utenze, come d’altra parte concordato con Asp e riportato da essa al tavolo della Prefettura”.

Sui rapporti con la cooperativa Camelot, infine, Kuma precisa che “la cooperativa sociale Vivere Qui, assieme ad altri 12 soggetti del terzo settore, è parte dell’Associazione Temporanea di Imprese di cui Camelot è capofila” e che questi diversi soggetti “hanno assieme partecipato e si sono aggiudicati la procedura europea ad evidenza pubblica bandita da Asp Ferrara per la prima accoglienza dei cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio di Ferrara, richiedenti protezione internazionale”.

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