Sarà mercoledì pomeriggio il momento della verità sul piano esuberi sottoscritto dalla Nuova Carife e dai sindacati Fabi, First-Cisl, Uil Credito, Fisascat Cgil e Ugl Credito: negli spazi di Ferrara Fiere i lavoratori in assemblea dovranno infatti votare per l’approvazione o meno dell’accordo del 31 dicembre.
L’approvazione da parte dei dipendenti è prevista nell’accordo entro tre giorni lavorativi dalla sottoscrizione. Il piano prevede l’uscita volontaria (o quantomeno ammorbidita) di almeno 300 dipendenti dalla Nuova Carife, ma l’Azienda punta ad arrivare a 350 dopo aver rinunciato all’obiettivo iniziale di 400 tramite i licenziamenti collettivi. Lo scopo è quello di rendere appetibile la Nuova Carife per l’acquisto da parte di Bper.
I sindacati dovranno spiegare i contenuti dell’accordo e trovare un’intesa con i lavoratori in assemblea per avviare subito le procedure di uscita che, lo ricordiamo, prevedono sostanzialmente tre opzioni: scivolo pensionistico per chi raggiungerà i requisiti entro il 2022, esodo incentivato (con il riconoscimento di 48 mensilità in aggiunta al Tfr) e accordo sulla mancata opposizione in caso di licenziamento collettivo (con un ‘premio’ di 40 mensilità in aggiunta al Tfr più una mensilità per compensare il mancato preavviso).
I tempi sono abbastanza stringenti perché l’accordo prevede che gli esuberi volontari dovranno essere individuati entro il 19 gennaio prossimo per diventare operativi da aprile alla fine dell’anno in corso.
Ecco cosa prevede l’accordo Carife-sindacati sugli esuberi
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