Cronaca
2 Dicembre 2016
Un uomo di 37 anni alla sbarra per maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale

Marito a processo accusato di abusi sulla ex moglie

di Daniele Oppo | 2 min

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trib2Un matrimonio combinato in Pakistan che in Italia si trasforma in una vita familiare fatta di vessazioni, costrizioni, abusi sessuali e un presunto aborto. Almeno stando alla denuncia della vittima, una giovane donna, nei confronti dell’ex marito 37enne, finito a processo per maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale.

Nell’udienza di giovedì mattina davanti al collegio composto dai giudici Luca Marini (presidente), Alessandra Testoni e Carlo Negri (a latere) a parlare è stata proprio la (presunta) vittima, che ha raccontato la sua storia, le difficoltà nella convivenza negli anni dal 2010 al 2013, gli abusi psicologici e fisici del marito anche davanti ai figli, il supporto del consultorio prima e degli assistenti sociali poi, fino al soggiorno in una struttura protetta. Ma dietro c’è anche una storia complicata con la sua famiglia di origine, con il nonno ucciso in Pakistan dal fratello del marito e il risarcimento ottenuto con la cessione di alcuni terreni, il perdono mai ricevuto, i conflitti con i genitori e, appunto, il matrimonio combinato.

Al banco dei testimoni sono stati chiamati anche l’assistente sociale di un comune dell’Alto Ferrarese che ebbe in carico la giovane donna, la psicologa del consultorio e i carabinieri che intervennero nell’abitazione della coppia – su chiamata del marito – per un presunto tentato suicidio da parte della donna che avrebbe tentato anche di buttare dalla finestra il figlio di due mesi. “Dal conflitto con il marito sono emersi episodi di violenza di tipo fisico, psicologico, di costrizioni e abusi sessuali, minacce e un controllo a limitazione della libertà”, ha raccontato la psicologa che ha descritto aggiunto: “La sua famiglia la accoglieva ma poi la rimandava a rapporto dal marito”. C’è però anche un altro dato: quelle violenze, almeno per quanto emerso dalle testimonianze, non hanno avuto riscontri diretti: “Non ricordo segni”, ha concluso la psicologa su domanda del difensore dell’uomo, l’avvocato Massimo Cipolla. C’è però  un referto del pronto soccorso che dà conto di un presunto aborto a seguito di una lite culminata con la donna colpita con una scarpa dal marito.

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