Politica
8 Novembre 2016
Per il sindaco è una vittoria, ma l'Anticorruzione conferma l'illegittimità degli atti e critica anche il successivo bando di gara vinto dalla coop

Affidamenti a Camelot. L’Anac assolve il Comune? Proprio no

di Daniele Oppo | 5 min

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unnamed“Anche Anac risponde assolvendo il Comune da responsabilità in merito all’affidamento diretto a Camelot”. Parte così il comunicato che la portavoce del sindaco ha consegnato agli organi di stampa in merito all’ultima comunicazione dell’Anticorruzione, datata 2 novembre 2016, sulla nota vicenda dell’affidamento diretto alla coop del progetto Sprar per l’accoglienza dei migranti richiedenti asilo e rifugiati per il triennio 2014-2016. Ma quella che viene presentata come una clamorosa inversione di marcia da parte dell’autorità presieduta da Raffaele Cantone, a una lettura più approfondita non è affatto tale.

Innanzitutto la risposta dell’Anticorruzione che per il sindaco “archivia l’episodio”, in realtà tratta solo di una fase, l’ultima, quella della gara che è seguita alla revoca dell’affidamento diretto, vinta dall’unica partecipante: Camelot. Ma anche in questo caso non assolve affatto l’operato dell’amministrazione.

L’Anticorruzione sbugiarda il Comune su Camelot

Sembra tutto chiaro dalle motivazioni: “Si prende atto dell’oggettiva difficoltà del Comune di bandire una gara che assicurasse una effettiva possibilità di partecipazione ad operatori economici diversi da Camelot; e ciò perché il progetto già approvato e finanziato dal Ministero dell’Interno per la durata complessiva di tre anni non poteva di fatto essere modificato, per l’affidamento dell’ultimo anno (ovverosia quello messo a gara), né con riferimento all’ammontare del finanziamento, né in relazione alla localizzazione e tipologia delle unità immobiliari messe a disposizione per l’accoglienza e – sotto altro profilo – limitava l’individuazione dei criteri di valutazione per le proposte progettuali”.

Appare evidente dunque che la presunta “assoluzione” o “archiviazione” del caso, riguarda solo una fase: quella della messa a gara. L’Autorità non si rimangia affatto le contestazioni in merito all’affidamento diretto.

Anzi, muove ulteriori perplessità sull’utilità della revoca dell’affidamento stesso e della successiva messa a gara vinta da Camelot (unica partecipante), giudicando infatti “sindacabile la decisione dell’Amministrazione di revocare, a seguito della prima nota di contestazioni dell’Autorità, l’affidamento a Camelot per poi bandire una nuova procedura destinata, per le motivazioni sopra menzionate, ad avere come unica partecipante e, conseguentemente, aggiudicataria la medesima cooperativa Camelot. Secondo i principi del corretto agire amministrativo, infatti, stante l’obiettiva impossibilità di bandire una gara per la co-progettazione di un servizio i cui confini economici, soggettivi e qualitativi erano stati già definiti irrevocabilmente due anni prima, il Comune di Ferrara – suggerisce l’Anac – avrebbe dovuto far presente all’Autorità tale circostanza e richiedere un parere circa la possibilità di proseguire il servizio con Camelot anche per l’ultimo anno rimanente, piuttosto che allestire una nuova gara”.

Il “buco” della nota stampa del sindaco. Qui c’è un fatto strano, il primo: il virgolettato della comunicazione Anac riportato nella nota del sindaco si chiude qui, manca il pezzo finale che è rilevabile nel documento originale – fornitoci su nostra ripetuta richiesta dalla stessa portavoce (lo trovate qui sotto) – che decisamente toglie ogni dubbio sul fatto che l’Anticorruzione non abbia affatto cambiato idea sulla vicenda, e che anzi ribalta la lettura positiva di Tagliani. Nel pezzo mancante, infatti, l’Anac dice chiaro e tondo che la nuova gara, oltre  a comportare un “inevitabile dispendio di risorse pubbliche”, era “sostanzialmente finalizzata a legittimare, a posteriori, l’originario, illegittimo affidamento“.

Più che un’assoluzione sembra un’ulteriore condanna, ma il sindaco ne dà una lettura diametralmente opposta, esprimendo soddisfazione per l’intervenuto chiarimento e confermando la fiducia nell’operato della dirigente Bergamini (indagata dalla procura di Ferrara proprio per gli affidamenti a Camelot), auspicando come anche questo elemento contribuisca a “diradare le tante cortine nebbiogene che politica e stampa – dice il sindaco – hanno creato su argomenti complessi e nuovi nei quali quello che ieri appariva come un ‘nuovo affare’ oggi ai più appare come terreno di confronto dove i margini economici sono ben poca cosa rispetto ai costi politici ed ai rischi imprenditoriali derivanti dai ritardi nei pagamenti e dalle aggressioni mediatiche”.

Il secondo “buco”. Un altro fatto strano, il secondo, nella comunicazione che il sindaco ha dato ai giornali è la palese confusione di piani e argomenti sulla posizione dell’Anac in merito alla necessità di indire o meno un gara pubblica per lo Sprar, lasciando intendere l’esistenza di un contrasto tra quanto affermato con l’atto del 2 novembre scorso e quanto invece comunicato al Comune (al sindaco e alla dirigente Bergamini) il 23 giugno 2015.

Testuale dal comunicato del sindaco: “Giunge invece inaspettata e non del tutto comprensibile, sempre nella nota a firma dell’Ing. Filippo Romano, la nuova perplessità che l’ANAC mostra verso la successiva decisione del Comune di revocare in via di autotutela quell’appalto. Una revoca decisa proprio a seguito delle osservazione che la stessa ANAC inviò, con nota del 23.6.2015, alla responsabile del procedimento Dr.ssa Lucia Bergamini ed al Sindaco nella quale si affermava come ‘discutibile la scelta del Comune di rinnovare anche se solo per un ulteriore anno il servizio in questione posta l’assenza di qualsivoglia concorrenza nella gara per il suo affidamento , stante il ribasso minimo offerto da Camelot (2,5%) non sembra – aggiungeva l’ANAC in relazione al Centro Servizi per l’Immigrazione – che fossero presenti le condizioni minime per considerare oggettivamente utile , quanto meno sotto il profilo economico , il suddetto rinnovo , ed invitava a provvedere in merito con iniziative in via di autotutela’. Poi si fa riferimento alla decisione del 2 novembre, rilevando l’apparente contrasto d’opinione tutto interno all’Anac, tanto che Tagliani afferma che la vicenda “dimostra che le amministrazioni vivono una stagione di confusione normativa nella quale neppure all’Anac è facile orizzontarsi visto che oggi si prende atto che l’affidamento diretto era, in quel contesto, la via corretta e si mostrano perplessità sul fatto che il Comune di Ferrara ha revocato quell’affidamento e poi fatto una gara: decisioni assunte dall’Amministrazione proprio in ossequio e su espressa indicazione di principio dell’Anac stessa”

Peccato che non esista niente di tutto ciò: la parte citata della comunicazione del 23 giugno 2015 riguarda infatti esclusivamente l’affidamento a Camelot anche del servizio del Centro servizi integrati per l’immigrazione, tutt’altra cosa (chi avesse voglia può leggere le contestazioni dell’Anac in questo articolo), tutt’altra questione che nulla ha a che vedere con il progetto Spar finito sotto esame e ‘giudicato’ nell’atto del 2 novembre.

L’Anticorruzione: “A Camelot esclusiva su assistenza migranti”

Alla fine, l’unica nota positiva per l’Amministrazione è che l’Anac “prende atto dell’impegno di codesta Amministrazione a predisporre le prossime gare per l’affidamento dei servizi in oggetto conformandosi a quanto rilevato dall’Autorità in merito ai precedenti affidamenti alla cooperativa Camelot” e secondo gli orientamenti espressi dalla stessa Anac in merito all’affidamento di servizi alle coop sociali.

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