Politica
25 Agosto 2015
I rilievi dell'Anac sia sul progetto Sprar che sulla gara per l'affidamento del Centro servizi integrati per l'immigrazione

L’Anticorruzione: “A Camelot esclusiva su assistenza migranti”

di Daniele Oppo | 4 min

unnamedÈ una pietra dal peso enorme quella che l’Autorità nazionale anticorruzione ha consegnato al Comune contenente i rilievi sull’affidamento diretto per il triennio 2014-2016 a Camelot del progetto Sprar.

Il testo contenente le osservazioni dell’autorità in risposta al Comune è datato 24 giugno 2015 ed è quello in base al quale la Gunta comunale ha deciso di procedere alla revoca del progetto alla cooperativa. Il documento – è bene sottolinearlo – è stato consegnato ai giornalisti che l’hanno richiesto durante la conferenza stampa convocata dal sindaco per discutere sulle eventuali richieste di dimissioni dell’assessore Chiara Sapigni e per spiegare il proprio punto di vista sulla vicenda.

L’Anac, oltre a ribadire – come già fatto notare da Estense.com fin dall’inzio – che già nel 2012 (e non solo dal 2014) con la deliberazione 25, anche se con alcuni profili di ambiguità nella parte narrativa, la stessa autorità avesse deliberato che “in caso di utilizzo di risorse pubbliche, nell’ambito di un progetto di coprogettazione, l’individuazione del soggetto privato affidatario dei servizi va effettuato mediante confronto concorrenziale nel rispetto dei principi generali della trasparenza e della par condicio”, dipinge un quadro in cui emerge una sorta di ‘zona grigia’ nei rapporti Comune-Camelot nella gestione dei migranti, a tutto vantaggio della cooperativa.

Secondo l’Autorità, l’amministrazione “ha individuato il soggetto attuare, con il quale presentare domanda per la partecipazione al progetto ministeriale (lo Sprar, ndr) e accedere ai fondi appositamente predisposti, senza procedere ad alcun confronto concorrenziale e senza neppure verificare l’eventuale esistenza di altri soggetti del terzo settore interessati che pure – secondo quanto sostenuto dal Comune – fanno parte del Progetto regionale ‘Emilia Romagna Terra d’Asilo’ oltre alla cooperativa Camelot”.

Ma le osservazioni che concludono le controdeduzioni dell’Anac sono ancora più esplicite e significative: “Tale modus operandi, oltre a presentare elementi di opacità connessi ispo facto alla mancanza di una qualsivoglia procedura competitiva per la selezione del partner progettuale/soggetto attuatore rimessa invece alla totale discrezionalità del Comune, nel caso di specie si innesta in un contesto locale che vede la cooperativa Camelot detenere una sorta di esclusiva nel campo dell’assistenza agli immigrati; sintomatica – prosegue l’Anac – in tal senso è l’indizione, nel 2008 e nel 2013, di procedure aperte per l’affidamento della gestione del Csii (Centro servizi integrati per l’immigrazione, ndr), per importi superiori alla soglia comunitaria, alle quali – sulla base di quanto rilevato dai dati assunti in Bdncp – risulta partecipante la sola Camelot, sempre aggiudicataria con ribassi percentuali irrisori (nell’ultima gara del 2013, il ribasso offerto è stato inferiore all’1%)”. Peraltro, si scopre solo oggi che l’Anac aveva inviato dei rilievi anche sull’affidamento del Csii, in particolare per la proroga annuale successiva al primo bando ma, affermano Sapigni e Tagliani sul tema, “era prevista regolarmente nel bando e comunque ne è stato fatto uno nuovo nel 2013”.

“Infine – prosegue l’Autorità anticorruzione -, la circostanza – pure addotta quale giustificazione delle scelte effettuate – che ‘per la realizzazione di questo progetto di rilevanza sociale è previsto il solo ripianamento dei costi sostenuti dal gestore […] restando pertanto esclusa la remunerazione del rischio d’impresa’, appare incoferente, dal momento che – come più volte sostenuto anche dalla giurisprudenza amministrativa – l’importanza dell’aggiudicazione di un appalto oltre che nel vantaggio economico che il concorrente può trarne, risiede anche nell’ampliamento curriculare dello stesso, potenzialmente utile per la partecipazione ad altre procedure di gara più selettive”.

Insomma, secondo l’Anac, il meccanismo dell’affidamento diretto e le gare con un solo partecipante – il medesimo – avrebbero permesso a Camelot di ‘farsi le ossa’ e potenzialmente avvantaggiarsene in altri procedure aperte dove i requisiti per partecipare sono più elevati. Una circostanza che, senza ancora conoscere il testo delle controdeduzioni dell’Anac, abbiamo evidenziato all’assessore Chiara Sapigni a margine della conferenza stampa tenuta con il sindaco Tiziano Tagliani, la quale però fa notare come “i progetti per l’accoglienza dei migranti sono iniziati nel 2006 e a quei tempi non erano in molti ad interessarsi alla questione ed era anche difficile trovare qualcuno che se ne occupasse”.

Tutti rilievi che, pur non essendo imposizioni, comunque hanno portato la Giunta a revocare in autotutela l’affidamento diretto per quanto riguarda il progetto Sprar dedicato agli 8 migranti con disagio mentale ed estendere tale provvedimento – “per maggiore trasparenza”, ha sottolineato il sindaco – anche all’affidamento relativo gli 80 profughi e richiedenti asilo ordinari, con contestuale indizione di una nuova gara aperta.

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