Economia e Lavoro
3 Agosto 2016
Commercio e Finanza rimane invenduta e viene incorporata

Carife si tiene la zavorra

di Marco Zavagli | 3 min

Leggi anche

L'ad di Nuova Carife Giovanni Capitanio

L’ad di Nuova Carife Giovanni Capitanio

La Nuova Carife ha incorporato Commercio & Finanza. Vale a dire che subentra in tutte le attività e passività, diritti, obblighi, crediti, debiti, azioni, e ragioni attive e passive dell’ormai ex controllata. La fusione è stata stipulata lo scorso 26 luglio, in esecuzione delle deliberazioni dell’assemblea straordinaria di Commercio e Finanza S.p.A. in amministrazione straordinaria ‐ Leasing e Factoring e dell’assemblea straordinaria della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara.

Gli effetti della fusione hanno iniziato a decorrere dal primo agosto. Lo rende noto la nuova banca, con una laconica nota nella quale si assicura che “l’operazione di fusione consentirà di sviluppare sinergie operative, la standardizzazione dei processi di lavoro e ottenere economie di scala”.

Il sintetico comunicato è quasi più scarno di un epigramma. Va quindi ricordato che Commercio & Finanza è una di quelle branche dell’ex impero del Gruppo Carife che più ha creato problemi dal punto di vista della sostenibilità del finanziamento. Non è un caso che C&F, la società di leasing del gruppo in amministrazione straordinaria dal maggio 2014, sia da anni uno dei nodi irrisolti nell’economia di Carife prima e dopo il famoso 22 novembre.

La società, più volte ispezionata dalla vigilanza di Bankitalia, era stata definita già nel novembre 2014 dal presidente di Banca Popolare di Vicenza (che aveva manifestato interesse all’acquisto di Carife) una “zavorra”.

Uno spiraglio per liberarsi di questa zavorra era stato ventilato nel gennaio del 2015 dai commissari Capitanio e Blandini. Mentre i due uomini di Palazzo Koch promettevano che la Carife sarebbe tornata in bonis entro maggio 2015, ai direttori di filiale venne detto che si stava valutando l’offerta impegnativa avanzata da Fonspa, Nuovo Credito Fondiario, Rbs (Royal Bank of Scotland) e da un fondo americano. La cessione di Commercio e Finanza, tra l’altro, era già allora ritenuta fondamentale per agevolare l’acquisizione di Carife da parte di altre banche interessate. Si trattava in sostanza di liberarsi di un peso. Una zavorra appunto.

A luglio 2015 sono sempre i commissari a confermare che nella società di leasing con sede a Napoli  “sono state individuate e definite le maggiori aree di criticità e lo stato di rischiosità delle stesse”. Su questo fronte, “considerata la sostanziale antiecononomicità dell’attività di impresa”, gli amministratori straordinari hanno deciso “di arrestare le attività di stipula di nuove operazioni finanziarie. Oggi tale società si limita a gestire i contratti di leasing e factoring esistenti”. Una scatola vuota insomma, con i dipendenti – una cinquantina – da pagare.

Ecco quindi perché è lecito leggere con una sana cautela quell’opportunità “di sviluppare sinergie operative, la standardizzazione dei processi di lavoro e ottenere economie di scala” sbandierato nella nota della Nuova Carife.

Va aggiunto poi che la fusione è tutt’altro che una sorpresa per gli addetti ai lavori. L’incorporazione infatti era già stata ‘anticipata’ nero su bianco lo scorso 26 aprile nel verbale di accordo sindacale tra Nuova Cariferrara e le delegazioni sindacali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl-Credito e Uilca-Uil. In quel verbale si legge che la fusione è “funzionale sia al successivo trasferimento delle sofferenze dall’ente ponte alla società veicolo “REV- Gestione Crediti Spa” (longa manus di Bankitali per gestire le sofferenze delle quattro banche ‘salvate’ dal decreto del 22 novembre, ndr), sia all’ormai avviato processo di vendita dell’ente ponte”. L’ente ponte è la Nuova Carife.

La fusione porterà quindi con sé ulteriori oneri anche per quanto riguarda il personale di C&F. I dipendenti se li accolla la nuova banca, con relativi trattamenti economici invariati (compreso l’ex premio di rendimento), fino a sei mesi dopo l’eventuale vendita e comunque non oltre il 31 dicembre 2016. La sede di Napoli, ormai di fatto svuotata, verrà chiusa.

Ai dipendenti che dalla Campania si dovranno trasferire in provincia di Ferrara verrà riconosciuto un rimborso forfettario di 600 euro per 11 mensilità fino alla fine del 2018.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com