Economia e Lavoro
31 Luglio 2015
Dalla relazione dei commissari una situazione patrimoniale disastrosa. Ma i warrant potrebbero salvare il legame territoriale della banca

Carife, le cifre ‘spietate’ del risanamento

di Ruggero Veronese | 4 min

Leggi anche

Corteo del 25 aprile. La Resistenza vive

Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

DSC09108Situazione patrimoniale

“Il risultato di periodo di 27 mesi chiuso al 31 marzo 2015 è negativo per euro – 376 milioni”. Lo schema e le frasi a pagina 10 della relazione dei commissari Carife racchiudono il passato, il presente e il futuro della Cassa di Risparmio. Dalle origini dei guai patrimoniali per la banca ferrarese alla drammatica situazione attuale, che ha reso necessario il piano di salvataggio da 300 milioni di euro del Fondo Interbancario di Tutela Depositi. La perdita di esercizio va infatti a impattare direttamente sul patrimonio netto di Carife, che a fine 2012 era peri a circa 384,5 milioni di euro, che si riduce così a ad appena 11,484 milioni.

È da questa dinamica che deriva l’impressionante svalutazione delle azioni Carife, che nello stesso periodo sono scese da 5,16 a 0,27 euro ciascuna. Risultato della semplice divisione tra gli 11,48 milioni di patrimonio netto e le 42.095.711 azioni attualmente in circolazione. Valore che ha sollevato anche diverse critiche sull’operato dei commissari, ma che del resto trova l’approvazione anche del comitato di vigilanza presieduto da Cosimo Centrone, il cui perito (professor Enrico Laghi) ha operato una valutazione del valore della banca con metodologie diverse da quelle dei commissari.

Mentre gli amministratori di Bankitalia hanno applicato le regole di bilancio per calcolare il patrimonio netto (e di conseguenza il valore delle azioni) della banca, Laghi ha effettuato una stima affidandosi al rapporto price/book value, che consente di confrontare la prima cifra con le valutazioni patrimoniali fatte dai mercati, in questo caso prendendo come termine di confronto un campione di banche europee e uno di banche italiane di dimensioni analoghe a quelle di Carife. Secondo questo criterio, il valore complessivo di Carife sarebbe addirittura inferiore a 11 milioni di euro e cioè tra i 6,17 e i 9,07 milioni, con una stima per azione tra 0,15 e 0,22 euro. Calcoli che comunque risentono della attuale situazione della banca, dal momento che i metodi fondamentali per il calcolo del suo valore complessivo “non sono applicabili in quanto Carife non opera in condizioni di continuità aziendale”.

Politiche di risanamento

La relazione finale indica chiaramente chi, nella attuale gestione, rappresenta il vero ‘sick man’ del Gruppo Carife: la società di leasing Commercio e Finanza di Napoli, dove secondo i commissari “sono state individuate e definite le maggiori aree di criticità e lo stato di rischiosità delle stesse”. Su questo fronte, “considerata la sostanziale antiecononomicità dell’attività di impresa”, gli amministratori straordinari hanno deciso “di arrestare le attività di stipula di nuove operazioni finanziarie. Oggi tale società si limita a gestire i contratti di leasing e factoring esistenti”.

Ma a prescindere da questa ‘zavorra’, sono ben altre le politiche messe in campo per tappare le falle dei precedenti management: “razionalizzazione delle strutture, contenimento dei costi, rafforzamento della funzione di controllo dei rischi, verifica e superamento delle irregolarità sussistenti e accantonamenti su vari fronti”. Vediamo nello specifico alcune delle soluzioni adottate negli ultimi due anni: l’alienazione di due rami di azienda (ovvero la cessione di 16 sportelli, di cui 14 a Roma, alla Banca Popolare di Vicenza, e di altre filiali alla Banca Centropadana di Credito Cooperativo), verifiche più severe per l’erogazione del credito, la riduzione del personale (sceso del 24% da 1.227 a 919 dipendenti), l’avvio di una procedura civile contro gli ex vertici (ai quali vengono richiesti risarcimenti per circa 100 milioni di euro).

I warrant

Chiudiamo con uno dei provvedimenti accolti con maggior favore dai soci e dalle associazioni di azionisti: l’emissione di warrant. Uno strumento finanziario ben visto anche da Fondazione Carife e Amici di Carife in quanto potrebbe permettere ai vecchi azionisti di recuperare un po’ di terreno nei confronti del Fondo Interbancario, che dopo l’aumento di capitale si ritroverà con il 96,3% delle azioni. “L’assegnazione gratuita di warrant – scrivono i commissari – consentirà ai titolari di azioni (escluso il Fondo Interbancario, ndr), con un impegno finanziario diluito nel tempo, di partecipare attivamente al piano di sviluppo della banca […]. Inoltre, in caso di esercizio dei warrant, il conseguente aumento di capitale sociale avrà l’effetto di contribuire al rafforzamento patrimoniale della banca”.

In sostanza tutti gli attuali soci riceveranno gratuitamente un warrant per ogni azione attualmente detenuta, e nel periodo compreso tra il 1° luglio 2018 e il 31 dicembre 2018 potranno ottenere altre cinque azioni al loro valore attuale (0,27 euro) per ogni warrant che eserciteranno. Questo, secondo gli amministratori, potrà “consentire alla banca, in un orizzonte temporale di 36 mesi circa, di incrementare ulteriormente le proprie risorse finanziarie”.

 

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com