Politica
12 Luglio 2016
L'opposizione: "Diamo un segnale di vicinanza ai cittadini e pugno duro contro i criminali". La maggioranza: "E' di competenza della commissione nazionale"

Il consiglio boccia la revoca dello status di rifugiato a chi delinque

di Elisa Fornasini | 4 min

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Al centro del dibattito la mozione presentata dal consigliere Vittorio Anselmi (Forza Italia) sulla revoca della concessione del titolo di rifugiato, richiedente asilo o di protezione umanitaria o sussidiaria a chi viene identificato a compiere atti illeciti.

Una mozione che vede compatta tutta l’opposizione, che chiede un “segnale politico di vicinanza ai cittadini e di pugno duro nei confronti di chi viene qui a delinquere”, ma che viene bloccata dalla maggioranza perché “la materia è di competenza della commissione nazionale per il diritto di asilo”.

Il documento è stato quindi respinto con i voti contrari di SI, Fc e Pd, rispetto a quelli favorevoli di M5S, FdI-An, FI, Lega e Gol.

“Individuare le persone che delinquono e togliere loro tutte le protezioni di cui godono non è una provocazione ma un fatto giusto e sacrosanto – annuncia il consigliere forzista Anselmi – per dare una risposta ai cittadini di fronte ad avvenimenti che stanno preoccupando opinione pubblica e amministratori, prefetto e forze di polizia, in particolare riguardo a una sorta di escalation dei fenomeni di violenza e illegalità che si stanno strutturando sotto forma di bande e organizzazioni”.

“Uno degli elementi che desta maggiore fastidio è che diversi episodi di degrado e criminalità sono compiuti da persone sottoposte a provvedimenti di protezione (‘graduati’ a seconda della normativa, dai richiedenti asilo ai titolari di protezione umanitaria)” denuncia Alsemi, secondo il quale questa “precisa corrispondenza tra chi commette crimini ed è titolare di protezione” è un “aspetto odioso perché a queste persone è stata offerta accoglienza e protezione mentre loro violano questo patto di muto rispetto”.

Forza Italia chiede quindi tolleranza zero nei confronti di chi compie atti delinquenziali, a cui deve essere revocato lo status di rifugiato, e che vede il pieno appoggio di tutta l’opposizione, soprattutto del consigliere Sergio Simeone (M5S) che presenta anche un emendamento alla mozione “a difesa di chi si comporta correttamente, bianco o nero che sia”.

A mettere il freno ci pensa l’assessore Chiara Sapigni che fa chiarezza sulle diverse misure di protezione, “che sono tutelate e non prevedono il rimpatrio perché significherebbe rimettere i richiedenti nelle stesse condizioni di pericolo nei paesi di guerra da cui sono fuggiti. La materia è comunque di competenza della commissione nazionale e lo status può essere revocato solo dopo una condanna con sentenza definitiva per reati gravi”.

“Le competenze del Comune sono praticamente nulle – prosegue l’assessore Sapigni – ma compete a questura e prefettura fare domanda, come già successo in quattro casi a Ferrara per chiedere il rimpatrio di due nigeriani e due somali”. “Non vogliamo svilire il documento ma siamo qui a banalizzare e a raccontarci cose che non possiamo realizzare” conferma il capogruppo del Pd Luigi Vitellio che chiama in causa la convenzione di Dublino e la certezza della pena, “che vale per tutti perché non esistono cittadini di serie A e B”.

Ma la bagarre continua. “Sono tutte belle parole ma andiamo a spiegare il trattato di Dublino alla signora che abita nel grattacielo e che vede che chi delinque ed è condannato può continuare a farlo” attacca Francesco Rendine (Gol) secondo cui esiste un “comportamento vessatorio nei confronti di chi risiede qui rispetto agli extracomunitari”.

“Si fa della mulinazza, tutte le volte che l’opposizione produce un documento concreto, il Pd trova scuse per rendere questa città meno sicura” conclude Rendine, supportato in questa sua invettiva anche da Paolo Spath (FdI) che però però ammette che “il problema sta al monte, al fallimento della politica dell’accoglienza per la mancanza di selezione tra chi entra nel nostro Paese”. A chiudere la discussione è Fausto Facchini (Pd) che ribadisce la presa di posizione della maggioranza: “L’autorità comunale non ha alcuna competenza diretta di revoca della protezione, non abbiamo le capacità di fare quello che chiede questo ordine del giorno”.

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