Cronaca
1 Luglio 2016
Definitiva la condanna per la bancarotta dall'acquisto della Spal. Assoluzioni per Progresso e Messidoro

Crac Coopcostruttori, tutto (o quasi) da rifare

di Daniele Oppo | 4 min

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Foto di Cédric/Flikr/CC BY SA 2.0

Foto di Cédric/Flikr/CC BY SA 2.0

Processo d’appello da rifare per le imputazioni più gravi relative al crac della Coopcostruttori, assoluzioni definitive per quanto riguarda le ‘figlie’ Progresso e Messidoro, condanna definitiva per la bancarotta derivante dall’acquisto della Spal.

È quanto emerge dal dispositivo della sentenza della Corte di Cassazione sulla bancarotta del colosso argentano delle costruzioni. I giudici hanno accolto il primo motivo del ricorso del procuratore generale e quelli degli imputati relativamente ai capi d’imputazione b) c) e d) della rubrica relativa a Coopcostruttori, quelli più pesanti: bancarotta fraudolenta da falso in bilancio, la questione delle azioni di partecipazione cooperativa (Apc) e le fatture irregolari (per quest’ultimo capo la Corte d’Appello di Bologna aveva assolto gli imputati). Significa, in sostanza, che c’è un processo da rifare e che cadono le condanne arrivate con la sentenza d’appello per l’ex patron Giovanni Donigaglia (6 anni), del suo vice Renzo Ricci Maccarini (4 anni) e dei dirigenti della coop tra 1993 e 2003.

In appello le condanne furono a sei anni l’ex presidente Giovanni Donigaglia e a quattro al suo vice Renzo Ricci Maccarini. Peppino Verlicchi – vicepresidente e responsabile produzione – a 4 anni e 4 mesi, Valentino Ortolani – vice presidente fino al ’97 – a 2 anni (con la sospensione condizionale della pena e non menzione nel certificato penale), Giorgio Dal Pozzo – vicepresidente dal 1997 al 2003- a 2 anni e 4 mesi, Sante Baldini a 2 anni e 4 mesi, Mauro Angelini a 2 anni e 6 mesi – questi ultimi due – componenti del collegio sindacale.

Effetto della sentenza è che rientrano in gioco le responsabilità dei revisori contabili dopo che il giudice d’appello che aveva dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Ferrara, e verrà esaminata anche la responsabilità penale del collegio sindacale: per loro la corte d’appello aveva ammesso solo il ricorso delle parti civili e il giudizio avvenne solo per quanto riguardava la responsabilità civile. Un effetto che non tocca Pier Luigi Viola (difeso dall’avvocato Alberto Bova), ex amministratore della Cir, che non rientrava tra i soggetti per i quali il Pg. ha impugnato la sentenza: la sua assoluzione in primo grado, confermata in appello, è divenuta così definitiva.

Cade l’accusa per gli interessi extracontrattuali dopo l’annullamento senza rinvio perché il fatto non sussiste.

“È un annullamento demolitorio – commenta il legale di Ricci Maccarini, l’avvocato Lorenzo Valgimigli -. Un’intera impostazione giuridica è crollata. La parola fine non è ancora scritta, ma è scritto che quelle condanne, con quelle motivazioni, non erano credibili. Se in appello era stata riscritta la storia giudiziaria della Coopcostruttori, la Cassazione riscrive ulteriormente quella storia. Aspettiamo le motivazioni, ma la corte delineerà dei principi che vincoleranno la decisione dei giudici d’appello”. Per il legale è una sentenza “che lascia sicuramente l’amaro in bocca a soci e creditori della Coopcostruttori, che vedono allontanarsi di molto la soddisfazione delle proprie pretese, ma anche per gli imputati che per dieci anni sono stati un capro espiatorio: questo deve innescare anche una riflessione storico-politica su come sono stati trattati”.

“Molto soddisfatto per l’esito del processo”, si dichiara l’avvocato Marco Linguerri, difensore del collegio sindacale: “Aspettiamo le motivazioni, ma giudico la sentenza positiva”.

“Da una prima lettura del dispositivo – affermano gli avvocati Claudio Maruzzi e Carmelo Marcello, che in giudizio rappresentavano una quota corposa delle parti civili – rileviamo con soddisfazione l’annullamento con rinvio della sentenza della Corte di appello di Bologna dei capi relativi alla bancarotta fraudolenta da falso in bilancio e da illecita emissione di APC, Corte di appello che aveva dichiarato inammissibile l’appello della Procura di Ferrara. Il che significa che dovranno essere nuovamente valutate le responsabilità penali dei sindaci e dei revisori. Anche con riferimento al ricorso abusivo al credito tramite fatture false, dovranno essere rivalutate le responsabilità penali degli imputati, la cui assoluzione della Corte di Appello è stata annullata. Soddisfazione anche per la definitiva condanna degli imputati per la bancarotta per dissipazione della Spal”.

Proprio la bancarotta per dissipazione tramite l’acquisto e i finanziamenti alla Spal con quasi 40 milioni di euro costituisce un’altro punto nodale della storia processuale, anche se minore: questa volta la decisione della Suprema Corte – che ha accolto la richiesta del Pg – ha reso definitivo, confermandolo, il giudizio di secondo grado, con le condanne per i finanziamenti della Spal che hanno comportato una dissipazione del patrimonio della Costruttori.

Per quanto riguarda le ‘figlie minori’ Progresso e Messidoro, anche in questo caso – con il rigetto dei ricorsi – la sentenza di secondo grado, che fu di assoluzione, diventa definitiva.

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