Attualità
13 Maggio 2016
Il sindaco promette una pattuglia fissa della polizia municipale, di farsi carico delle denunce dei residenti e nuove restrizioni ai locali che vendono alcolici

Zona Gad, Tagliani contestato al presidio contro il degrado

di Ruggero Veronese | 3 min

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“Di acqua si parla solo quando accadono i disastri. Quello che spesso non fa l’uomo è programmare interventi necessari e quanto mai urgenti”. Così Stefano Calderoni, presidente del Consorzio Bonifica pianura di Ferrara, sulla gestione delle risorse idriche nel territorio estense. “Ecco cosa dovrebbe fare un bravo sindaco: pianificare una strategia in grado di risolvere problemi futuri”

b9adf61a-4ff3-4538-876d-09a6b28c2a48Il sindaco Tagliani e gli attivisti del comitato Zona Stadio si salutano poco dopo le 23, dopo oltre due ore ad alta tensione durante il presidio contro il degrado in zona Gad. Due ore in cui a tratti gli animi si sono anche scaldati, come dimostrano le contestazioni al primo cittadino da parte di diversi residenti, che senza troppi timori reverenziali hanno criticato l’amministrazione per il degrado nel quartiere e per il fenomeno dello spaccio di droga all’ordine nel giorno tra le vie residenziali. Ma non è mancato neanche chi ha in qualche modo spezzato una lancia in favore di diverse iniziative dell’amministrazione anche se, tirando le somme, il coro rimane unanime: “Bisogna fare di più”.

Un “di più” che, secondo Tagliani, si scontra spesso con i paletti alle competenze del Comune, costretto ad arginare in maniera ‘indiretta’ degrado e criminalità attraverso provvedimenti amministrativi. Sul fronte opposto, quello delle forze dell’ordine, i problemi sono soprattutto legati alla disponibilità di uomini e risorse, oltre che alla difficoltà di trasformare gli arresti in pene efficaci per chi delinque (a partire dalle problematiche sui decreti di espulsione). “Pretendiamo più rispetto per questa zona – attacca un residente al megafono -: io pago le tasse volentieri ma poi voglio vedere dei risultati. Ci impegniamo costantemente per tenere informata l’amministrazione e dare suggerimenti per migliorare la situazione, ma ci aspettiamo di più”. “Quando ci avete chiesto l’area di sgambamento cani l’abbiamo realizzata – replica Tagliani -, così come quando avete chiesto sfalci nei parchetti e più illuminazione. Il problema è che non siamo qui per parlare degli sfalci,ma dello spaccio di droga. Non è una situazione facile: dobbiamo mettere insieme le forze dell’ordine per avere un presidio fisso, e non soltanto pattugliamenti”.

Quello che l’amministrazione può fare, promette il sindaco, è denunciare in prima persona le situazioni di illegalità notate dai residenti. Il tema viene fuori parlando degli appartamenti affittati in nero e sovrappopolati: “Fateci avere l’indirizzo – assicura Tagliani – e ci metteremo noi la faccia per fare la denuncia”. Altro annuncio dell’amministrazione, da parte dell’assessore alla sicurezza urbana Aldo Modonesi, riguarda la presenza a partire da oggi (14 maggio) di una pattuglia della polizia municipale costantemente in zona Gad. Ma ciò che serve davvero – e questo trova concordi cittadini e amministrazione – è un presidio fisso delle forze dell’ordine nel vero senso della parola: polizia o carabinieri. “A loro abbiamo chiesto – afferma il sindaco – di alternarci nella presenza sul posto. Un presidio fisso porta il rischio di spostare lo spaccio a poche centinaia di metri, ma è comunque qualcosa che aiuterebbe molto a ridurre il degrado”.

Gradualmente i temi del discorso si spostano sempre più sul versante economico e amministrativo, con la proposta di alcuni residenti di ritirare licenze a locali con cattive frequentazioni o ai minimarket che vendono alcolici fino a a tarda ora, stimolando l’arrivo di attività più ‘sane’: “Ma per far chiudere un locale – replica Tagliani – mi serve un provvedimento del questore. Adesso stiamo studiando uno strumento per limitare l’orario di apertura di certe attività, ma deve essere capace di reggere in tribunale contro chi farà ricorso, altrimenti non sarà servito a nulla. La legge nazionale impone la liberalizzazione degli orari e delle licenze e per superarla non possiamo affidarci alle ordinanze, che possono valere solo per un determinato periodo”.

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