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6 Settembre 2015
Testo scontato dai primi fotogrammi quello del film di Drake Doremus

The Equals in concorso a Venezia 72

di Redazione | 2 min

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unnamedPresentato alla stampa in PalaDarsena il film The Equals, film in concorso a Venezia 72 di Drake Doremus, protagonisti, un po’ stralunati, Kristen Stewart e Nicholas Hoult.

The Equals, film molto particolare, è ambientato in un mondo futuro/futuribile dove protagonista è Silas, giovane che vive in una società chiamata The Collective. Gli abitanti di questo mondo moderno sono una nuova razza umana nota come “Equals – gli Eguali o, meglio, gli Equivalenti, letteralmente”.

Equals sono apparentemente calmi, imparziali e la vita nel loro mondo è perfetta. Non c’è avidità, non c’è povertà, non c’è violenza, ma non c’è neanche emozione.

E qui hanno inizio gli squilibri. La loro presunta stabilità viene messa in crisi da una nuova malattia: la SOS, Switched-On-Syndrome. Questo virus è in grado di riattivare sentimenti come depressione, sensibilità, paura e amore, ‘persi’ e dimenticati da tempo.

Quando Silas viene infettato viene emarginato, però c’è una persona che sembra capire la sua situazione: Nia. Questa ragazza ha sentimenti, ma li nasconde, per non esser costretta – la perfezione lo esige – a suicidarsi, la conditio sine qua non per far sì che la ‘razza incontaminata’, sana, possa continuare ad esistere ‘perfettamente. I due scopriranno l’amore e sarà la loro fine umana.

Testo scontato dai primi fotogrammi: non si sentiva certo la mancanza di un nuovo redivivo ed orwelliano1984.

Tutto è prevedibile, si possono immaginare le conseguenze che una ‘fragile’ società fondata sulla perfezione dell’aridità, dell’inumanità può subire.

Eppure oltre alla grande letteratura fantascientifica, usata ed abusata, ritroviamo citazioni ad un futuribile mondo alla Piranesi/Escher, un mondo alla rovescia, una città che ricorda Metropolis di Lang, ma senza una vera vita, nemmeno meccanica.

E non manca neppure un’allusione alla fine di Romeo e Giulietta, il Bardo semper docet: ma è tutto inutile, nonostante la produzione esecutiva di sir Ridley Scott, ben ‘smagato’ in…fantascientibile.

Much ado about nothing, molto rumore per nulla, un frastornante silenzio di cui, ellitticamente scrivendo, si poteva benissimo far a meno. Da perdere.

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