Politica
3 Settembre 2015
Il think-tank deposita oltre 900 firme sulle petizioni e ha già qualche appoggio eccellente

Sette idee per (ri)progettare Ferrara

di Daniele Oppo | 2 min

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Da sinistra: Girolamo Calò, Mario Zamorani, Ilaria Baraldi e Leonardo Fiorentini

Da sinistra: Girolamo Calò, Mario Zamorani, Ilaria Baraldi e Leonardo Fiorentini

Sono state 915 le firme autenticate raccolte dal think-tank estense Pluralismo e Dissenso per sette petizioni contenenti altrettanti progetti per la Ferrara futura. Le carte sono state consegnate nella mattina di giovedì al presidente del consiglio comunale Girolamo Calò da Mario Zamorani, Leonardo Fiorentini e Ilaria Baraldi.

Il think-tank vuole dare una mano all’amministrazione comunale – “brava a gestire l’esistente”, come l’ha definita Zamorani, “un po’ meno nell’immaginare il futuro della città” – con una serie di proposte, alcune delle quali hanno già appoggi eccellenti. La prima, “La città del futuro”, che fa da cappello a tutte le altre e riguarda un percorso per coinvolgere “visionari” esperti ma non politici, vanta l’adesione dell’assessora Roberta Fusari, ma anche dello scienziato Guido Brabujani che, racconta lo storico leader radicale, “ha la capacità di vedere un percorso per il futuro della città e mi ha consigli e disponibilità”.

Anche sulle petizioni che riguardano la manutenzione e lo sviluppo delle mura e la valorizzazione del Bastione di San Lorenzo, oggi “ferito” dalla presenza di un parcheggio, Zamorani annuncia il forte interesse di Davide Mantovani, vicesindaco di Ferrara al tempo del progetto Mura e Michele Pastore “il cui studio tecnico fu centrale nella progettazione del più grande intervento a Ferrara dal dopo guerra a oggi”.

In mezzo c’è anche la proposta di pedonalizzare il centro storico: “Le altre città europee con le nostre caratteristiche di arte e cultura – rileva ancora Zamorani – non hanno tutto questo passaggio di automobili nei loro centri”.

La consegna delle firme è stata un po’ differita per far passare l’estate e le ferie, adesso ci sono sessanta giorni per ricevere una risposta ufficiale da parte dell’Amministrazione: “Abbiamo chiesto che su ciascun argomento ci sia la possibilità di essere invitati dagli assessori competenti per esporre le nostre proposte”, spiega Zamorani che però chiarisce un punto fondamentale: “Non vogliamo che tutto rimanga una questione in mano ad amministratori e politici: vogliamo che la cittadinanza venga coinvolta nella discussione, per uno scambio di idee, e per questo organizzeremo degli incontri con esperti in grado di immaginare il futuro, con una visione”. Poi forse, arriverà il momento delle decisioni, ma anche qui c’è una proposta per percorrere almeno un tratto di strada insieme ai cittadini: frequenti consultazioni popolari “per acquisire pareri e proposte in merito all’attività amministrativa”. Già prevista dai regolamenti comunali ma la cui applicazione, anche per difficoltà tecniche, latita. Anche qui non mancano gli appoggi: il responsabile dell’organizzazione del Pd, Leonardo Fiorentini, si sarebbe già detto disponibile a discutere.

 

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