Economia e Lavoro
25 Maggio 2015
A Italba attiva struttura multirotore, tecnologia già pensata nel 1967 ma mai resa operativa

In provincia di Ferrara il primo impianto eolico del futuro

di Redazione | 3 min

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Italba. Rendere indipendenti piccole e grandi comunità dal punto di vista energetico e dare un contributo alla risoluzione della questione energetica. Sono questi gli obiettivi che hanno mosso mente e braccia del codigorese Riccardo Benazzi, 59enne inventore di un impianto eolico alternativo istallato nella campagna tra i comuni di Mesola e Codigoro, in località Italba, insieme al manager ferrarese Davide Pellizzari, amministratore delegato della società che detiene il brevetto internazionale, la Gaia S.r.l.

Un progetto che è il risultato del perfezionamento di un primo brevetto già registrato nel 2013 e poi ritirato, oggi pronto a interessare la platea di privati e istituzioni nonché di potenziali grandi e piccoli investitori.

“Ci piace definire questo impianto una rivisitazione in chiave logica dei sistemi esistenti per produrre energia elettrica per mezzo del vento – ha affermato Benazzi -. Quella che consideriamo la fonte energetica del futuro, il vento appunto, viene utilizzata in maniera ancora impropria, prodotta tramite impianti monorotore, ossia costituiti da un unico modulo ruotante, come nel caso delle pale eoliche, tra l’altro una tipologia di impianto molto costoso. Per intercettare in modo più conveniente l’energia eolica abbiamo messo a punto un impianto multirotore, tecnologia già pensata da altri tecnici nel 1967 ma mai resa operativa”.

Quella che si erge nella pianura è per ora un prototipo di dimensioni ridotte, seppur grandi, rispetto agli impianti che saranno messi a punto successivamente: una struttura perimetrale in ferro zincato dell’altezza di 8 metri e di forma quadrata, contenente 16 moduli rotanti a loro volta progettati in nylon e posizionata in punta su una base rotante. La rotazione alla base e un sistema di posizionamento automatico consentono ai moduli di direzionarsi in base al vento e di intercettare al massimo la sua portata. L’impianto inoltre convive pacificamente con le precipitazioni atmosferiche e in caso di forte vento è in grado di frenarsi posizionandosi in modo parallelo alle raffiche.

unnamed“Produrremo geoelettricità in maniera indiretta – continua il responsabile tecnico Riccardo Benazzi –, ottenendo un accumulo di energia a costo zero da ciascun modulo, che nello specifico produrrà aria compressa. Una volta misurata la produzione di ogni singolo rotore saremo in grado di proporre il prodotto in maniera mirata, illustrandone l’effettivo rendimento”.

La battaglia di sopravvivenza tra i vari sistemi di produzione energetica si giocherà in futuro sul minor costo del kw/h, ma anche l’eco-sostenibilità giocherà un ruolo primario. Come spiegano i responsabili i materiali impiegati sono destinati a durare e l’impianto è agro-compatibile: lo si immagina posizionato nei campi coltivati, in cui la sua struttura trasparente disturberà il meno possibile le colture e il processo di fotosintesi.

Il progetto ha già incontrato l’interesse e raccolto il plauso della Facoltà di ingegneria dell’Università di Ferrara ed è alla ricerca di nuove partnership e finanziatori. “Siamo in una fase grezza e embrionale – conclude Benazzi -, nell’immediato futuro cercheremo non solo ulteriori competenze tecniche ma soprattutto un supporto economico e una rete di contatti che ci permetta di far conoscere il prodotto a livello internazionale. Per quanto riguarda l’occupazione poi, le fasi di costruzione, montaggio e istallazione impiegheranno alcune decine di persone, mentre la manutenzione richiederà pochi operatori”.

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