Poggio Renatico
17 Settembre 2014
Iniziativa dell'associazione 'Il volo degli angeli' per i disabili

Un deltaplano per la riabilitazione

di Redazione | 2 min

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L'iniziativa è organizzata dalla sezione Anpi poggese, il cui presidente, Angelo Zuccatelli, porterà i saluti prima dell'intervento di Paolo Minarelli, presidente dell'Anpi di San Pietro in Casale

unnamedPoggio Renatico. Si è presentata ai poggesi durante una serata aperta al pubblico all’auditorium l’associazione ‘Il volo degli angeli’, recentemente fondata da Francesco Barbieri, cittadino della frazione di Coronella, che si prefigge di far provare gratuitamente l’esperienza del volo in deltaplano per coloro che sono in possesso di disabilità.

“Associare l’emozione del volo ed estenderla a chi non riesce nelle sue funzioni normali è molto ardito e qualificante”, ha spiegato il primo cittadino Daniele Garuti in apertura di serata, cedendo poi la parola a Nino Basaglia, direttore del reparto di medicina riabilitativa dell’Asl di Ferrara.

“Il concetto di riabilitazione è molto cambiato nel corso degli anni e ora è definito come educare ed aiutare le persone disabili a raggiungere il miglior livello di vita possibile con la minor restrizione possibile dello loro scelte operative”, ha dichiarato.

Il perché della nascita dell’associazione lo spiega direttamente il presidente, Barbieri, pilota dal ’94, che racconta di aver voluto concentrare “questa passione sulle persone meno fortunate, per regolare queste emozioni perché il volo è un’emozione indescrivibile”. E sull’esperienza del volo a spendere alcune parole su cosa significhi ci pensa anche Luigi Masolino, colonnello pilota dell’Aeronautica Militare: “Un pilota militare del volo potrebbe raccontare di addestramento, di leggi e di servizio, ma quando siamo lì sopra si risvegliano sempre i motivi per cui abbiamo scelto questo mestiere per quanto ogni volta sia una sfida difficile”.

A concludere la serata è Roberto Vitali, operatore turistico e giornalista, anche lui appassionato di volo. “Quando avevo quindici anni ho subito un incidente in motorino – racconta –, e il risultato è che da allora non cammino. All’epoca le persone in carrozzina o tornavano a camminare o morivano, secondo l’opinione comune dettata dai fotoromanzi. Durante la riabilitazione per quanto provassi a lavorare non avevo l’autonomia della carrozzina. A un certo punto uno deve prendere coscienza della propria condizione. Sono convinto che non sia importante ciò che si fa ma ciò che si fa con quel che si ha. Non c’entrano le disabilità ma le persone: disabili o no siamo tutti uguali, se guardiamo alle persone diventa tutto più semplice”.

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