Economia e Lavoro
25 Luglio 2014
Prime ripercussioni a Ferrara del mancato riavvio del cracking di Marghera. "Quale futuro per l'azienda?"

Petrolchimico, Versalis ferma ‘il decimo’: “increduli”

di Ruggero Veronese | 3 min

Leggi anche

Balcani Occidentali: opportunità di business per le imprese

Nuove opportunità di business per le imprese italiane nei Balcani occidentali, con un focus particolare sulla Bosnia Erzegovina: questo il tema dell’affollata iniziativa, promossa e realizzata congiuntamente dalla Camera di Commercio Italo-Bosniaca e dalla Camera di commercio di Ferrara Ravenna

unnamed (6)

Alcuni lavoratori all’ingresso della mensa. Alle loro spalle la scritta “Eni rispetti gli accordi”

“Il ‘decimo’ in questo periodo stava vendendo, quando ci hanno annunciato lo stop quasi non ci credevamo, ci siamo rimasti talmente male che non sapevamo cosa rispondere”. Non nascondono nemmeno in parte la propria rabbia e la propria delusione, i dipendenti Versalis che partecipano all’assemblea sindacale del petrolchimico. Il 10° impianto è il primo a fermarsi per la carenza di materie prime dovuta alla mancata ripartenza del cracking di Porto Marghera, il processo che ‘spezza’ le molecole in elementi di base necessari all’industria chimica. E molti lavoratori del sito ferrarese vedono questo primo stop come il primo segnale di una crisi che potrebbe investire tutto il comparto.

Sono i lavoratori e le Rsu del petrolchimico, le persone che tutti i giorni lavorano nelle linee di produzione, a entrare nei dettagli tecnici relativi alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, che rischia in futuro di aggravarsi ulteriormente. “Se non ripartirà il cracking di Porto Marghera entro la fine dell’anno ci saranno grossi problemi – spiega Michelangelo Verri, -: un impianto di questo genere non può stare fermo così a lungo. Senza contare che avrebbe dovuto fare staffetta con quello di Brindisi, da cui adesso arrivano i rifornimenti ma che necessita di manutenzione. Considerate che le produzioni chimiche sono tutte a stretto contatto e le ripercussioni rischiano di investire tutto il quadrilatero padano”.

Ripercussioni che si cominciano ad avvertire sempre più forti tra i dipendenti Versalis, che assistono impotenti a un graduale ma incessante calo della produzione. Su quattro impianti di produzione solo uno in questo momento è parzialmente (con due linee su tre) in funzione. E un segnale ancora più preoccupante è che tra quelli inattivi compaia anche l’impianto pilota, dai consumi inferiori al resto delle linee. “Il ‘decimo’ è il più grande utilizzatore di etilene – afferma Roberto Campanili -, ma non l’unico. Mi chiedo se possa avere un futuro una società che non fa ricerca, visto l’impianto pilota dovrebbe servire proprio a questo”.

Concetti che ritornano nelle critiche e negli appelli di tutti i dipendenti che prendono a turno la parola e che chiedono ai sindacalisti di “farsi valere” di fronte al tavolo ministeriale previsto per il 30 luglio. Ma soprattutto di convincere il governo italiano che Eni non può privilegiare gli investimenti esteri al destino occupazionale delle migliaia di lavoratori dei petrolchimici italiani. “Rischiamo di andare incontro a grossi problemi occupazionali e sociali – afferma Andrea Boldrini -. Questi tagli non portano da nessuna parte: non c’è bisogno di investire in Mozambico, ma in Italia”. E tra ospiti dell’assemblea c’è anche un lavoratore dello stabilimento di Porto Marghera, Manuele Battiston, che si rivolge direttamente al segretario nazionale Femca, Sergio Gigli, chiedendo di non scendere a patti con la dirigenza di Eni: “In Versalis – afferma Battiston – abbiamo dirigenti che pensano più al proprio cud che al problema umano. Alla fine avranno il loro incentivo economico, quindi ora abbassano la testa e vanno avanti. Dobbiamo mantenere l’unità, però, Sergio, ci dovranno essere dei risultati. Altrimenti rischiamo di demotivare tutti”. Un rischio che il petrolchimico ferrarese, in questo momento, non può davvero permettersi.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com