Eventi e cultura
6 Luglio 2014
'Ciak' a settembre a Mirabello, "l'unico Comune che ha sempre creduto nel progetto"

Il terremoto degli operai diventa un film

di Redazione | 4 min

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Stefano Muroni

Stefano Muroni

È un film che parte dal cuore quello che racconterà i momenti drammatici del terremoto che ha colpito il nostro territorio a maggio dell’anno scorso. Un cuore ferito che ha cercato subito di riprendersi, un cuore che vuole immortalare quegli attimi su pellicola, un cuore che non si è mai arreso come quello di Stefano Muroni che nel progetto cinematografico “Terremotati” ci ha sempre creduto, anche quando tutti gli remavano contro. Il film, dal titolo ancora provvisorio, non ha avuto infatti vita facile. “Eppure è un film d’amore e di speranza e non di denuncia” commenta l’attore tresigallese che ha firmato la sceneggiatura insieme a Walter Cordopatri e Marco Cassini che si occuperà anche dalla regia.

E, a detta di Muroni, è stata proprio la sceneggiatura la ‘colpa’ di tutte le porte sbattute in faccia. Sia da parte dei Comuni (hanno chiesto l’appoggio delle amministrazioni comunali di Mirabello, Bondeno, Sant’Agostino, Cento, Poggio Renatico) che del mondo dell’imprenditoria (i sindacati avevano parlato di un finanziamento di 20mila euro, mai arrivato). I primi perché il film “non mostra l’impegno delle istituzioni” e i secondi perché “va contro la categoria degli imprenditori”. “Non è un film di denuncia perché non ci sono colpevoli e innocenti – spiega Muroni – ma nasce da una riflessione sul fatto che il sisma è stato il terremoto delle fabbriche e degli operai: su 27 vittime 17 sono operai, su 30 mila edifici danneggiati, 20mila sono stabilimenti industriali”.

Una riflessione che porta su di sé varie considerazioni: “Questa emergenza ha mostrato la condizione di precariato sociale e giovanile. Gli operai sono tornati in fabbrica dopo la prima scossa perché avevano paura di perdere il lavoro, le stesse fabbriche che sono crollate con la seconda scossa. Una tragedia che ha dimostrato che ai giorni nostri il lavoro è più importante della vita. Il film in se stesso è dunque una riflessione anche esistenziale, oltre che essere il racconto di una scossa atroce: uno spiraglio di luce, quindi, una possibilità”. Tematiche che emergono tra le righe della sceneggiatura. Il film, infatti, racconta la storia di una famiglia calabrese che viene a Ferrara a lavorare; uno dei quattro protagonisti, il giovane calabrese interpretato da Cordopatri, instaura un’amicizia con un operaio (interpretato da Muroni), un’amicizia che verrà distrutta dalla seconda scossa di terremoto.

Il progetto, però, sembrava destinato a rimanere solo su carta. Per oltre un anno Muroni ha girato il Ferrarese rivolgendosi a amministrazioni, imprenditori, associazioni di categoria, Lions Club, sindacati e istituzioni nella speranza di ottenere un contributo economico che non è arrivato. Lo slogan che ha segnato la ripresa dell’Emilia, “Puoi spezzare la nostra terra ma non il nostro coraggio”, valeva anche per il giovane tresigallese che non si è dato per vinto e, dopo una sfilza interminabile di ‘no’, ha incontrato l’insegnante ferrarese di nascita e tresigallese d’adozione Maria Rita Storti. Un incontro avvenuto all’associazione “Torri di Marmo” di Tresigallo e che ha cambiato le sorti del film: l’insegnante ha scelto di co-finanziare il progetto con 20 mila euro. E, calcolando che il film sarà low budget (i costi di produzione oscillano tra i 25 e i 30 mila euro) si tratta di un contributo molto sostanzioso.

“Storti ha proposto di sua volontà di offrire un sostegno economico – ricorda Muroni – perché voleva sostenere un progetto legato alla sua materia, pedagogia e sociologia, per riaprire alla speranza”. Grazie al suo intervento la Provincia di Ferrara e l’imprenditore Vittorio Gambale, l’unico ad aver sposato il progetto sin dall’inizio, hanno stanziato altri fondi. Ad appoggiare il progetto da subito è stato anche il sindaco di Mirabello Angela Poltronieri che ha offerto le location per le riprese che indicativamente dureranno una decina di giorni a settembre. “Il paese è perfetto per il film – afferma Muroni – perché i luoghi descritti nella sceneggiatura (interno delle case, campo da calcio, stabilimenti industriali) ci sono tutti e abbiamo trovato molta disponibilità nel Comune”. Lo stesso non si potrebbe dire per tutti gli altri: “Questa è l’Emilia Romagna laboriosa e democratica che aiuta i giovani? A parte Storti, Zappaterra, Gambale e Poltronieri, quattro persone sulle 80 con cui ho parlato, tutti gli altri hanno rifiutato. Ma adesso, nel caso qualcuno cambiasse idea, è troppo tardi per salire sul carro dei vincitori”.

Intanto il carro ha raccolto l’adesione anche di un nome importante del cinema italiano. “È ancora presto per svelare i dettagli – anticipa Muroni – ma si sa già che un attore famoso interpreterà il ruolo di mio padre”. Le altre due coprotagoniste del film sono già state individuate dai provini e i loro nomi verranno svelati strada facendo. “Il film parte dalla gente comune – conclude Muroni – e si rivolge alla gente comune, per questo abbiamo iniziato una campagna di crowdfunding che continuerà per tutta l’estate”. Chiunque voglia appoggiare questo film, anche con un piccolo contributo, può effettuare il versamento sul codice Iban IT86Q0760113000001020781496 con la causale “Libera offerta a sostegno del progetto cinematografico a promozione sociale”.

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