Politica
3 Giugno 2014
'Mister preferenze' si difende da Rendine, secondo cui avrebbe violato la legge sulla privacy per i messaggi elettorali

Calò: “Posta elettorale? Non c’è nulla di male”

di Redazione | 2 min

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admin-ajax (10)Non sembra dar peso all’atto di accusa lanciato dal consigliere comunale Francesco Rendine, il ‘mister preferenze’ delle ultime elezioni amministrative Girolamo Calò. L’ex presidente della Circoscrizione 1, eletto in consiglio comunale dopo il suo strabordante successo alle ultime consultazioni (in cui ha raccolto ben 809 voti, il 6,6% dell’intero Pd), è stato infatti criticato dal consigliere del gruppo Gol per aver inoltrato alcune lettere personalizzate per la sua campagna elettorale agli iscritti dell’Aia, l’associazione che raduna arbitri, osservatori, assistenti di campo e altro personale degli eventi sportivi.

Lettere che secondo Rendine hanno oltrepassato addirittura il limite della legalità, andando a infrangere la legge sulla privacy (D.Lgs 196/03) che disciplina il trattamento dei dati personali da parte di gruppi e associazioni. “Poiché i tesserati – è l’attacco di Rendine – consentono la comunicazione dei dati personali per i fini dell’associazione e tra questi non rientra certamente il fine partitico, vi sarebbe stato da parte del già presidente della circoscrizione Gad un utilizzo scorretto dei dati personali e comunque fuori dai limiti consentiti dalla legge sulla privacy”.

Ma le lettere incriminate, secondo il diretto interessato, non avrebbero mai oltrepassato i limiti di legge. Una tesi che Calò non argomenta dal punto di vista tecnico, ma semplicemente spiegando in poche parole il suo operato: “Preferirei non rispondere agli attacchi di Rendine – esordisce il consigliere comunale -.Io non ho fatto altro che mandare una lettera all’associazione di arbitri, che fa parte del territorio della circoscrizione. Non mi sembra ci sia nulla di male. Poi chi mi ha voluto votare lo ha fatto. La privacy? Massì…”.

Un discorso che non entra nel merito del come siano stati ottenuti gli indirizzi degli iscritti Aia anche se, secondo Calò, a prescindere dai messaggi promozionali ogni elettore avrebbe fatto le proprie scelte autonome. “E Rendine invece cosa ha fatto in campagna elettorale? – ribatte il consigliere – Lui voleva vincere al primo turno, o al massimo andare al ballottaggio e invece… direi che dovrebbe smetterla con queste provocazioni”. Un contrattacco che con ogni probabilità troverà una nuova replica da parte di Rendine, che proprio nei giorni scorsi, per questi motivi, chiedeva ai colleghi del consiglio comunale di “contrastare l’elezione di Girolamo Calò come presidente del consiglio comunale”.

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