Politica
28 Maggio 2014
La presidente e gli assessori dovranno risarcire il danno erariale prodotto dall'assunzione della capo di gabinetto

Zappaterra condannata dalla Corte dei Conti

di Marco Zavagli | 3 min

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admin-ajax.phpLa Corte dei Conti ha condannato la presidente della Provincia di Ferrara Marcella Zappaterra a risarcire il suo stesso ente per l’incarico dato illegittimamente alla sua portavoce. È l’esito della sentenza di primo grado emanata dalla magistratura contabile di Bologna, dopo che a fine maggio si era chiusa la fase istruttoria e di discussione nel processo che vedeva i vertici della Provincia chiamati dalla procura a risarcire i 226.070,99 euro derivanti dall’assunzione della capo di gabinetto Manuela Paltrinieri. La condanna per danno erariale – inferiore a quanto richiesto dalla pubblica accusa – impone alla Zappaterra di risracire di tasca sua 17.050 euro. Gli assessori che firmarono la delibera (Caterina Ferri, Davide Bellotti, Giorgio Bellini, Massimiliano Fiorillo, Tonino Zanni e Davide Nardini) devono pagare 11.367 ciascuno. Vengono poi i funzionari, in posizioni defilate. La dirigente in pensione Maria Grazia Adorni deve risarcire 3.550 euro, mentre il segretario generale Angelo Nardella 950.

A carico dei condannati i giudici (presidente Luigi Di Murro, giudice relatore Marco Pieroni e consigliere Francesco Pagliara) hanno posto anche le spese processuali, liquidate in 3.867 euro.

Con questa sentenza la Corte accoglie la tesi del sostituto procuratore generale Marcello Iacubino (anche se ha disposto condanne inferiori a quelle richieste), che aveva ritenuto illegittimo l’incarico della Paltrinieri, nominata in uno dei primi atti della giunta Zappaterra e inquadrata in una categoria non consona al suo titolo di studio e retribuita con una indennità di staff in misura superiore a quella prevista per i dirigenti.

Con la seduta del 9 luglio 2009 la giunta firmò la delibera 227 che assegnava alla portavoce le funzioni di “sovrintendere all’attività di segreteria e di definizione dell’agenda della Presidente e curare la gestione della corrispondenza, di assistere la Presidente nell’esercizio delle funzioni proprie e supportarne l’attività istituzionale, di agevolare il collegamento della Presidente con gli enti esterni e i soggetti di volta in volta interessati, di svolgere attività di supporto alla Presidente su problematiche di carattere generale e non di specifica competenza settoriale, di curare le incombenze della Presidente come organo politico amministrativo”. Questo “fino alla data di scadenza del mandato amministrativo in atto 2009/2013”.

La fortunata neoassunta venne inquadrata in categoria “C” del CCNL Regione Enti Locali. Peccato però che si trattasse, come sottolinea il procuratore, di “un modello di ‘dirigenza’ del tutto originale che sfuggiva non solo a ogni regola contrattuale ma anche all’assetto organizzativo interno”.

In sintesi la Paltrinieri, alla quale “veniva addirittura attribuita una indennità di staff in misura superiore a quella prevista per i dirigenti”, non era in possesso del titolo di laurea (ma solo di perito tecnico commerciale), necessario per “incarico e attribuzione di funzioni apicali (di vertice) di responsabile-capo di gabinetto dell’ufficio di supporto del vertice politico”. Questo non ha impedito alla giunta Zappaterra di assegnarle “un emolumento unico sostitutivo del salario accessorio spropositato – 1.666 euro lordi al mese come retribuzione base e ben 2.927 euro lordi di salario accessorio, che diveniva così la parte preponderante della retribuzione -, al di fuori di ogni parametro normativo o contrattuale e svincolato da ogni previa valutazione (neanche di massima) dei criteri e dei valori contrattuali di riferimento, e di gran lunga superiore a quello in ipotesi riconoscibile ad un dipendente di categoria C”. Una decisione politica che è andata a scapito di chi aveva davvero i titoli per ricoprire quell’incarico: “non si comprende, difatti – scrive Iacubino -, in base a quali parametri essa abbia stimato e riconosciuto alla predetta assistente amministrativa (cat. C) un trattamento accessorio (sostitutivo) che quasi doppiava la retribuzione base e pressoché quintuplicava quello erogato alla figura professionale maggiormente ricompensata nella medesima categoria professionale”.

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