Politica
28 Gennaio 2014
La nomina della portavoce costata 226mila euro. La condotta della Zappaterra “debordata nell’arbitrio”

Corte dei Conti chiede la condanna della Provincia per danno erariale

di Marco Zavagli | 5 min

Leggi anche

Trovato morto nella sua auto, dove dormiva

Lì dentro mangiava, dormiva e passava gran parte del tempo. Fino ad oggi pomeriggio (mercoledì 1° maggio) quando qualcuno dalle roulotte che sostano in zona Rivana, lo ha visto accasciato a terra a due passi dalla sua minuscola casa

Primo maggio. Tagliati (Cgil): “Costruire insieme un’Europa di Pace, Lavoro e di Giustizia Sociale”

Nella data in cui si ricorda che il lavoro "è la condizione fondamentale di dignità delle persone" e la "condizione necessaria per poter realizzare il proprio progetto di vita", Veronica Tagliati dalla piazza di Argenta rimarca che "come Cgil, Cisl e Uil abbiamo voluto dedicare quest’anno il 1° maggio ad un sogno, il sogno di Costruire insieme un'Europa di Pace, Lavoro e di Giustizia Sociale”

Manuela Paltrinieri

Manuela Paltrinieri

La Corte dei Conti chiama Marcella Zappaterra e tutta l’allora giunta della Provincia di Ferrara a rispondere del super incarico conferito all’ex portavoce della presidente Manuela Paltrinieri. La Paltrinieri (già assessore Pd nella giunta Dall’Acqua e presidente dell’Ato), fino al 22 marzo 2013, data in cui rassegnò le dimissioni, percepiva qualcosa come 57.513,26 euro lordi all’anno, di cui un trattamento fondamentale pari a circa 19.454,00 euro lordi, a cui si somma un unico emolumento pari a 38.059,26 euro lordi annui, oltre agli oneri previdenziali ed assistenziali a carico della Provincia, quantificati in 9.250,30 euro (emolumento e oneri andavano a formare la ‘indennità di staff’, per un totale di 47.309,56 euro lordi). E il tutto al di fuori di ogni previsione normativa e contrattuale.

Il caso della capo di gabinetto venne sollevato in consiglio provinciale da Alessandro Rorato, appena uscito dalla maggioranza con l’Italia dei Valori. Nella sua interpellanza Rorato sosteneva che quell’incarico cozzava con il concetto di risparmio ed economicità all’interno delle amministrazioni pubbliche. E aveva ragione da vendere. Peccato che la sua proposta di riduzione dello stipendio venne solennemente bocciata dal consiglio.

Il caso è finito il 29 febbraio 2012 sotto l’occhio della magistratura contabile, che a conti fatti parla addirittura di una “a dir poco colpa grave” in capo agli amministratori.

Al termine delle 63 pagine di atto di citazione il sostituto procuratore generale Marcello Iacubino chiama a giudizio davanti alla Corte dei Conti la presidente Zappaterra (Pd) e gli assessori che firmarono la delibera (Massimiliano Fiorillo dell’Idv – ‘scaricato’ successivamente dal Castellio -, Giorgio Bellini, Davide Bellotti, Caterina Ferri, Davide Nardini del Pd, Tonino Zanni del Prc – poi dimessosi dalla giunta -), oltre alla dirigente di allora delle risorse umane Maria Grazia Adorni (in pensione dal 2010) e al segretario generale Angelo Nardella.

I rilievi in capo ai presunti responsabili di danno erariale sono diversi. A cominciare dall’illegittimità dell’incarico della Paltrinieri. Che venne nominata in uno dei primi atti della giunta Zappaterra, fresca vincitrice del ballottaggio. Con la seduta del 9 luglio 2009 infatti si firmò la delibera 227 che assegnava alla portavoce le funzioni di “sovrintendere all’attività di segreteria e di definizione dell’agenda della Presidente e curare la gestione della corrispondenza, di assistere la Presidente nell’esercizio delle funzioni proprie e supportarne l’attività istituzionale, di agevolare il collegamento della Presidente con gli enti esterni e i soggetti di volta in volta interessati, di svolgere attività di supporto alla Presidente su problematiche di carattere generale e non di specifica competenza settoriale, di curare le incombenze della Presidente come organo politico amministrativo”. Questo “fino alla data di scadenza del mandato amministrativo in atto 2009/2013”.

La fortunata neoassunta venne inquadrata in categoria “C” del CCNL Regione Enti Locali. Peccato però che si trattasse, come sottolinea il procuratore, di “un modello di ‘dirigenza’ del tutto originale che sfuggiva non solo a ogni regola contrattuale ma anche all’assetto organizzativo interno”.

In sintesi la Paltrinieri, alla quale “veniva addirittura attribuita una indennità di staff in misura superiore a quella prevista per i dirigenti”, non era in possesso del titolo di laurea (ma solo di perito tecnico commerciale), necessario per “incarico e attribuzione di funzioni apicali (di vertice) di responsabile-capo di gabinetto dell’ufficio di supporto del vertice politico”. Questo non ha impedito alla giunta Zappaterra di assegnarle “un emolumento unico sostitutivo del salario accessorio spropositato – 1.666 euro lordi al mese come retribuzione base e ben 2.927 euro lordi di salario accessorio, che diveniva così la parte preponderante della retribuzione -, al di fuori di ogni parametro normativo o contrattuale e svincolato da ogni previa valutazione (neanche di massima) dei criteri e dei valori contrattuali di riferimento, e di gran lunga superiore a quello in ipotesi riconoscibile ad un dipendente di categoria C”. Così facendo la delibera ha inoltre creato un “riconoscimento surrettizio di una posizione dirigenziale a soggetto privo dei requisiti di legge e contrattuali richiesti e il conseguente svilimento delle posizioni dirigenziali e categorie D interne, in possesso del corrispondente titolo di laurea”. Quest’ultimo rilievo indica come la decisione politica sia andata a scapito cioè di chi aveva davvero i titoli per ricoprire quell’incarico: “non si comprende, difatti – scrive Iacubino -, in base a quali parametri essa abbia stimato e riconosciuto alla predetta assistente amministrativa (cat. C) un trattamento accessorio (sostitutivo) che quasi doppiava la retribuzione base e pressoché quintuplicava quello erogato alla figura professionale maggiormente ricompensata nella medesima categoria professionale”.

Da tutto ciò discende la nullità/illegittimità del provvedimento presidenziale, della deliberazione di giunta e l’invalidità del contratto. Logica conseguenza è stato l’esborso da parte della Provincia (e quindi dei contribuenti) di 226.070,99 euro dal 6 luglio 2009 al 22 marzo 2013 (84.813,07 euro di trattamento fondamentale e 141.257,92 di  emolumento unico). E il danno “è costituito dalla intera somma percepita da soggetto assunto in assenza del prescritto titolo di studio e retribuito secondo modalità non ancorate ai parametri normativi e perciò palesemente contra legem”. Sotto il profilo restitutorio, “l’insussistenza della preparazione culturale rende la prestazione lavorativa inadeguata rispetto alle esigenze dell’amministrazione e del tutto ingiustificata la relativa retribuzione”. Ma l’appunto più grave è verso la condotta della giunta: “sotto il profilo soggettivo, ad avviso di questa procura, i comportamenti dei presunti responsabili sono connotati a dir poco da colpa grave”. Mentre per la Zappaterra il procuratore parla addirittura di “condotta debordata nell’arbitrio”.

Vengono quindi le colpe dell’Adorni che, proprio perché preposta al settore del personale “e perciò (dovendo essere) dotata di particolari cognizioni e competenze in materia, era particolarmente tenuta ad applicare i principi regolatori e le regole del settore cui era a capo” e di Nardella, che “con il suo comportamento passivo e inerte avallava la adozione dell’atto”.

In Castello la vicenda dell’ipotesi di danno erariale è nota quantomeno dal 7 maggio del 2013, quando la procura notifica l’atto di citazione agli amministratori. Tutti hanno portato le proprie controdeduzioni (la Zappaterra è stata sentita il 20 giugno), con conseguente replica del procuratore che, alla luce del danno erariale, chiede di condannarli “al risarcimento per il danno patrimoniale pari a complessivi euro 226.070,99 o comunque nella diversa somma che la Sezione Giurisdizionale regionale della Corte dei Conti riterrà di giustizia, oltre rivalutazione e interessi fino al soddisfacimento, e con condanna alle spese di giudizio”.

La suddivisione della richiesta di risarcimento viene imputata nella misura del 40% alla Zappaterra, di un altro 40% agli assessori, del 10% a testa ad Adorni e Nardella.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com