In occasione del secondo anniversario della ‘liberazione’ dei beagle da Green Hill, Animal Amnesty ha organizzato in tutta Italia eventi per #Illuminiamolavivisezione. Uno di questi si è svolto anche a Ferrara, organizzato dagli attivisti di Animal Defenders, davanti al Polo Chimico Biomedico dell’Università in protesta contro la costruzione del nuovo stabulario destinato ad ospitare e allevare animali da laboratorio.
“Oltre un milione e mezzo di euro dei soldi versati da contribuenti ignari finanzieranno la morte di migliaia di animali – affermano gli organizzatori in merito alla facility di Unife -. Topi, roditori, ratti, cavie e conigli. Ma anche uomini, i malati che ancora aspettano cure efficaci. Da mesi la città si sta mobilitando per protestare contro questa costruzione. Presidi, volantinaggi, flash mob, petizioni stanno cercando di informare sempre più persone al riguardo. Ieri sera – concludono gli Animal Defenders – con lumini e manifesti si è squarciato il buio della notte Ferrarese e l’oscurità di una scienza ormai superata”.
La manifestazione, organizzata nella notte tra il 27 e il 28 aprile, fa parte di una iniziativa a livello nazionale che celebra la ‘liberazione’ dei beagle da Green Hill che ha visto gli attivisti animalisti davanti ai laboratori, agli stabulari, alle grandi aziende chimico-farmaceutiche muniti di candele e dei fiori e lanterne cinesi liberate nel cielo “per far luce sulla vivisezione”. “È ora di agire: le atrocità che gli animali ogni giorno subiscono non devono restare nel buio dei laboratori” afferma Piercarlo Paderno – responsabile vivisezione di Animal Amnesty -. Perché la vivisezione in Italia non è finita: ci sono ancora 600 laboratori in cui vengono torturati e uccisi 900 mila animali ogni anno. Non basta cambiare nome alla vivisezione per farla finire, non basta chiamarla ‘sperimentazione animale’ o ‘ricerca in vivo’ perché diventi meno cruenta o più utile. La vivisezione uccide il topo (e il coniglio e il cane e la scimmia) e fa diventare gli uomini cavie.”
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