Eventi e cultura
26 Marzo 2014
Sei le imprese insediate. La Fusari non figura più tra i sostenitori. Si pensa a una proroga

Grisù ora cerca soldi pubblici

di Redazione | 3 min

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unnamedA un anno dalla consegna delle chiavi dello spazio, l’esperimento nella ex Caserma di via Poledrelli continua. Grisù va avanti. Con qualche differenza rispetto al passato. La più importante vede i lavori, dopo i problemi di irregolarità resi noti dall’inchiesta di Estense.com, proseguire nella giusta direzione. Nel consiglio direttivo indicato nel sito non figura più l’architetto Giangi Franz e la moglie, l’assessore Roberta Fusari, che aveva difeso a oltranza il progetto anche di fronte all’assenza di agibilità dell’immobile e alla mancanza di un cambio di destinazione d’uso, non figura più tra i sostenitori come professionista privato.

Sparisce dal sito anche la premessa iniziale della mission, che prevedeva di “riattivare l’immobile senza finanziamenti pubblici, ma grazie agli investimenti delle giovani imprese e degli sponsor tecnici”. Ora infatti l’associazione cerca finanziamenti attraverso bandi pubblici.

Delle 18 imprese iniziali che facevano parte di Spazio Grisù ora sono rimaste dodici, “molte delle quali – fa sapere l’associazione – stanno ricevendo premi e riconoscimenti prestigiosi nei diversi settori in cui operano”. Sei di esse sono “quasi definitivamente insediate”. Si tratta di Tryeco 2.0, Innova, OBST, Spaziografia, BasaCicli e UnbelD’. Mentre le altre sei si stanno insediando ArchLivIng, Dorotea, Kappalab, Opus Incertum Lab, OURLab (Other Urban Resources Lab) e WormA.

Dei 4000 mq. dello stabile di proprietà della Provincia di Ferrara, attualmente è occupato circa un 50%. Per gli altri spazi il bando di ammissione è sempre aperto: sono in corso nuove selezioni da parte del consiglio direttivo dell’associazione non profit per assegnare i locali della ex Caserma ancora liberi. Le imprese culturali creative che fossero interessate a fare domanda per essere ammessi, possono quindi trovarla sul sito di Spazio Grisù, a questo indirizzo: http://spaziogrisu.org/ammissione/.

Intanto, si legge in un comunicato, si sta procedendo gradualmente alla trasformazione e alla messa a norma degli spazi: “si tratta di un percorso progettuale “adattivo”, sviluppato da Grisù insieme agli architetti di OURLab e ai tecnici della pubblica amministrazione, che prevede la possibilità di rendere aperto e flessibile il progetto, pur utilizzando le pratiche edilizie previste dalle norme vigenti”.

L’associazione fa sapere inoltre che “si sta studiando la proroga del contratto di comodato d’uso (inizialmente previsto della durata di 5 anni) con la Provincia di Ferrara, per dare continuità al progetto e premiare gli sforzi fatti dall’associazione Grisù e dalle singole imprese”.

Nel frattempo, si lavora per la ricerca di fondi, “anche attraverso bandi pubblici, con l’obiettivo prioritario della sistemazione degli spazi comuni”.

Un fiore all’occhiello per lo spazio, poi, è stato appuntato nelle settimane scorse, quando il ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini ha visitato Spazio Grisù e lo ha definito “luogo molto nuovo e originale”: “È bellissimo – ha commentato – vedere un luogo abbandonato che diventa sede di piccole iniziative prevalentemente di giovani che basano il loro futuro sul talento, sulla creatività, sulla fantasia, cioè esattamente quello che ha reso forte l’Italia nei secoli e nel mondo. Quindi è su quello che bisogna puntare”.

Interpellato nell’occasione da Estense.com, il ministro ha detto di non essere al corrente dei trascorsi di via Poledrelli.

Infine, ecco un altro progetto in corso. Andrea Amaducci, vicepresidente dell’associazione Grisù, nonché visual artist e performer, sta coordinando, insieme all’Associazione Alpha Centauri, un laboratorio teatrale che vede coinvolte le scuole Poledrelli: al laboratorio seguirà uno spettacolo itinerante in vari luoghi d’interesse della zona, che a giugno culminerà con la serata presso Spazio Grisù. Il progetto, che vede coinvolti i bambini di due classi, quinte elementari, si propone – attraverso un’indagine sulla identità del luogo, anche attraverso i ricordi dei Vigili del fuoco che vissero in quella Caserma – di costruire la memoria di Grisù come base per una riqualificazione del quartiere Giardino.

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