Non finisce di stupire il libro di fantascienza sullo spazio Grisù. Dopo le rocambolesche avventure in cui ci siamo dibattuti per mesi ora arriva un capitolo che ha il sapore del grottesco. La trama, pur tra mille difficoltà, era stata svelata: l’agibilità non c’è mai stata, nonostante dichiarazioni pubbliche di senso contrario. E non solo quella. Ma andiamo avanti. Fallito il lieto finale, il segnalibro era rimasto appuntato sull’interpellanza di Francesco Rendine di Futuro e Libertà a proposito delle manifestazioni tenute all’interno dell’ex caserma dei vigili del fuoco di via Poledrelli, ceduta in comodato d’uso dalla Provincia all’associazione Spazio Grisù (nella quale, vale la pena ricordare ai lettori distratti, l’assessore all’edilizia Roberta Fusari figura tra i sostenitori come libero professionista e il marito è componente del consiglio direttivo).
La richiesta di chiarimenti di Rendine, datata 9 agosto 2013, chiedeva lumi su alcune delle tante “stranezze” emerse a proposito di Grisù. Vale a dire l’esistenza o meno di autorizzazioni per le manifestazioni del 21 dicembre 2012 e del 21 marzo 2013, quando, per stessa ammissione degli organizzatori, arrivarono in via Poledrelli 100 e 500 persone (tra questi la presidente della Provincia Zappaterra, il vicesindaco Maisto e proprio l’assessore comunale Roberta Fusari). Rendine in proposito chiedeva al sindaco Tagliani di “sollecitare il rispetto delle normative vigenti” e “garantire la sicurezza dei cittadini che accedono sia alle parti comuni sia alle attività insediate nell’area in esame”.
Il consigliere di Fli faceva notare infatti che “presso il comune di Ferrara non si è reperita quella documentazione tecnica che la legge prevede sia allegata” a manifestazioni di questo tipo. Documenti che rimangono ancora, per rimanere in tema bibliotecario, nel libro dei sogni.
Dopo tre mesi senza alcuna risposta, Rendine era passato alle “minacce”: “boicotterò i lavori del Consiglio comunale e delle Commissioni consiliari con tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione”.
Come per magia arriva subito una prima risposta. È il 5 dicembre e l’assessore Fusari si premura di far sapere al consigliere di opposizione che avrebbe replicato in apertura della seduta del consiglio comunale convocato per lunedì 9. Ma, ormai lo sappiamo, il libro su Grisù non finisce mai di stupire. Passa appena un giorno e dall’assessorato all’edilizia arrivava un’altra notizia: l’assessore non sarà presente in consiglio e presenterà la risposta all’interpellanza in forma scritta. Risposta che puntualmente viene recapitata a Rendine lunedì 9, ieri. Datata, coup de théâtre… 2 dicembre. Il libro di avventure assume anche un sapore divinatorio, che anticipa quel che sarà…
Ma veniamo al capitolo scritto di pugno dalla Fusari. L’assessore si scusa del ritardo e afferma che “da agosto ad oggi è stata fatta molta confusione mediatica sul “progetto Grisù”. “L’ex caserma dei vigili del fuoco – prosegue – è di proprietà della Provincia di Ferrara, che ha assegnato all’associazione Grisù l’uso del bene; come assessore all’edilizia mi sono occupata assieme ai miei uffici del rilascio del titolo per il cambio di destinazione d’uso, nel momento in cui è stato richiesto dalla proprietà (la Provincia che diceva che non serviva, ndr), con modalità e tempistiche regolate dal rapporto tra proprietario e utilizzatore del bene. La documentazione edilizia (Scia del 7 ottobre del 2013 per cambio d’uso senza opere e Scia per variante in corso d’opera – manutenzione straordinaria al permesso del 29 novembre) risulta completa e l’utilizzo del bene, dal nostro punto di vista, risulta a norma”. Firmato, Roberta Fusari.
Cose tutte già spiegate da Estense.com nell’ultimo capitolo dell’inchiesta su grisù. Peccato che la confusione l’abbia fatta l’assessore, affermando a suo tempo cose diametralmente opposte. E confusione la Fusari continua a farla, visto che non parla assolutamente delle questioni sollevate nell’interpellanza. Che, lecito immaginare a questo punto, rimarrà lettera morta. Lettera morta di un possibile bel libro che rimarrà incompiuto.
Come nota a piè pagina ci piace ricordare che di interpellanze rimaste inevase in questa legislatura, dal 2009 al 2012, se ne contano appena 8 su 250. Fine.
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