Politica
13 Agosto 2013
Fusari: “Deroghe speciali per l’ex caserma, non servono permessi”

Spazio Grisù, interviene l’assessore

di Marco Zavagli | 4 min

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admin-ajax.phpPer Spazio Grisù ci sono deroghe speciali. Quelle contenute nel Psa (il programma speciale d’area, ndr). Che ne fanno, a quanto ci è dato capire, un caso a se stante.

L’inciso sulla comprensione è necessario, perché pare che nemmeno gli addetti ai lavori di piazza Municipio sappiano come vengono disciplinate le attività all’interno dello stabile di via Poledrelli 21.

Andiamo con ordine. Dopo le ulteriori precisazioni della presidente della Provincia, fino ad oggi disponibile praticamente 24 ore al giorno per chiarirci ogni aspetto del progetto, abbiamo rivolto alcune domande agli uffici comunali preposti. Marcella Zappaterra spiegava che “l’ex caserma dei Vigili del Fuoco è stata inserita nel programma speciale d’area del centro storico di Ferrara e la variante che ne è seguita ha tolto il vincolo di struttura annonaria, in sostanza sono consentiti molteplici usi che non siano solo servizi pubblici al punto che l’attuale uso sarebbe assolutamente compatibile con lo strumento urbanistico comunale vigente”.

A quel punto abbiamo chiesto al responsabile dello Sportello Unico Edilizia e Supervisione Oneri dell’assessorato competente se risultavano in ogni caso richieste di cambi di destinazione d’uso, necessari – secondo la normale procedura – per poter partire con una serie di attività. L’ufficio conosceva già la risposta. Proprio l’assessore Roberta Fusari aveva rivolto identica domanda la scorsa settimana dopo i nostri primi articoli sul caso: “non ci sono pratiche per quell’immobile. L’ultima risale al 1997”.

Allo Sportello unico attività produttive, in Circoscrizione 1, i funzionari fanno un ulteriore controllo. Secondo quanto ci viene riferito in un primo momento, è vero che il nuovo piano regolatore consente varie destinazioni d’uso per l’ex caserma, ma il cambio di destinazione d’uso è necessario per far partire una attività commerciale o produttiva. E in via Poledrelli ci sono già, per stessa ammissione dell’associazione Grisù, attività produttive in funzione. Ma serve anche in caso di edilizia libera privata?Se si apre un’attività produttiva sì. Che sia con opere o senza opere. Tanti partono prima, ma servirebbe presentare anche in caso di lavori di sgombero, pulizia e accantieramento una Cila, comunicazione di inizio lavori”. Normalmente l’onere compete alla proprietà dell’immobile, in questo caso la Provincia, ma la delibera della giunta del Castello 198/65367 del 28 agosto 2012 prevede l’“eventuale” operazione in capo al comodatario, l’associazione.

Dall’ufficio protocollo generale saltano fuori quattro pratiche relative all’indirizzo in questione. La prima presentata dall’Associazione grisù, in data 24 settembre 2012. È una richiesta di patrocinio per una iniziativa. Le altre tre sono datate 17 maggio 2013, presentate da parte de Il Molo, organizzatore de “The secret garden” per montare il palco e ottemperare alle comunicazioni per spettacoli pubblici. Nessun’altra.

Un artigiano – ci spiegano – non ha bisogno di Scia specifiche ma serve una comunicazione al Comune in merito a voci quali rumori, scarichi ecc. Ma non ce ne sono. Gli stessi funzionari allargano le braccia: “anche se il Psc prevede una serie di funzioni e utilizzi, nel momento in cui l’utilizzo dello stabile passa attraverso il comodato dalla proprietà al comodatario, questi deve comunque attivarsi per la variante di concessione d’uso e pagare i relativi oneri”. In sostanza va presentata una planimetria con variante d’uso e la destinazione dei vari spazi.

“Se all’interno ci sono già attività commerciali attive ci vuole un permesso di costruire – ci viene detto – che dovrà passare il vaglio della commissione edilizia, proprio perché siamo di fronte a un edificio pubblico che diventa a uso commerciale. Il cambio d’uso, a questo punto, può essere richiesto anche successivamente, a pena di sanzioni”.

Cerchiamo ulteriori conferme, ma l’assessore all’urbanistica Roberta Fusari è in vacanza e il cellulare squilla a vuoto. Reperibile è invece il dirigente del Settore territorio e sviluppo economico del Comune, l’ingegner Paolo Perelli, che raggiunto in tarda serata, ormai fuori orario d’ufficio si limita a dire che “se i funzionari hanno detto questo deve essere vero, ma non ho la pratica sotto mano e solo domani (oggi, ndr) potrò dire qualcosa di più. Posso confermare comunque che non ci è pervenuta nessuna pratica”.

Dopo il vorticoso giro di incontri e telefonate, a fine giornata riusciamo a contattare l’assessore Roberta Fusari: “per aspetti come questi bisogna contattare l’assessore competente o il dirigente, i dipendenti non conoscono i meccanismi di strumenti nuovi e articolati come il Psa che ha deroghe particolari. Non serve nessuna variante d’uso”. Quindi si possono aprire studi o laboratori o officine senza doversi rivolgere a sportelli pubblici? “In Comune non deve risultare alcuna pratica. Fino ad oggi quanto fatto non richiede un titolo edilizio, basta che l’uso non sia difforme da quello urbanistico. Nell’ex caserma inoltre è possibile aprire un’attività senza bisogno di segnalazione agli uffici comunali. Né serve una verifica in merito a bagni, o a luce e aria negli ambienti”.

Nemmeno il tempo di interrogarci su chi ha predisposto il Psa se nemmeno i funzionari dell’assessorato ne conoscono i meccanismi, che l’assessore sottolinea l’importanza del progetto Grisù (sul quale nessuno ha mai obiettato): “il vero problema è che dobbiamo utilizzare uno strumento per reinventarci una città e Grisù è un esperimento che può aiutarci a far rinascere le aree dismesse di Ferrara”.

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