Lagosanto. Parlano di “propaganda sostitutiva della realtà” i membri del Comitato per la salvaguardia dell’ospedale del Delta, in risposta al comunicato stampa diffuso da Asl che annuncia la riconferma di tre bollini rosa alla struttura sanitaria di Lagosanto. I tre bollini rappresentano infatti il massimo riconoscimento per gli ospedali per quanto riguarda la prevenzione e la cura delle patologie femminili. Un premio eccessivo secondo gli attivisti, che sottolineano come la giuria abbia tenuto conto di specialità già trasferite a Cona, non più attive o in fase di smantellamento, come emodinamica, pediatria e psichiatria.
“Non vogliamo danneggiare il nosocomio del Delta, da noi tanto amato – afferma Nicola Zagatti, tra i fondatori del comitato -, ma anzi vogliamo, al posto di bollini, servizi realmente attivi ed efficienti per le donne del basso ferrarese e per i loro figli: questa è la più grande gratificazione che si può dare al personale del Delta per ripristinare l’eccellenza che gli operatori tutti, con grandi sforzi, crearono al Delta e che oggi, a causa di scelte scellerate, si sta demolendo”.
Zagatti entra nel dettaglio delle varie eccellenze elencate a pagina 38 del documento riepilogativo sui Bollini Rosa diffuso dalla Regione. In cui colpisce soprattutto la presenza di emodinamica: “Fiore all’occhiello? – attacca l’attivista – Ma se non è più attiva da prima della “premiazione” da parte di O.n.da., avvenuta il 3 dicembre! Per quanto riguarda psichiatria, nel documento sui Bollini Rosa si parla di svariati servizi a tutela del paziente, ma come può essere possibile ciò se è stato programmato il superamento – ovvero la chiusura – dello Spod all’ospedale del Delta per un “Spdc” unico provinciale presso Cona?”. Un dato verificabile a pagina 31 del testo approvato dalla Conferenza Territoriale Socio-Sanitaria.
Un’altra obiezione al riconoscimento dei tre Bollini Rosa (la cui durata è biennale) riguarda invece pediatria, “il reparto al secondo posto per importanza e impatto sulla donna – afferma il Comitato -, che sta morendo senza nessun intervento concreto da parte dell’azienda sanitaria, sia a discapito dell’utenza che del personale. Come si può parlare di “Lactarium – stanza dedicata a madri di bambini ricoverati” se di bambini ricoverati non ce ne sono?”.
La speranza degli attivisti è ora quella di intavolare una discussione con le istituzioni e con il dg Ausl Paolo Saltari: “Aspettiamo – conclude Zagatti – che rispondano seriamente sia a queste inesatte informazioni sia alla nostra richiesta di incontro con il direttore generale e le le rappresentanze dei consigli comunali: volete darla o meno la parola ai cittadini?”.
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