Diretta interessata – “ma fino a un certo punto”, chiarisce -, alle critiche dell’Udi. Dopo la dura presa di posizione dell’Unione Donne in Italia Federica Taranto, una delle ragazze che hanno partecipato all’iniziativa dei commercianti ferraresi, si rivolge a Estense.com per spiegare il proprio punto di vista sulla questione. Il suo è un invito a non estremizzare il tema dello sfruttamento dell’immagine delle donne e a capire e accettare le idee che uniscono iniziative commerciali ma anche il divertimento e la spensieratezza di chi partecipa.
La ragazza comincia raccontando come si è svolta la sua giornata “di esposizione”: “Ero in vetrina? Sì, ma vestita, con cappotto e pantaloni lunghi – spiega Federica -. Ero da Felloni assieme a un ragazzo, Filippo Ghirardi, anche lui come me di Ferrara. Io ero alla lavagna e fingevo di scrivere frasi come “Felloni dal 1946″ o altre riferite alle marche d’abbigliamento; lui era seduto e fingeva pure di scrivere. In pratica io facevo la professoressa e lui l’allievo, una cosa tranquillissima”.
Un’esperienza piacevole per la Taranto, che chiede all’Udi di moderare le proprie posizioni: “Certo in altre vetrine la situazione non era la stessa – spiega Federica -, ma per quanto ci riguarda non è assolutamente giusto penalizzare così chi, come noi, ci mette la faccia. Le famiglie sorridevano ai nostri cenni e noi di conseguenza salutavamo senza problemi tutti i passanti incuriositi. Guardando i vari articoli e le critiche a certi atteggiamenti, ci sono rimasta male: si vuol far passare per pornografia “Vetrine in movimento”, mi è parso davvero esagerato. Tante critiche senza distinzioni. Altre ragazze come me, Martina, il mio compagno di vetrina Filippo, non ci stanno a tutte queste critiche. Non è giusto penalizzarci davanti ad un evento che ha “movimentato” la città”.
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