Cronaca
26 Settembre 2013
E' il primo risultato ottenuto dal coordinamento dei residenti del quartiere al tavolo in prefettura

Più forze dell’ordine nel quartiere Gad

di Redazione | 5 min

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polizia grattacielo 2Disponibilità da parte del prefetto a intensificare la presenza delle forze dell’ordine nel quartiere più “problematico” della città, quello della zona Gad (stazione/stadio/grattacielo). E’ il primo risultato ottenuto dal neonato Gruppo Cittadini Quartiere Gad, composto da rappresentanti dei diversi comitati della zona che hanno finalmente saputo riunirsi in un unico coordinamento, così da evitare frammentazioni e costituire un valido e affidabile interlocutore per le autorità che si occupano di sicurezza.

Il coordinamento è stato infatti ricevuto oggi in prefettura dal Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, al quale è stato illustrato il grave stato di sofferenza del quartiere (spaccio, prostituzione, microcriminalità, risse, etc.), mettendo sul tavolo una serie di proposte e la richiesta di specifici impegni. Fra questi, appunto, la necessità di una maggiore presenza delle forze dell’ordine a fungere da deterrente. “Il prefetto – riferisce il portavoce del coordinamento di cittadini, Paolo Baiamonte – si è speso in questo senso dopo aver colto la mia polemica sul fatto che recentemente, nel centro cittadino, avevo notato la presenza quasi contemporanea di carabinieri, volanti della polizia e polizia municipale. Ma ho insistito soprattutto sul fatto che è necessario un maggior coordinamento tra le forze dell’ordine. Più cauto invece l’impegno del sindaco Tagliani, secondo il quale i problemi sarebbero di difficile soluzione, in quanto a un’ordinanza di chiusura di un esercizio commerciale seguirebbe una nuova apertura, all’arresto di uno spacciatore arriverebbe un suo sostituto e così via. E’ stato un incontro che giudico comunque moderatamente positivo, anche perché è il primo di una serie. Il prefetto ha infatti dato la disponibilità non solo del Comitato per l’Ordine pubblico e la Sicurezza, ma anche del più specifico comitato tecnico con il quale potremo confrontarci in ogni momento. E lo faremo non appena definite meglio alcune idee che abbiamo per risolvere alcune situazioni critiche. Si è insomma finalmente costituito un tavolo costante con i residenti per la ricerca di soluzioni”.

Intanto il Gruppo Cittadini Quartiere Gad, come illustrato durante l’incontro in prefettura, ha individuato alcune strade per le quali ha richiede specifici impegni, a partire da un’analisi più puntuale del fenomeno prostituzione fino al cooordinamento delle forze pubbliche per fare in modo che il territorio abbia un presidio permanente e magari un ritorno ai poliziotti o vigili di quartiere. I cittadini propongono inoltre di riorganizzare il territorio adibito a parco fra via Gavioli e Corso Piave, zona di spaccio di droga quotidiano, in maniera tale che possa essere fruito in maniera positiva dalla popolazione residente, incentivandone l’occupazione anche con nuove attività da collocare. Utilizzando anche una parte dell’area per iniziative vigilate, come attività sportive, o recintate come ad esempio sgambamento cani. A tal proposito i cittadini residenti, anche attraverso le associazioni che hanno sede in loco, si sono dichiarati disponibili ad attuare forme di presidio da concordare con l’Amministrazione comunale. “Il fenomeno di spaccio – dicono i rappresentanti del coordinamento dei cittadini Gad – va visto sotto una duplice osservazione: dal punto di vista sociale il fenomeno spaccio vede come acquirenti, per lo più giovani o giovanissimi (anche ragazzi al di sotto dei 18 anni) che vengono intercettati o all’uscita della stazione o alla discesa dai bus. E’ intollerabile per una società civile e per una Città come Ferrara che ci sia totale disattenzione al fenomeno di uso di droga da parte di giovani e giovanissimi. Un conto è sapere che un certo numero di persone, conosciute ai Servizi e alla Forza Pubblica, si avvalgono dello spaccio di piazza Castellina o piazzetta Toti e luoghi limitrofi e un conto è vedere e osservare impotenti quotidianamente ragazzini rifornirsi di droga”.

E’ ritenuto comunque indispensabile il presidio permanente del territorio, giorno e notte, da parte delle forze dell’0rdine. “L’impressione diffusa – dicono i residenti – è che gli spacciatori e gli acquirenti respirino una sostanziale “assenza” dello stato per cui si sentono liberi di fare quasi tutto. Non solamente delinquere, ma anche una serie di azioni minori (urinare ovunque a qualunque ora, discutere animatamente del prezzo di una dose, sedersi sui giochi per bambini) che se opportunamente riprese potrebbero, in prima battuta, dare un segnale di attenzione agli spacciatori e rilassare le tensioni nei residenti. Infatti da un po’ di tempo a questa parte si sono moltiplicati violazioni di domicili a scopo di furto, senza contare le scorrerie dovute a persone in preda ad alcool o droga. Anche i fenomeni di imbrattamento, di utilizzo dei luoghi aperti per bivaccare insozzare con cibi e bevande e soddisfare tutti i bisogni corporei, stanno riducendo l’area al degrado assoluto. Occorre altresí che gli interventi per il ripristino della sicurezza vengano organizzati e attuati in modo sistemico, affinché si impedisca che il fenomeno  degli illeciti si trasferisca   dalle aeree dove già si trova concentrato ad altre zone invece che sono già in sofferenza, vedi via Porta Catena o via Oroboni. Negli anni infatti l’assenza di azioni di contenimento del problema hanno di gran lunga allargato le aree dove si consumano gli illeciti e dove avanza il degrado”.

Fra le richieste avanzate figura anche quella di fare chiarezza sul futuro del grattacielo e di attuare una verifica sui risultati del Centro di Mediazione che vi opera. Nel caso in cui questo non abbia raggiunto gli scopi o non abbia più ragione di operare, il Gruppo Cittadini Quartiere Gad ritiene che “le significative risorse impegnate possano essere utilizzate in altra maniera e con altri scopi”. Un’altra verifica richiesta per il grattacielo è quella sulla legalità dei contratti d’affitto “o dei mancati contratti e quindi dell’utilizzo improprio di case e appartamenti dove spesso si cela il malaffare e una possibile evasione fiscale”, nonché delle “attività economiche del quartiere, specificatamente quelle gestite da stranieri”.

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