Politica
14 Agosto 2013
L'assessore all'ambiente: "Nutro dubbi sulla possibilità che provengano rifiuti urbani da altri luoghi della Regione"

La Zadro si differenzia

di Redazione | 5 min

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admin-ajax (18)L’assessore all’ambiente Rossella Zadro si ‘differenzia’ da chi sulle pagine di Estense.com , tra interventi e commenti, minaccia lo ‘sciopero della raccolta differenziata’ come proposto dal consigliere provinciale Pdl Cristiano Di Martino (vai all’articolo) dopo le recenti modifiche all’Aia dell’inceneritore di via Diana. Secondo le modifiche all’Autorizzazione integrata ambientale (che fissa paletti molto rigidi (con riduzioni fino al 99% delle emissioni consentite per determinati inquinanti, ma consente “l’importazione” di rifiuti da tutta la regione) hanno come obiettivo “quello di non apportare peggioramento alla qualità dell’aria, anzi di intervenire con riduzioni di emissioni ed immissioni”, e per questo motivo è indispensabile più che mai “continuare a impegnarsi nella raccolta differenziata“.

“Tanto per cominciare – esordisce la Zadro -, questa nuova autorizzazione mette una pietra tombale sulle possibilità di ampliamento di rifiuti da termovalorizzare (ricordo il tentativo di Hera di arrivare a 142 mila tonnellate e quello più recente di termo valorizzare 50 mila tonnellate di biomassa). La quantità massima rimane ferma a 130 mila, come da vecchia Aia. Ciò è sancito nella nuova autorizzazione e nell’accordo integrativo a quello già esistente. I nuovi limiti sui flussi di massa potrebbero anche non consentire di arrivare a 130 mila. Sappiamo che le variabili che ne determinano i valori sono la quantità, la qualità dei rifiuti, il potere calorifico. Tutti valori che, come prevedono le prescrizioni, dovranno essere costantemente monitorate“.

L’assessore non sembra però considerare che nel 2008, come fa notare proprio nelle ultime ore il comitato Ferrara Città Sostenibile sulle pagine di Estense.com , “si sono incenerite 128.546 tonnellate di rifiuti, di cui 73.625 di “speciali” contro le “sole” 30.000 permesse, senza conseguenza alcuna per il superamento del limite prescritto“.

L’assessore all’ambiente ripercorre le tappe normative (il codice dell’ambiente, la legge regionale n° 23 del 23.12.2011 che istituisce il bacino unico regionale, le direttive europee che definiscono le priorità sul recupero e smaltimento) che hanno portato alla nuova Aia: “Nella Regione Emilia Romagna e quindi a Ferrara – afferma la Zadro – vige l’assimilazione dei rifiuti, ovvero, nella produzione dei circa 700 kg pro capite/anno sono inclusi i rifiuti che arrivano dalle case (rifiuti urbani) e quelli delle attività produttive, merceologicamente simili agli urbani (rifiuti assimilati). Questo sistema ha permesso in tutti questi anni di avere un buon governo, controllato, dei rifiuti prodotti, senza aggravio burocratico ed economico per le imprese. Dei 700 kg, 380 circa sono rifiuti urbani e i rimanenti 320 assimilati. Di questi 700 kg oltre il 53% (nel territorio comunale di Ferrara) è differenziato e recuperato presso i consorzi, non termo valorizzato. Sembra che le nuove regole che probabilmente formeranno il Piano Rifiuti Regionale, prevedranno la ‘deassimilazione’. Ciò comporterà che improvvisamente i rifiuti che oggi sono chiamati assimilati e che rientrano nella quantità degli urbani, diventeranno rifiuti speciali e come tali lasciati al libero mercato, che premierà la competitività”.

Una modifica che secondo l’assessorato all’ambiente non cambia di molto la situazione precedente. Anzi, visti i vincoli tra le categorie di rifiuti (quelli speciali devono essere in quantità inferiore a quelli urbani), le emissioni dovrebbero addirittura diminuire: “Cambia un nome, non il rifiuto – spiega la Zadro -, e cala la quantità da gestire in privativa (ovvero sotto la giurisdizione del Comune) di almeno un 30%. Sono rifiuti prodotti sul nostro territorio che devono trovare una forma di raccolta e smaltimento, sempre nell’ambito di un piano integrato di gestione. Altrimenti rischiamo il caos e il degrado, come in tante altre aree meno virtuose del Paese. Con l’aumento della raccolta differenziata e con la probabile de assimilazione, più si abbassa la quantità di rifiuto urbano indifferenziato, minore diventa anche il rifiuto speciale da termo valorizzare, perché l’autorizzazione prevede che il rifiuto speciale debba essere conferito in quantità minore rispetto all’urbano. Allontanandosi progressivamente, a decrescere, dalla soglia delle 130 mila tonnellate”. La raccolta differenziata andrebbe quindi a influire anche sui limiti di massa in entrata dall’inceneritore, e l’assessore aggiunge: “Nutro qualche dubbio sulla possibilità che provengano rifiuti urbani da altri luoghi della Regione, se non eccezionalmente, visto che non esiste solo il termovalorizzatore di Ferrara, ma ben altri sei o sette”.

Un presentimento, non supportato da ulteriori argomenti, che di per sé ha già ottenuto risposta nella lettera dell’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda, pubblicata in esclusiva su queste pagine, in cui si legge che la valutazione dei flussi “è effettuata in via generale dal pertinente strumento di pianificazione che è il Piano regionale di gestione dei rifiuti non ancora adottato“, e in cui si chiarisce che “compensare la diminuzione del carico dei rifiuti urbani con un corrispondente aumento della possibilità di smaltimento dei rifiuti speciali ha l’effetto di vanificare gli sforzi compiuti dalle amministrazioni e dai cittadini, anche tramite le attività di raccolta differenziata”.

Eppure secondo la Zadro le conseguenze della nuova Aia “potrebbero essere un motivo sufficiente per impegnarsi sulla raccolta differenziata, che va fatta, e bene, non solo in funzione dell’autorizzazione del termovalorizzatore, ma perché il recupero del materiale è importante per la salvaguardia delle risorse primarie, perché in base alla quantità di raccolta differenziata i consorzi ci restituiscono denari da reinvestire in servizi ambientali (ricordo che nel 2012 il Conai ci ha riconosciuto circa 1,3 milioni di euro), perché dai materiali da recuperare possono nascere imprese, perché i comportamenti sono importanti per il futuro”. L’assessore chiude poi con un discorso rivolto alle aziende e ai nuovi sistemi produttivi che si potranno sviluppare dal recupero di materiali riciclabili: “Gran parte dell’economia futura – afferma la Zadro -, della ricerca ed innovazione e della possibilità di nuovi posti di lavoro per i nostri figli e le imprese passano proprio di qua. Ed allora i nostri rifiuti devono rimanere sul territorio. Ed insieme a loro oltre al termovalorizzatore, (che non dimentichiamo produce energia altrimenti prodotta con fonti inquinanti almeno tanto quanto i rifiuti e più costose), anche altri sistemi per rilavorarli. Il futuro va verso il recupero dei materiali”.

A maggior ragione, seguendo il ragionamento della Zadro, anche i rifiuti delle altre province dovrebbero rimanere nei rispettivi territori. Ma tant’è. Nel chiudere il suo intervento, l’assessore ringrazia poi la direzione generale dell’assessorato all’ambiente della Regione e l’Atersir “che ci stanno sostenendo nell’ormai imminente possibilità per Ferrara, che possiede il know-how, di divenire un centro di riferimento importante per la rilavorazione dei rifiuti in plastica, grazie appunto a ricerca, innovazione e nuove imprese”.

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