A causa di uno sciopero improvviso e non programmato del personale Tper, ad inizio della mattinata si sono verificati gravi disagi in tutta l’area del bolognese. Il servizio urbano ed extraurbano di Ferrara non ha subito variazioni se non la linea Ferrara-Cento-Modena dove alcune corse non sono state effettuate. Ora tutto il servizio è stato ripristinato e risulta regolare.
L’episodio è stato ripreso in regione dal consigliere del Movimento 5 Stelle Andrea Defranceschi, secondo il quale “la fusione che ha portato alla nascita di Tper è stata un’operazione miope, che avrebbe allontanato l’azienda dalla sua mission: fornire un servizio pubblico”. Defranceschi ha sperimentato lo sciopero senza preavviso dei lavoratori dell’azienda dei trasporti sulla propria pelle, questa mattina, nel tentativo di prendere un autobus che lo portasse dalla stazione dei treni alla sede dell’assemblea legislativa. “La mobilitazione non concordata – aggiunge – è una forma di protesta molto dura, ma la sensazione è che sia un tentativo dettato dalla disperazione, dalla sordità della dirigenza alle richieste dei lavoratori. Dopo la questione Coopertone, l’abbandono del servizio degli accertatori della sosta, e il buco di 9,4 milioni di euro, mi sembra evidente che la fusione sia un fallimento”.
E quel che è peggio, secondo il consigliere grillino, è che “non ci sono segni di ravvedimento: come se la scelta fosse ineluttabile, e le sue conseguenze anche. Il dubbio è che l’operazione, portata a termine in maniera piuttosto rapida, sia stata progettata ed eseguita per salvare Atc (la precedente azienda ferrarese dei trasporti, ndr) da un buco di bilancio che già aveva. A quel punto, però, non capiamo come le società di revisione abbiano potuto sbagliare così clamorosamente i conti”.
Il consigliere anticipa che sta preparando un’interrogazione per chiedere all’assessore Alfredo Peri “se per lui sia tutto calcolato… Perché per noi l’errore è clamoroso. Nella nostra visione, lo ripetiamo, l’azienda di trasporti deve fornire un servizio ai cittadini, non occuparsi di operazioni finanziarie”.
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