Sarà presentato alla Sala Arengo, il 16 ottobre alle ore 17, “La società della rappresentazione secondo Debord” di Raimondo Galante (Tracce, Pescara, 2011), il volume dello scrittore veneziano, ma ferrarese d’adozione, che centra particolarmente la cifra conoscitiva del controverso e celebre Guy Debord, intellettuale (filosofo e
artistamilitante) francese, scomparso nel 1994. L’iniziativa è a cura del Gruppo Scrittori Ferraresi e di Gianna Vancini.
In ambito saggistico, la password vincente di Galante è una rara empatia squisitamente letteraria con Debord stesso.
Raimondo Galante capta la complessità del discorso di Debord, non banalmente estremo esteta anticapitalista e mero remix delle teorie marxiane della reificazione e dell’alienazione: anche tale bordo certamente, come gli stessi Adorno e Benjamin di decenni prima, non a caso originalmente e atipicamente comparati e interfacciati nel lavoro dell’autore. Debord invece, cantore archetipico dell’industria culturale e dello spettacolo sia come necrosi della società avanzata tecnocratica, ma anche come merce senziente e nascente (Warhol+Benjamin!) , macchina r-evolutionaria o Retealtà , per dirla con alcuni giovani post-situazionisti dell’odierna avanguardia italiana, Daco e Antonio Saccoccio.
Raimondo Galante con cifra squisitamente letteraria, in primo piano gli input di Marinetti, Breton e Tzara…, vaporizza quasi i letteralismi storico-critici prevalenti su Debord, disgela i significanti danzanti incompiuti, il balletto dell’Uomo Nuovo figlio del dinamico modernismo nobile, tra arte e scienza, televisione o meno, è nuovamente sulla scena, ma in nessun teatro: è un rave sovversivo sulla superficie del pianetino Terra (e dell’asteroide…Italia).
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