Politica
6 Novembre 2011
Lettera aperta della Funzione pubblica di Cisl e Uil: “Ora serve serietà”

Cona: “Nessuno ha pagato per errori, ritardi e sprechi”

di Redazione | 4 min

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Dopo quello della Cgil, che chiede pubblicamente un incontro con enti locali, aziende sanitarie e università (vai all’articolo), tocca alla Funzione pubblica di Cisl e Uil un secondo affondo sul flop del trasloco all’Ospedale di Cona.

In una lettera aperta indirizzata a Rinaldi, Tagliani e ai dipendenti dell’azienda ospedaliero-universitaria, le due segreterie registrano “con rammarico” che “una volta ancora la fiducia accordata ad una direzione che si è impegnata a rendere reale l’attivazione del nuovo ospedale, sia stata delusa”.

Alla Cisl Fp e alla Uil Fpl non interessa tanto “individuare responsabilità presenti o passate, ma rimane invariata l’impressione di sottovalutazione della complessità dell’operazione e della non considerazione dell’impegno e delle aspettative degli operatori”.

“In questa città ed in questa regione – fanno notare le due segretarie, M. Claudia Canella e Sabrina Cerini – la politica ha operato scelte importanti, ma nessuno ha pagato per gli errori, i ritardi e gli sprechi. Ed oggi, una volta di più ci troviamo di fronte ad un ritardo che fa perdere credibilità alla dirigenza e reitera dicerie e sfiducia”.

“In questi 25 anni – prosegue l’invettiva – si sono susseguite polemiche sterili che non hanno  prodotto altro che altre chiacchiere e perdita di tempo. Noi non vogliamo percorrere questa stessa strada: vogliamo che la città di Ferrara abbia un ospedale nuovo, che garantisca il diritto alla salute, che sia un luogo dignitoso per chi sta male, che rappresenti un’occasione per lavorare bene ed in sicurezza per i professionisti, che sia raggiungibile senza dover impiegare tempi biblici, che sia accogliente anche… nei parcheggi”.

La polemica è lasciata da Canella e Cerini a una serie di domande che attendono risposta: in 25 anni non c’era il tempo per costruire la metropolitana? Non c’era il tempo per adeguare la viabilità? non c’era il tempo per predisporre i piani per un trasloco? Non c’era il tempo per costruire un ospedale insieme a coloro che lo avrebbero dovuto utilizzare? Non c’era il tempo per stampare le piantine per raggiungere l’ospedale e per utilizzarlo? Non c’era il tempo per predisporre e piantare i cartelli stradali? E se l’ospedale per acuti si allontana, quali sono i servizi che i cittadini usano con più frequenza e che devono stare vicini, essere efficienti ed efficaci? Chi lo deve chiedere? A chi dobbiamo rivolgere queste domande? Alla classe politica che governa questa città e questa regione da tanti anni o ad un’opposizione che usa strumentalmente i temi facili per non trovare le risposte importanti, ma difficili?

“Dobbiamo credere alla mala sorte o questa città può fare uno sforzo creativo ed impegnarsi per la realizzazione di un ospedale di cui abbiamo bisogno”, aggiungono Cisl Fp e alla Uil Fpl, per lasciare poi posto ad altre domande ancora: dobbiamo continuare a vedere i nostri vecchi ricoverati in stanze da 6-8 posti letti con bagni irraggiungibili? Dobbiamo continuare a vedere passare i malati in coma lungo i corridoi o possiamo pensare a tutelare la dignità di chi sta male? E per andare a trovare i nostri cari in ospedale dobbiamo pagare anche quando si potrebbe evitare? Ma tutto questo deve vedere coinvolti soltanto i dipendenti che devono fare gli scatoloni, assistere i malati senza sapere se il lavoro a Cona potrà davvero essere migliore? La situazione preoccupa solo le organizzazioni sindacali?

Le segreterie della Funzione pubblica di Cisl e Uil ricordano che “in questi mesi sono state molte le occasioni di confronto con la direzione aziendale, ma l’impressione che si sia “girato attorno ai problemi”, è forte. Così come sembra che non ci sia stato un coordinamento fra tutti gli attori sulla scena e che ognuno abbia portato avanti il suo pezzo senza preoccuparsi del risultato complessivo”.

“Oggi non sappiamo quando effettivamente andremo a lavorare a Cona – concludono -, ma chiediamo a tutti un impegno forte a far sì che non ci siano più date provocatorie o a rischio, ma che si predisponga tutto ciò che serve con i tempi che servono, consapevoli che la strada che si è intrapresa non permette a nessuno di fare equilibrismi o proclami inutili. E’ il momento della serietà”.

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