Cronaca
17 Giugno 2011
E' costato 45mila euro l'intervento del manufatto di 4,5 metri incastonato nella Torre dei Leoni

Restaurata la pietra ‘Wor bas’ del Castello

di Redazione | 2 min

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Oltre cento persone al corteo organizzato dal centro sociale La Resistenza. Dal parco Coletta a piazza Castello studenti e lavoratori di ogni età hanno intonato insieme “Bella Ciao” e altri canti antifascisti.

È costato in tutto 45mila euro il restauro durato quasi un anno della pietra nota a tutti i ferraresi come ‘wor bas’, lunga 4,5 metri ed incastonata nella torre dei leoni del Castello Estense.
Wor bas è il motto scritto sui cartigli riportati ora all’originaria simmetria, dopo che si era persa a seguito di un intervento che si presume sia stato compiuto tra il XVIII e il XIX secolo. Due parole scritte fra i due leoni sormontati da un imponente elmo raffigurante l’aquila, che rappresentano Nicolò (a destra) e Alberto (a sinistra) e che simboleggia il motto dei due Este.

Termini attentamente studiati, come ha detto Cetty Muscolino (direttore dei lavori e storico dell’arte della Soprintendenza di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini), per stupire, ma nello stesso tempo per non essere capiti dal volgo. Un’espressione, in sostanza, per significare l’indomita forza degli Este ad andare avanti con ben salde nelle mani le redini di Ferrara.
Sponsor dell’iniziativa sono stati l’Eurocommercial Properties Italia (rappresentato dal responsabile marketing e relazioni esterne Stefano De Robertis) e il centro commerciale Il Castello (rappresentato da Nicola Lodi), che hanno finanziato l’intervento con 30mila euro.

Gli altri 15mila li ha messi la Provincia, per coprire il costo di impalcature ed attrezzature, come ha spiegato il dirigente del Castello Estense, Marco Borella. Parole di ringraziamento per i tecnici ha espresso la presidente della Provincia, Marcella Zappaterra, per un lavoro che giunge dopo quello che ha interessato la pietra che si trova sulla torre di San Paolo, sulla piazza Castello.

Un’accurata opera di documentazione è stata fatta per le singole fasi dell’intervento che i due restauratori provenienti dalla scuola di restauro e mosaico diretta dalla Muscolino, Maria Lucia Rocchi ed Ermanno Carbonara, hanno redatto con lo scopo di indagare il manufatto, che risale a seicento anni fa, dal punto di vista simbolico e anche materico (i materiali usati e la loro provenienza). Particolare del restauro, è stato sottolineato, è che tutti i materiali usati per curare la pietra segnata dall’usura del tempo, e dallo spostamento subito a seguito della trasformazione del Castello Estense da edificio di difesa a residenza nobiliare, sono di provenienza locale.
In pratica un wor bas rimesso a nuovo e a chilometri zero.

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